=AREA CEMENTERIA. PER IL SINDACO E' PRONTA PER L'USO. SI CAPISCE QUALE= |
Scritto da Redazione |
Lunedì 14 Novembre 2011 19:21 |
Una “polveriera ecologica” per la presenza di manufatti in amianto, seppur risulti un recente intervento di prima bonifica "
[dal progetto di rigenerazione urbana della città presentato alla Regione nel luglio 2011 ed approvato il 29 giugno 2011 dalla Giunta Comunale di Modugno] C ome è noto ai lettori di Sudcritica.it, la rivista, il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione e i Verdi hanno da tempo intrapreso una sorta di “battaglia civile” intorno all’area della ex cementeria di Modugno. Si è dovuto preliminarmente tentare di capire come stanno le cose da quelle parti e si è così approdati ad una inchiesta documentaria, a cura di Nicola Magrone, pubblicata sulla rivista negli scorsi mesi. Ci si è convinti di questo: 1. La cementeria di Modugno è stata per anni teatro di immani tragedie a causa del suo inquinamento da amianto; 2. Le ripetute notizie intorno alla bonifica del luogo non hanno mai convinto nessuno; ed infatti si è faticosamente accertato che tale opera di bonifica (ripetutamente annunciata, a volte anche intrapresa a pezzi e subito interrotta) non è mai stata completata 3. Il nostro lettore Pecora Nera, oggi, ci segnala che il Sindaco di Modugno è ricorso al suo profilo su facebook, e dunque si è rivolto ai suoi amici e simpatizzanti, per dare la sua versione dei fatti e per “tranquillizzare tutti” (cioè i suoi amici e simpatizzanti, gli altri non contano) della sicurezza dell’area dell’ex cementeria. Pubblichiamo qui, anche a beneficio del Sindaco stesso e dei suoi amici e simpatizzanti, l’intervento di Pecora Nera, che commenta e documentalmente demolisce le parole del sindaco. Buona lettura, Sudcritica
Cara Sudcritica, consentimi di dividere con te alcune cose del mondo che mi sembrano incomprensibili. Ho seguito le tue denunce sulla situazione allarmante della ex cementeria di Modugno e mi sono augurata, insieme con te, per la salute dei cittadini di Modugno, di ricevere informazioni rassicuranti da un qualche amministratore del passato o del presente sulle attività di demolizione in corso da parecchio tempo, a cielo aperto, nello stabilimento. Per tutta risposta, girellando su Facebook ho visto uno scritto sulla ex cementeria attribuito all’attuale sindaco di Modugno (sarà lui che scrive o un ghost writer? Il dato certo è che si tratta di qualcuno che scrive come parla lui…). In questo scritto l’attuale sindaco – Mimmo Gatti, che si è autosospeso dal Pd (ma non dalla sua carica) perché imputato in un processo e indagato per concussione in altro procedimento - dice che “c’è un provocato allarmismo in paese per le attività in corso allo stabilimento ex-cementeria di via Cesare Battisti”. Provocato allarmismo? Che vuol dire? Sembra essere un’accusa grave… A questo “provocato allarmismo” il sindaco contrappone “una breve storia fino all’attualità”. Non ti preoccupare, cara Sudcritica, la “breve storia” del sindaco è davvero breve e piena di lacune e non detti. E soprattutto rappresenta, a dispetto dello scopo dichiarato di “rassicurare tutti” una per niente rassicurante descrizione dei lavori in corso: evidentemente senza controllo, come testimoniano foto e video che Sudcritica ha pubblicato. Dice il Sindaco “Nel 2009 – dice il sindaco - fu rimossa la totalità dei materiali contenenti amianto in forma compatta (pluviali, gronde, tettoie, frangisole, ecc. in eternit); restò qualche metro quadrato di coperture/frangisole nell’area più depressa della cava, tuttora sommersa dalle acque; l’eternit è pericoloso se è in stato friabile ed in stato libero”. Fermi un attimo: nel 2008 fu detta un’altra cosa, e la disse il predecessore del Sindaco Gatti, Pino Rana. Disse: il 13 marzo 2008 in un convegno delle Acli “Sul futuro ambientale di Modugno”: “La bonifica della cementeria si è conclusa. Ci sono le certificazioni della Asl e certificati che dicono che tutta l’attività di bonifica si è conclusa. Oggi, quel sito non è più - teoricamente, dico io - pericoloso. Ma questo a noi non basta: è vero che avete bonificato l’esterno ma noi insistiamo perché vogliamo un piano di caratterizzazione per vedere che cosa sta nel sottosuolo; non ci basta sapere che adesso l’area non è pià pericolosa. Questa domanda, dunque, è meglio che non me la fate più”. Entrambi i Sindaci, come si vede, ebbero ed hanno un tratto comune, procedimenti penali a parte: non gradiscono domande e se rispondono lo fanno a casaccio. Riprendendo il racconto del nuovo Sindaco su Facebook: dunque, secondo lui, “la totalità dei materiali contenenti amianto” fu rimossa nel 2009 (non ci chiediamo oggi, per brevità, in quali condizioni fu rimossa allora, perché temiamo che la risposta sia sempre la stessa: a cielo aperto e senza cautele di sorta per operai e cittadini…). Però: “restò qualche metro quadrato di coperture frangisole nell’area più depressa della cava, tuttora sommersa dalle acque; l’eternit è pericoloso se è in stato friabile ed in stato libero”. Dunque, ancora oggi c’è eternit nella cava, eternit che sarebbe coperto dalle acque e per questo, secondo il sindaco, non pericoloso: e che accade quando l’evaporazione è maggiore e l’acqua si ritira? E la falda? Ehi, ma il sindaco non sarebbe un ingegnere? Non dovrebbe sapere che l’eternit e l’amianto inquinano pure l’acqua? A Bari, a Torre Quetta, hanno rifatto tutti i lavori di ristrutturazione perché in acqua erano evidenti parti di amianto… Che l’acqua inquinata da amianto sia pericolosa per la salute è un dato ormai noto da almeno 30 anni… Ahi, ahi, ahi, cara Sudcritica,quanta superficialità e incuria…. Eppure non si tratta di nozioni del tutto specialistiche: già nello Studio di Fattibilità avente ad oggetto la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana per la trasformazione e riqualificazione dell’ambito territoriale, come individuato con delibera del Consiglio Comunale di Modugno N. 16 del 29 Aprile 2002, alle pagine da 136 a 137, veniva sottolineato: “E’ importante rilevare che data l’estesa superficie del cementificio, i quantitativi elevati di materiale contenente amianto ed il pessimo stato di conservazione dell’intero stabilimento, le fibre volatili rilasciate potrebbero aver contaminato anche il suolo o la falda acquifera sotterranea. Di conseguenza, vengono consigliate delle analisi tramite carotaggio del terreno al fine di stabilirne la possibile percentuale di contaminazione e nel caso siano particolarmente elevate intraprendere delle azioni preventive secondo il principio di cautela”. Proprio a proposito della cava, della quale il sindaco parla con tanta disinvoltura su Facebook ho letto sulla inchiesta pubblicata da Sudcritica che “il dr. Agostino Di Ciaula che ai problemi della salute pubblica di Modugno ha dato e dà da anni il suo importante contributo, naturalmente inascoltato da amministrazioni ancora non alfabetizzate sul tema […]” ha inviato a Nicola Magrone questo messaggio: ‘Ho letto con grande piacere ed interesse l'articolo "LA CEMENTERIA DEI RIMORSI E DEI MORTI" e condivido in pieno la necessità di continuare a parlare di questo problema, anche perchè purtroppo la cementeria non è la sola fonte di amianto alla quale i modugnesi sono esposti. Mi sono occupato per anni di questo argomento e ho avuto anche occasione di parlare di questo con Pinuccio Loiacono, che mi ha mostrato tutta la documentazione da lui raccolta. In previsione della seconda parte dell'inchiesta pubblicata su "Sudcritica" spero di fare cosa utile allegando un estratto (in pdf) del mio "Profilo di salute della città di Modugno" ed un aggiornamento (in doc) sulla situazione epidemiologica del tumore maligno della pleura nei residenti a Modugno negli anni 2000-2005 (ultimi dati in mio possesso). L'idea di creare lì un parco cittadino è sicuramente entusiasmante, ma bisognerebbe mettere in conto una bonifica integrale anche della cava, nella quale sembra ci sia addirittura più amianto che nella stessa cementeria. Ci sarebbe inoltre da risolvere la questione del nuovo tracciato ferroviario, che se non ricordo male dovrebbe attraversare in pieno la cava, secondo me con enormi problemi logistici”. Torniamo a noi, o meglio alla rassicurante “breve storia” del sindaco. Abbiamo dunque già capito che non è vero che nel 2009 “fu rimossa la totalità dei materiali contenenti amianto” ma che una parte è ancora nella cava. D’altro canto che non sia stata tolta nel 2009 “la totalità” dell’amianto lo aggiunge lo stesso sindaco. E infatti: “Nel gennaio 2010 – aggiunge il sindaco - ebbero inizio lavori per la demolizione della copertura del reparto forni (in quanto era pericolante) associata ad una demolizione e bonifica degli impianti ivi presenti (in quanto in alcune guarnizioni fu riscontrato amianto)”.
In realtà Quanta delicatezza in questa descrizione fatta dal sindaco rispetto alla descrizione che del reparto forni si legge nella Relazione n. 1873/11/CA del 20 dicembre 2002 redatta dal Nucleo Operativo di Tutela Ambientale Servizio ‘Controllo ambiente’ della Provincia di Bari [v. la prima parte della inchiesta di Magrone su Sudcritica, par. 2 lett. A] dove è scritto così: “Nel reparto forni è concentrata la maggior parte di amianto coibentato, ovvero rivestimenti isolanti di tubi, condotti e cicloni di abbattimento, tutti rivestiti di amianto. Il reparto è in cattivo stato di conservazione generale; alcune tubazioni sono smontate ed adagiate sul suolo e sono fortemente sfibrate. Le tubazioni, che sono di diverso diametro, in media hanno uno spessore di 5 cm di amianto circa. Inoltre, parte del perimetro esterno del capannone è realizzato con lastre sagomate di cemento-amianto. Da verificare se il terrazzo è rivestito con guaina impermeabile del tipo catrame-amianto; attraverso i percorsi di accesso ai capannoni possono altresì verificarsi altresì flussi d’aria dall’esterno verso l’interno che possono provocare la fuoriuscita di fibre”. La Relazione del Nucleo Operativo di Tutela ambientale continuava così: “Reparto di macinazione di materie prime: si compone di piano terra, primo e secondo piano. Nel reparto esistono molini per la macinazione e ventole di aspirazione con collegamento di grosse tubazioni che in elevazione raggiungono 20 mt circa. Le stesse si collegano ad un elettrofiltro in metallo sistemato secondo il piano. Il rivestimento è del tipo isolante floccato in cattivo stato di conservazione, in molti tratti resa friabile. All’interno del predetto reparto sono sistemate al piano terra 10 vasche in cemento amianto in discreto stato di conservazione. Attraverso i percorsi di accesso ai capannoni possono altresì verificarsi altresì flussi d’aria dall’esterno verso l’interno che possono provocare la fuoriuscita di fibre”; “Sala caldaie: si compone di tubazioni e serbatoio di contenimento tutti rivestiti con materiale in amianto. Il rivestimento è friabile nelle parti degradabili”; “E’ da verificare se alle pareti interne dei vari capannoni visitati sono stati applicati nel tempo intonaci con impasti spruzzati a base di amianto”; “Tutti i capannoni visitati sono igienicamente inaccessibili. A parte le macerie esistenti all’interno e le tubazioni smontate, che sono rivestite di amianto sgretolato, altro rischio rilevato è quello delle polveri diffuse e i pavimenti che sono saturi di polveri di cemento (e forse non solo cemento). Considerato che l’amianto floccato esistente nello stabilimento non è uniforme né tantomeno intatto, elevato appare il rischio di rilascio di fibre anche negli ambienti esterni (all’esterno lavorano al momento una decina di operai) a causa di correnti d’aria o flussi d’aria in grado di sollevare la polvere di cemento dal suolo”; “La localizzazione dei rifiuti abbandonati o depositati in modo incontrollato nella realtà delle cose appare ben più grave di quanto si presenta a prima vista”; “l’amianto sotto forma di floccato-friabile e/o debolmente legato e/o compatto-usurato a rischio di usura è proprio tanto e che in generale è pari a svariate e svariate tonnellate”; “ai sensi del DM 5 settembre 1994 l’azienda è inserita nell’elenco delle industrie insalubri di cui all’art. 216 del TU delle leggi sanitarie - Amianto: industria insalubre di 1° classe di cui al punto 9 dell’elenco B come prodotti e materiale che lo contengono sia nella produzione che nell’impiego”. Ancora su Sudcritica: la descrizione della situazione è questa nella Relazione tecnica 10 febbraio 2003 del P.M.P. (Presidio Multizonale di Prevenzione) della Ausl 4 di Bari: “Le analisi effettuate sui campioni prelevati nello stabilimento Italcementi di Modugno hanno mostrato la presenza di amianto in tutti i materiali, tranne che nella guaina bituminosa presente sul tetto dei capannoni. Si evidenzia pertanto la diffusa presenza di notevolissime quantità di amianto, per gran parte in matrice friabile ed in avanzato stato di degrado qual è quello degli intonaci contenenti amianto utilizzati allo scopo di isolamento termico nelle tubazioni, tramogge, impianti in temperatura del cementificio. Nello stabilimento sono presenti, pure, elevate quantità di cemento-amianto, usato come protezione dei nastri trasportatori, pluviali, vasche, frangisole delle finestrature; anch’esso risulta, per la maggior parte, in condizioni di avanzato e diffuso degrado, sia a causa della vetustà del materiale, che di danni meccanici connessi alle lavorazioni. E’ quindi necessaria un’accurata e sollecita opera di bonifica da effettuarsi secondo le procedure previste dalla normativa in materia, che consista nella rimozione e smaltimento di tutto l’amianto e nella bonifica delle parti di impianto che, trovandosi a contatto con materiali friabili e degradati, possano essere stati contaminati. La situazione in oggetto può configurarsi come sito potenzialmente inquinato ai sensi dei DM 471/1999 e D.Lgs. 22/1997”. Ancora dall’inchiesta di Sudcritica: relazione di servizio inerente il sopralluogo effettuato, in data 18 maggio 2010 (dunque, dopo il 2009 evocato dal Sindaco come l’anno di definizione del tutto), presso la Cementeria Italcementi spa con stabilimento in Modugno”, a firma del TPA dott. Nicola Gagliardi, il quale scrive: “[…] il sopralluogo è mirato alla verifica della corretta applicazione del Piano di lavoro di bonifica della coibentazione di rivestimento delle tubazioni e degli impianti termici presenti nell’opificio (amianto in matrice friabili). […] […] si è proceduto ad una ispezione dei luoghi in cui è già stata effettuata la bonifica dell’amianto in matrice friabile. […] durante il sopralluogo, [sono] in corso lavori di demolizione dei corpi di fabbrica del reparto forni e del reparto macinazione del cotto, per cui si può procedere alla ispezione soltanto del reparto macinazione del carbone e del fabbricato in cui è allocata la torre di elevazione della farina. Nel reparto di macinazione del carbone sono ancora allocati tutti gli impianti termici e macchinari, ormai fuori uso, in cui sono presenti flange di collocamento, le cui guarnizioni sono costituite, molto probabilmente, da amianto in matrice friabile. Nel piano di lavoro precedentemente citato, si fa riferimento esclusivamente alla rimozione della coibentazione esterna degli impianti e tubazioni che, ad un esame visivo, risulta essere completamente rimossa. Non si fa alcun riferimento alle guarnizioni ed alle malte interstiziali dei forni che dovranno essere caratterizzate, nel più breve tempo possibile, prima dell’abbattimento dei fabbricati. Si rende necessaria inoltre una precisa mappa del rischio di amianto ancora in essere al fine di, in caso di presenza, redarre un’apposito ed ulteriore piano di bonifica. Lo stesso vale per gli impianti rimossi dai corpi di fabbrica che sono stati demoliti”. Nella “breve storia” del sindaco non c’è uno straccio di racconto di come sia stata fatta la bonifica e neanche di che fine abbiano fatto le svariate e svariate tonnellate di amianto che c’era… Forse se facesse un giro nell’ex cementeria il sig.sindaco le troverebbe ancora là… Ma non è ancora finita la “breve storia” fatta su Facebook per “rassicurare tutti” i cittadini di Modugno. "Esenti da amianto" “Dal luglio 2011 – continua il sindaco - è in corso un’altra fase dei lavori di demolizione di altri edifici con la relativa bonifica dei macchinari ivi presenti e secondo le modalità prima descritte. Le opere oggi in fase di demolizione sono costituite da calcestruzzo e ferro, e sono completamente esenti da amianto”. Sulla base di quali dati incontrovertibili e di quali controlli dovremmo ritenere che gli impianti in demolizione oggi “sono completamente esenti da amianto”? Sulla base di “rassicurazioni” senza fondamento? E’ invece vero il contrario e purtroppo ancora nel maggio 2011 lo attesta invece il Tar Puglia con una sentenza emessa su un ricorso di Italcementi contro un’ordinanza del sindaco del 2003: l’allora sindaco (che ha poi allegramente trascurato di controllare le modalità della bonifica, ma questa è un’altra storia…) impose, sulla base della Relazione tecnica 10 febbraio 2003 del P.M.P. (Presidio Multizonale di Prevenzione) della Ausl 4 di Bari, a Italcementi “entro sessanta giorni dalla notifica del provvedimento, la bonifica dei materiali contenti amianto presenti nell’insediamento e in particolare la ‘rimozione e smaltimento di tutto l’amianto e nella bonifica delle parti d’impianto che, trovandosi a contatto con materiali friabili e degradati, possono essere stati contaminati’”. Italcementi ricorre al Tar di Puglia (che decide il 12 maggio 2011) per i tempi ristretti imposti per la bonifica, disposizione frattanto divenuta irrilevante, ma soprattutto contro la “rimozione e smaltimento di tutto l’amianto e nella bonifica delle parti d’impianto che, trovandosi a contatto con materiali friabili e degradati, possono essere stati contaminati”. Italcementi sottolinea nel suo ricorso – riferisce il Tar - che la legge (27 marzo 1992, n. 257 - "Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto") ritiene praticabile "la rimozione dei materiali contenenti amianto, sia floccato che in matrice friabile", solo "qualora non si possa ricorrere a tecniche di fissaggio". “Secondo poi le apposite normative e metodologie tecniche – scrive ancora il Tar - dettate con il decreto del Ministero della Sanità 6 settembre 1994 devono essere compiutamente valutate le tecniche di bonifica, tenendo conto che la rimozione dei materiali contenenti amianto comporta un rischio estremamente elevato per i lavoratori addetti e per la contaminazione dell'ambiente, produce notevoli quantitativi di rifiuti tossici e nocivi che devono essere correttamente smaltiti e presenta costi elevati nell'immediato (articolo 3-metodi di bonifica-). Nella scelta del metodo di bonifica viene suggerito tra l'altro che ‘un intervento di rimozione spesso non costituisce la migliore soluzione per ridurre l'esposizione ad amianto. Se viene condotto impropriamente può elevare la concentrazione di fibre aerodisperse, aumentando, invece di ridurre, il rischio di malattie da amianto’". E ancora: “Agli articoli 1 e 2 il medesimo decreto si occupa, altresì, della pericolosità dei materiali di amianto”, chiarendo che essa "dipende dall'eventualità che siano rilasciate fibre aerodisperse nell'ambiente che possono venire inalate dagli occupanti. Il criterio più importante da valutare in tal senso è rappresentato dalla friabilità dei materiali: si definiscono friabili i materiali che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere mediante la semplice pressione delle dita. I materiali friabili possono liberare fibre spontaneamente per la scarsa coesione interna (soprattutto se sottoposti a fattori di deterioramento quali vibrazioni, correnti d'aria, infiltrazioni di acqua) e possono essere facilmente danneggiati nel corso di interventi di manutenzione o da parte degli occupanti dell'edificio, se sono collocati in aree accessibili". Viene poi espressamente specificato che "I ricoprimenti a spruzzo (floccati) sono generalmente materiali friabili mentre i rivestimenti di tubazioni e i materiali in cemento-amianto sono materiali in origine poco o niente friabili, lo possono tuttavia diventare a seguito del degrado subito a causa di fattori ambientali". Dunque, Italcementi dice al Tar: noi non abbiamo l’obbligo di rimuovere tutto l’amianto, ma solo quello degradato; abbiamo presentato un piano di bonifica, nel 2004 il Comune di Modugno lo ha approvato rilevando che, eliminando determinate parti degradate, non c’era alcun altra aerodispersione di fibre; inoltre, un intervento di rimozione spesso non costituisce la migliore soluzione per ridurre l'esposizione ad amianto; anzi, al contrario può provocare danni agli operai che devono rimuoverlo; a volte, se non è degradato e perde fibre nell’aria (e nell’acqua) meglio non toccarlo. Quindi, noi non eliminiamo “tutto l’amianto”, come chiedeva il sindaco del 2004. Il Tar Puglia, il 12 maggio 2011 (si potrebbe dire, pochi giorni fa), dà ragione a Italcementi. Con queste parole: “[…] in riferimento appunto al complesso dell’ordinanza, si deve ricordare che, già nel corso del procedimento relativo a quest’ultimo stralcio, il Comune di Modugno, nell'esprimere parere favorevole all'intervento, aveva preso atto che i monitoraggi effettuati indicano "l'assenza di problemi di dispersione di fibre di amianto nell'ambiente" e aveva riconosciuto la "congruenza tra tipologia di materiale presente e il censimento effettuato dall'azienda ai fini della presentazione del piano generale di bonifica " (nota sindacale 31 marzo 2004 prot. 17.744 - I aprile 2004)”. Assenza di dispersione di fibre non significa assenza di amianto. E se una costruzione viene demolita l’amianto compatto e che non perde fibre diventa friabile o no? Forse sì… Continua il Tar: “Ciò conferma quanto sostenuto dall’istante a sostegno delle proprie censure nei confronti dell'ordinanza sindacale, laddove essa imponeva la “rimozione e smaltimento di tutto l’amianto". E neppure vanno bene secondo il Tar i termini di 30 giorni assegnati dall'ordinanza del 2004 “per la realizzazione della bonifica”: questi termini – dice il Tar – “non tengono conto dei delicati passaggi procedurali, necessitati non solo dall'esigenza di prescegliere in modo ponderato e di pianificare attentamente le modalità delle operazioni, ma anche da quella di tutelare i lavoratori impiegati nella pericolosa attività a contatto con fibre di amianto (legge n. 257/1992; decreto legislativo n. 277/1991). In conclusione, l'atto gravato è d’annullare nella parte in cui ordina la “rimozione e smaltimento di tutto l’amianto". Come la Fibronit E’ come la vicenda della Fibronit di Bari: l’amianto delle parti degradate, quello che si disperde in fibre nell’aria e nell’acqua è stato rimosso e smaltito, il resto è rimasto là per essere ‘tombato’, ricoperto per sempre, sotterrato, perché rimuoverlo sarebbe dannoso e provocherebbe dispersione di fibre: perdipiu’ non si può scavare per costruirci sopra, ma se ne può solo, e se ne deve fare, un parco urbano. Sudcritica dice: anche a Modugno. Lo si chiami parco Pinuccio Loiacono. D’altro canto, per Modugno lo ha già detto anche il Consiglio di Stato il 13 marzo 2007. Sintetizza Sudcritica: “A farla breve, Prefabbricati Pascazio & C. s.a.s., Pascazio Angela, Cirone Angela, Trentadue Tommaso, Trentadue Giustina, Lombardedil s.r.l. - ricorrenti (contro la sentenza del Tar del 1998) - erano proprietari “di aree nel territorio del Comune di Modugno destinate dal previgente programma di fabbricazione a zona agricola e parco urbano”. Essi si dolevano, dunque, del fatto che il successivo p.r.g., che destinava i suoli, compresi nei comparti edificati A/50, A/51, A/52, A/53, a zona di espansione residenziale privata e/o pubblica e che però le deliberazioni consiliari 25.6.1990 n. 44, 26.6.1990 n. 45 e 12.9.1990 n. 81 (di chiarimenti), avevano “stabilito la trasformazione a parco urbano, senza il beneficio del 20% di edificabilità, del suolo dell’ex ferriera”. I “ricorrenti”, semplicemente e brutalmente, nell’area della cementeria volevano costruire. Punto. Il Consiglio di Stato dette torto ai “ricorrenti”. Scrivendo, tra l’altro: “la stessa destinazione a parco appare in linea con la esigenza della introduzione di un’area a verde tra abitato e fonti di inquinamento;- parimenti, in linea col delineato intervento di abbattimento del fenomeno inquinante si colloca la destinazione dei suoli occupati dalla cementeria e dalla cava ad area di salvaguardia ambientale ed a parco (e, in parte, a basso indice di copertura);- la specificità della prescrizione, inerente ad una particolare area del territorio, e la rilevata assenza di “profonda deviazione” dai criteri posti a base del piano escludono, ex se, profili di contrasto con l’impostazione generale ed il disegno urbano del piano stesso; ne discende, anche, la inconfigurabilità di profili di contraddittorietà ed illogicità con riguardo alla eliminazione di alcuni comparti rispetto al mantenimento di altri”. Con tutte queste questioni allegramente omesse dall’attuale sindaco nella sua faceta e leggera letterina a Facebook ci siamo un po’ perduti in grandi questioni.
Ma il meglio dell’attuale sindaco (della sua letterina su Facebook) sta per venire… Eccolo qua (quelli che sembrano errori di battitura, ripetizioni, ellissi, cara Sudcritica, non sono errori miei, sono nel testo originale): “Sento in dovere, quindi, di tranquillizzare tutti. Tutta l’area, poi, è stata inserita del progetto di rigenerazione urbana della città presentato alla Regione nel luglio scorso ed approvato dalla Regione. L’acquisizione in esproprio è assolutamente improponibile per le possibilità di spesa del comune. Si tratta di avviare una forma moderna di urbanistica negoziata in cui trovare il giusto equilibrio con la proprietà al fine di rendere fruibile alla collettività un’area degradata del territorio”. Il sindaco scrive “Tutta l’area, poi, è stata inserita del progetto di rigenerazione urbana della città presentato alla Regione nel luglio scorso ed approvato dalla Regione”: al progetto approvato dal Comune di Modugno - il 29 giugno 2011 dalla Giunta Comunale e il 4 luglio dal Consiglio Comunale - e presentato alla Regione Puglia vengono assegnati quasi tre milioni di euro (2.987.000) di Fondi europei per sette interventi, che sono questi (tra parentesi, quanto il Comune prevedeva di spendere ma non potrà spendere perché la somma ottenuta è inferiore a quella richiesta): 1) riqualificazione delle vie Ancona e Capo Scardicchio, nel quartiere Cecilia (200.000 euro); 2) realizzazione di piazza Magna Grecia e la riqualificazione urbana dello spazio antistante la Chiesa di Sant'Ottavio, al quartiere piscina dei Preti (300.000 euro); 3) piazza Pio XII (550.000 euro); 4) completamento polifunzionale di piazza Antonio De Curtis, nei pressi del Quartiere Piscina dei Preti (187.000 euro); 5) lavori di riqualificazione urbana di strade e piazze del Centro storico (850.000 euro); 6) rifacimento delle reti tecnologiche e la ripavimentazione di zone del Centro storico (1.500.000 euro); 7) prolungamento di via Ravenna (importo 250.000 euro). L’unico intervento che riguardi “tutta l’area” della ex cementeria consiste dunque nel prolungamento, o meglio nella “realizzazione della viabilità di via Ravenna”, una via esterna alla cementeria, distante alcune centinaia di metri, che si ritiene da prolungare per questioni di viabilità… Ma a leggere quello che pomposamente il sindaco chiama Progetto di Rigenerazione Urbana di Modugno la cosa interessante non e’ il lavoricchio previsto per l’area della ex cementeria, bensì come quell’area viene descritta. Ecco, viene descritta così: Dal Documento Progetto Rigenerazione Urbana presentato nel luglio 2011 dal Comune di Modugno alla Regione Puglia per ottenere fondi europei e dalla Regione ammesso a finanziamento (2.987.000 euro) il 20 settembre 2011:
“B.1.5 Ambito 5 Zona a sud del centro urbano, area “cementificio e ferriera”
L’ambito di intervento preso in esame è localizzato a sud-ovest del centro storico a ridosso del tracciato delle Ferrovie Bari-Taranto e di Via Cesare Battisti nell’area del cementificio e della ferriera. Le aree incluse in tale ambito sono tipizzate secondo le N.T.A. del P.R.G.C. vigente come zona ‘D – aree produttive’, zone ‘S.U. – servizi extra-urbani D3’, aree ad espansione ‘C4 – destinate all’edilizia economica e popolare ex-lege 167/62”.
Appare evidente come tale area non riguardi propriamente l’ambito urbano bensì una zona produttiva che vede come sua maggior criticità l’aspetto ambientale, dovuto al preoccupante stato di abbandono in cui vigono le cave di calcare e le aree limitrofe. Tale zona, che si estende verso il territorio di Bitetto, costituisce una vera e propria “polveriera ecologica” per la presenza di manufatti in amianto, seppur risulti un recente intervento di prima bonifica. Per di più la presenza della ferrovia che taglia l’ambito a metà costituisce un ulteriore elemento che rende sempre più complesso il processo di bonifica e riqualificazione dell’area. I costi di rigenerazione, intesa come riqualificazione ambientale e di bonifica, risultano in linea iniziale essere inquantificabili, data la vastità dell’area da bonificare e le condizioni precarie dei manufatti. Tali aree sono di proprietà privata, dunque la bonifica delle stesse aree, considerati i costi esorbitanti, non può che passare per una ‘negoziazione/contrattazione urbanistica’ con la proprietà affinchè si ottenga un beneficio pubblico e nel contempo privato”.
“Zona produttiva che vede come sua maggior criticità l’aspetto ambientale”, “un recente intervento di prima bonifica”, “polveriera ecologica”, riqualificazione ambientale e di bonifica da costi “inquantificabili, data la vastità dell’area da bonificare e le condizioni precarie dei manufatti”: con questi termini nel DPRU si parla dell’area della ex cementeria… Ma l’ha letto il sindaco il DPRU? E’ pur vero, che, a dispetto della trasparenza, sul sito del Comune di Modugno il documento è un po’ difficile da trovare. Ma su internet, come si dice, non si perde mai niente: quindi, cara Sudcritica, penso che potremmo fare un servizio importante se forniamo l’indirizzo al quale il Documento si trova in modo che ciascuno possa farsene un’idea da sé (http://www.comune.modugno.ba.it/temp/repository/DPRU%20RIGENERAZIONE%20URBANA%20MODUGNO.pdf). E’ una lettura edificante… E poi può darsi che così riesca a leggerlo anche il sindaco di Modugno…
Ancora una cosa ho da dire: da dove spunta la necessita’ – della quale parla il sindaco su Facebook - di cercare con la proprietà dei terreni “una forma moderna di urbanistica negoziata se la proprietà ha già avuto torto dal Consiglio di Stato sulla questione del parco urbano da realizzare in quell’area? Sono ripetitiva, cara Sudcritica: E’ COME LA QUESTIONE FIBRONIT. Ha scritto di recente (il 30 luglio 2011) il Comune di Bari sulla questione Fibronit:
“L’unica modalità di bonifica possibile per garantire la sicurezza e la tutela della salute pubblica (ma anche la soluzione più economica e tecnicamente perseguibile) è quella della ‘tombatura’ della spessa coltre di amianto presente sull’intera area. La bonifica, peraltro in fase di avanzata esecuzione, prevede appunto la rimozione dei manufatti preesistenti e la ricopertura dell’area con successivi strati protettivi e con uno strato finale di terreno vegetale. A seguito di tale bonifica è impedito qualsiasi tipo di scavo e quindi è impossibile la costruzione di edifici con fondazioni. […] Inoltre è nota la ferma determinazione dell’Amministrazione a proseguire nelle opere di completamento della bonifica ed a realizzarne un parco urbano in quanto è l’unica strada percorribile per la tutela della salute pubblica oltre che per una giusta compensazione dei gravi danni che la città ha subito per la drammatica storia di questa fabbrica di morte”. Il confronto con i proprietari, per il Comune di Bari, non può che partire da tre punti irrinunciabili: dall'area della Fibronit non verrà rimossa neanche una particella di terreno contaminato, non si scaverà per costruire fondamenta, verrà realizzata una grande area verde a ricucitura di tre quartieri profondamente provati in termini sanitari, ambientali e anche sociali negli ultimi 70 anni di storia barese”.
Anche a Modugno l’amianto ha già fatto parecchi morti. Anche se si è ‘autosospeso’ dal Pd per questioni sue giudiziarie, l’attuale sindaco di Modugno provi a imitare il presidente regionale del partito dal quale si è sospeso, Michele Emiliano, su una questione che riguarda la salute pubblica. Certo, il sindaco di Modugno farebbe più bella figura ad imitare Emiliano nella sostanza delle sue risposte e non solo nell’uso in sé di Facebook.
Saluti cari La pecora nera le foto sono di Sudcritica
|
Ultimo aggiornamento Mercoledì 16 Novembre 2011 01:21 |
Sudcritica Flash
==MARIO MARANGI, PER L'EXTRAVERGINE DI PUGLIA 'CREARE RETE' TRA I PRODUTTORI=Le difficoltà ma anche le grandi opportunità dei produttori oleari che puntano all'innovazione e alla qualità, in Puglia come a Modugno.Investire nell'olivicoltura significa anche valorizzare il territorio e il tessuto sociale.
Ecco le sfide che affrontiamo noi giovani imprenditori agricoli.
[v.in Sudcritica Modugno]
Sudcritica Flash
=IL COMUNE DI MODUGNO ABBATTE IL 'MURO'. LO ACQUISTO' COME OPERA D'ARTE, LO DISTRUGGE COME BAGNO FATISCENTE=di Francesca Di Ciaula.Il 2 febbraio scorso, in piazza Romita Vescovo, un tempo adibita a mercato del pesce, sono iniziati i lavori di demolizione della parete adiacente ai bagni pubblici.
La motivazione è presto detta: sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità, fatiscenza delle strutture. Il tutto per una spesa di 35 000,00 €.
La parete ricoperta di marmo nero, fu costruita a ridosso della chiesa seicentesca delle Monacelle in pieno centro storico, per nascondere un bagno pubblico, alla vista di chi sostava nella piazzetta. Una visione dai contrasti indicibili. Un monolite scuro e dietro la parete chiara dell'antica chiesetta. L'antico e il nuovo, maldestro tentativo di dare dignità al piastrellato che ha invaso il paese, eppure opera pubblica. La modernità imposta per capriccio o arbitrio, il marmo contro la pietra povera antica. Oggi ulteriore denaro pubblico è stato impiegato per distruggere quel manufatto a nessuno mai piaciuto per la sua manifesta volgarità.
[v.leggi tutto in Sudcritica Modugno]
Sudcritica Flash
=ITALIA GIUSTA, IL COMUNE DI MODUGNO BLOCCHI LO 'SFRATTO' DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO=di Tina Luciano.
Il movimento Italia Giusta secondo la Costituzione sollecita il Commissario prefettizio a Modugno perché blocchi lo ‘sfratto’ dell’Istituto Nastro Azzurro fino a quando sarà pronta la nuova sede ad esso destinata, in locali comunali che oggi ospitano i Servizi sociali.Il Museo e le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città.
Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo ‘sfrattare’ ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.
[v.anche in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=CONSUMO DI SUOLO E COMUNITA' SENZA IDENTITA'. INCONTRO CON GIUSEPPE MILANO=Il 23 gennaio 2015. Sono intervenuti Pasquale De Santis e Nicola Magrone."Contro il mostruoso consumo di suolo in tutta Italia, serve una mobilitazione dei cittadini, una coscientizzazione che ci faccia capire che la cementificazione costante ha un forte impatto sociale, significa alienazione, perdita di coesione della comunità, significa che non esiste più un'identità delle nostre città. Sentiamo spesso dire che si vuole 'costruire il futuro': ma lo si dice a vuoto, mentre si perpetuano questi atteggiamenti di noncuranza e di malapolitica. Costruire il futuro significa cominciare a far le cose per bene ogni giorno nelle nostre città. Quel che è successo a Modugno lo sapete voi, non ho titolo per parlarne ma parlano i fatti. Basta col dire che edilizia e urbanistica vanno visti come motore dello sviluppo, se poi sappiamo che servono per creare solo lo sviluppo di pochi... basta!"
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[v.anche in Sudcritica Modugno]
=DISCUSSIONI=
=SOVRANITA' NAZIONALE
MONETARIA
E DEBITO PUBBLICO=
Serafino Pulcini/
Mino Magrone
”
_________________
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON GIUSEPPE DI CIAULA=Il 9 gennaio 2015. Coordinamento, formazione, esercitazioni, sicurezza sono i cardini di una buona protezione civile.Fondamentale un piano dettagliato di intervento, con volontari professionali i quali - quando dovessero verificarsi emergenze - sanno che fare ma non usurpano i compiti dei professionisti. Partecipano il presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, Pasquale De Santis, e Francesca Di Ciaula, della segreteria del movimento.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[v.anche in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON WILLIAM FORMICOLA=Il 12 dicembre 2014, su ''Stato di salute del territorio italiano e ruolo della protezione civile''.Al centro dell'intervento, le azioni che gli amministratori devono compiere per prevenire, e per intervenire nel verificarsi di emergenze; gli effetti della mano dell'uomo sull'aggravamento dei rischi, i pericoli legati al consumo del territorio e al costruire senza regole. E' intervenuto il presidente di Italia Giusta, Pasquale De Santis.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[in Sudcritica Modugno]
=POLITICA E CONSENSO=
=LA POLITICA
DELLE LOCUSTE=
”
se si vuole tentare
un recupero
delle regole
che tutelino tutti,
bisognerà scontentare
i gruppetti di interesse
che si concentrano come locuste
intorno al patrimonio pubblico
”
di Tina Luciano
__________________
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=CULTURA, SCUOLA E
TERRITORIO E LA 'NUOVA'
FIERA DEL CROCIFISSO
A MODUGNO=
Per i Seminari di Italia Giusta
secondo la Costituzione,
incontro - il 21 novembre 2014 -
col musicista dei Radiodervish
Michele Lobaccaro
e con Francesca Di Ciaula
e Valentina Longo.
Su politiche culturali a
Modugno, sul successo
della 'nuova' Fiera
del Crocifisso inaugurata
con l'amministrazione
Magrone
e sull'importanza
delle relazioni
tra scuola e territorio.
=DISCUSSIONI=
=ECONOMIA E UE.
CI VORREBBE KEYNES
MA E' TROPPO
DI SINISTRA=
”
Ilquadro
macroeconomico
dell’Europa
dovrebbe suggerire
la ripresa di politiche economiche
poggiate sulle argomentazioni
della cosiddetta sintesi postkeynesiana.
Invece, ciò è ancora molto lontano
dall’essere preso in considerazione
dalle istituzioni europee
”
di Mino Magrone
____________________
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=LE SCELTE FISCALI DELLA GIUNTA MAGRONE PER PROTEGGERE I CETI MENO ABBIENTI=Incontro con Dino Banchino.
Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore al Bilancio dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Banchino ha parlato delle scelte fiscali fatte dalla giunta, tutte improntate all'art.53 della Costituzione italiana, per il quale il sistema tributario nel nostro Paese "è informato a criteri di progressività”.
Per questo, per il 2014 a Modugno non si è pagata la TASI, preferendo scaricare il peso maggiore della contribuzione dei cittadini sull'Irpef. Sono intervenuti Pasquale De Santis, presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, e Nicola Magrone.
[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=MODUGNO, LA GIUNTA MAGRONE E L'AIUTO AI PIU' DEBOLI=Incontro con Rosa Scardigno
Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore ai servizi sociali dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Al centro dell'intervento dell'assessore, gli sforzi per ricostituire servizi disastrati (Ufficio di Piano, in primis), le necessità cui assolvere senza arbitrio, la descrizione di un lavoro interrotto a poco più di un anno dall'insediamento, quando avrebbe potuto dare aiuti più congrui.
[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]
=DISCUSSIONI=
=MODUGNO.
CON ITALIA GIUSTA
PER ROMPERE
L'AGGLOMERATO
DI POTERE=
”
Da queste parti
smuovere la stagnazione
di poteri è stato
un azzardo
ed una scelta coraggiosa.
E tuttavia la dimostrazione
che un movimento possa spezzare
un meccanismo consolidato c'è stata.
[...] Che si possano tentare
scelte politiche limpide e nette,
l'esperienza amministrativa
modugnese ce lo insegna
”
di Francesca Di Ciaula
____________________
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=MODUGNO, LA NUOVA FIERA DEL CROCIFISSO=Incontro con Tina Luciano -
"Queste sono le ragioni e le modalità della nuova configurazione della Fiera del Crocifisso......da un lato riannodare i fili con il centro della città, dall’altro garantire la sicurezza in un sito che, oltre ad essere isolato non garantiva nemmeno l’incolumità dei visitatori".
[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]
=I LUOGHI=
=BORGO TACCONE.
STORIA PICCOLA
DEL SUD=
”
Borgo Taccone
è questo luogo
dell'assenza,
una storia mancata
di insediamenti rurali.
Eppure non riesci
ad individuare la parola fine
a questa storia.
Il borgo intero sembra piuttosto
un racconto interrotto.
”
di Francesca Di Ciaula
______________
=DISCUSSIONI=
=IL MATTONE DI CALVINO.
60 ANNI DOPO=
”
“Un sovrapporsi
geometrico di parallelepipedi
e poliedri, spigoli e lati di case,
di qua e di là, tetti, finestre,
muri ciechi per servitù contigue
con solo i finestrini smerigliati
dei gabinetti uno sopra l’altro”.
”
di Nicola Sacco
______________
=DISCUSSIONI=
=CRISI. PER SALVARE
L'EUROPA BASTEREBBE
SVEGLIARE IL GIGANTE=
”
Una modesta
frazione
di questo gigante finanziario
narcotizzato e costretto
a stare improduttivo può,
purché l’Europa e la Germania
lo vogliano, finanziare opere
e interventi comuni di sviluppo
e crescita dell’occupazione
di lavoratori in Italia ed in Europa
”
di Mino Magrone
______________
=DISCUSSIONI=
=MODUGNO.
LA DIGNITA' POSSIBILE=
”
Questo, il sindaco
di Modugno,
Nicola Magrone,
ha insegnato nel primo anno
di amministrazione a chi
ha voluto comprendere:
a essere chiari,
a pronunciare il nome delle cose
senza timore, pubblicamente,
non in cenacoli all’ombra
di qualche interesse
che non fosse quello
di tutti i cittadini.
”
di Francesca Di Ciaula
____________________
=DISCUSSIONI=
=TAMARO, IL GRANDE NEMICO
E' IL NIENTE. O LO E'
PIUTTOSTO IL NICHILISMO?=
”
L'angoscia e il disagio
non sono soltanto
sentimenti dei giovani,
sono invece
di noi tutti
in quanto mortali
destinati a finire,
al niente
”
di Mino Magrone
_______________
Sudcritica Modugno
=GUASTO A PASSAGGIO A LIVELLO MODUGNO. IL SINDACO, SITUAZIONE ASSURDA CHE SI RIPETE= 5 aprile 2014 - Dice Nicola Magrone: "Prendero' le opportune iniziative per l'attuazione puntuale di intese precise sui compiti i di Fal e Rete Ferroviaria Italiana. Quello che serve e' scongiurare ulteriori situazioni di grave pericolo".[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]=DISCUSSIONI=
=“La grande bellezza”?=
”
Finché continua
l’umana avventura
in questa valle,
ci sarà scienza, arte,
religione
e l’apocalisse del pensiero
lasciamola ai meno dotati.
Non ci riguarda.
”
di Pippo De Liso
_______________
=DISCUSSIONI=
=JOBS ACT, LAVORO
SENZA DIRITTI
E SENZA DIFESE=
”
l’Europa solidifica
interessi preminenti
anche sottraendo
ai Paesi
a sovranità nazionale
le tradizioni politiche
e i documenti storici d’identità.
L’Italia è in prima fila con la cessione
della Costituzione e la fiammata
di follia collettiva del cambiamento
a tutti i costi, soprattutto in peggio
”
di Pippo De Liso
_______________
[ Leggi tutto]
=DISCUSSIONI=
=Per far ripartire l'Italia
non serve stravolgere
la Costituzione=
”
Proposta, da parte di un attivista
di Italia Giusta, di una piccola
guida pratica, aperta a suggerimenti,
per orientarsi tra i temi
di stretta attualità politica
”
di Nicola Sacco
_______________
[ Leggi tutto]
Sudcritica Modugno
=RACCOLTA DIFFERENZIATA A MODUGNO, SUDCRITICA INTERVISTA L'ASSESSORE = 17 marzo 2014 - Puoi seguire l'intervista anche alla pagina di Sudcritica Modugno.Tra breve, finalmente, anche a Modugno (e per l'intero Aro del quale Modugno è capofila) ci sarà un bando di gara per una vera raccolta differenziata. Con l'aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini dovrà portare al traguardo 'rifiuti zero'. L'assessore comunale Tina Luciano spiega a Sudcritica come accadrà.Riprese e post produzione di Alberto Covella
Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it
=DISCUSSIONI=
L’arroganza
della Rai
”
In nessun altro
Paese europeo
si assiste al pagamento
di un canone obbligatorio
a fronte di una pubblicità
invadente e accentratrice
”
di Pippo De Liso
_______________
[ Leggi tutto]
=DISCUSSIONI=
Il documento
alternativo
"Il sindacato
è un'altra cosa"
per il XVII Congresso
della Cgil
di Pippo De Liso
__________________
[ Leggi tutto]
=DISCUSSIONI=
Una sinistra
nata piccolo-borghese
di Franco Schettini
__________________
“a mio avviso il nostro “marxismo” altro non è stato che riformismo piccolo borghese, nemmeno socialdemocratico”
Il 15 giugno del 1975 Pasolini scriveva, dopo le effimere vittorie delle sinistre, che “l’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione”.
[ Leggi tutto]
Contro la violenza sulle donne
MAGRONE, PALMINA E LE SUE PAROLE HANNO CAMBIATO LA MIA VITACasacalenda, 16 novembre 2013 - intervista di Maurizio Cavaliere. Magrone ricorda il giorno in cui palmina martinelli gli parlò in punto di morte, rivelandogli i nomi dei suoi aguzzini. La 14enne di fasano morì data alle fiamme nel novembre 1981, si era rifiutata di prostituirsi.
DON TONINO BELLO - LA COSCIENZA E IL POTERE
IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZADon Tonino Bello ricordato dal sindaco di Modugno, Nicola Magrone, a Mola di Bari, il 16 ottobre 2013, con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e don Gianni De Robertis.La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione. Secondo il sindaco di Modugno, oggi la costituzione non deve essere modificata.
cronache dall'interno
=IL SINDACO DI MODUGNO NICOLA MAGRONE E LA SUA GIUNTA INCONTRANO I CITTADINI=26 settembre 2013 - Filmato integrale dell'incontroPer la prima volta nella vita amministrativa di Modugno, l’amministrazione parla con i cittadini in un incontro pubblico.
Riprese e post produzione di Alberto Covella
Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it
Commenti
Il perché? Quelli di prima tentano ancora una soluzione a vantaggio di pochi pur se pericolsa (ulteriormente) per molti. E chi denuncia ed indaga vuole, per l'appunto, evitare quell' "ulteriormente" : la Cementeria, prima, e l'EX, dopo ha già fatto danni e lutto per permetterne altri.
La discrasia tra un elenco di opere da effettuare con un budget complessivo di circa tre milioni e la riqualificazion e della ex cementeria mi ha fatto pensare che qualcosa non funzionava....e quel qualcosa lo ha descritto magistralmente la Pecora Nera. Bisogna essere attenti e preparati per svolgere il difficile mestiere di cittadino, l'ho detto e lo ripeterò fino alla nausea