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=MANOVRE E MANOVRATORI. Il decreto che divide l'Italia; in tre= PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
Giovedì 25 Agosto 2011 18:01

 GLI INVISIBILI CHE MANOVRANO

 

LA MANOVRA D’AGOSTO

 

di Nicola Magrone
__________

fantasmaNon si sa che fine farà il decreto legge di agosto 2011 (manovra finanziaria bis perché a luglio ce ne fu una prima che subito apparve insufficiente). Ne stanno in questi giorni discutendo, si dice, alle Camere; i giornali annunciano cambiamenti, modifiche, integrazioni: la faranno franca questi, la faranno franca quelli, salterà il mostricciattolo chiamato contributo di solidarietà, si punterà sull’Iva e cioè su tutti? Insomma, il caos proprio di  un Governo e di un Parlamento in decomposizione. Alla fine, chi ricorderà più, se si dà per possibile che qualcuno nel frattempo l’abbia letto e capito, che cosa diceva esattamente il decreto di agosto proposto dal Governo all’approvazione delle Camere? Ecco: siccome noi riteniamo che dal testo originario approvato dal Governo si deve tentare di capire se il Governo un pensiero e un’idea ce l’ha, e quale, o se invece un manipolo di contribuenti fantasma lo tiene in ostaggio e uno stuolo di aspiranti leaders postberlusconiani si sta proponendo come aggrinzita novità del prossimo autunno, pubblichiamo questo veloce tentativo di analisi di Nicola Magrone che guarda soprattutto alla Costituzione e agli ulteriori colpi di ariete che le vengono inflitti per farla cadere definitivamente. Questo preme soprattutto a Sudcritica e a Italia Giusta secondo la Costituzione. Il resto, in fondo, è una guerra tra bande la quale solo se la Costituzione riesce a farla franca può restare per quanto penosamente entro i limiti tollerabili di una politica da avventurieri e non sporgersi addirittura oltre. Speriamo.

Sudcritica bambin_per_titoli  

Il decreto di agosto

manovra

Il decreto porta il n. 138 e la data del 13 agosto 2011, giorno della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e della sua entrata in vigore. E’ bene dargli un’occhiata anche rapida per cogliere sinteticamente la mostruosità “letteraria” e giuridica di vero e proprio contenitore di proposizioni “indifferenziate” meritevole di un adeguato inceneritore. 

 

Il decreto-contenitore, dunque, si compone dei seguenti quattro TITOLI:


1. Disposizioni per la stabilizzazione finanziaria;

 2. Liberalizzazioni, privatizzazioni e altre misure per favorire lo sviluppo

3. Misure a sostegno dell’occupazione;

4. Riduzione dei costi degli apparati istituzionali

 

Complessivamente, si tratta di venti ARTICOLI:

 

 Disposizioni per la riduzione della spesa pubblica; l’articolo si scompone in 33 COMMI;

 Disposizioni in materia di entrate; l’articolo si scompone in 36 COMMI;

 Abrogazione delle indebite restrizioni all’accesso e all’esercizio delle professioni e delle attività economiche; l’articolo si scompone in 12 COMMI;  

Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa dell’Unione europea; l’articolo si scompone in 35 COMMI;  

 Norme in materia di società municipalizzate; l’articolo è composto da 1 COMMA;  

 Liberalizzazione in materia di segnalazione certificato di inizio attività, denuncia e dichiarazione di inizio attività. Ulteriori semplificazioni; l’articolo si scompone in 6 COMMI;   

 Attuazione della disciplina di riduzione delle tariffe elettriche e misure di perequazione nei settori petrolifero, dell’energia e del gas; l’articolo si scompone in 6 COMMI;   

 Sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità; l’articolo si scompone in 3 COMMI;   

 Collocamento obbligatorio e regime delle compensazioni; l’articolo è composto da 1 COMMA;   

 Fondi interprofessionali per la formazione continua; l’articolo è composto da 1 COMMA;   

 Livelli di tutela essenziali per l’attività dei tirocini; l’articolo si scompone in 2 COMMI;   

 Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro; l’articolo si scompone in 2 COMMI; 

  1. l’articolo si scompone in 4 COMMI;  
  2. Riduzione del numero dei consiglieri e assessori regionali e relative indennità. Misure premiali; l’articolo si scompone in 2 COMMI; 
  1. Soppressione di Province e dimezzamento dei consiglieri e assessori; l’articolo si scompone in 7 COMMI; 
  1. Riduzione dei costi relativi alla rappresentanza politica nei Comuni; l’articolo si scompone in 14 COMMI; 
  1. Disposizioni relative al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro; l’articolo si scompone in 2 COMMI; 
  1. Voli in classe economica; l’articolo è composto da 1 COMMA; 
  1. Disposizioni finali; l’articolo si scompone in 2 COMMI; 
  1. Entrata in vigore

 

Come si vede, seguendo una tradizione legislativa infame, si tratta di un coacervo di proposizioni che vanno da principi generalissimi a disposizioni di stile condominiale. Per non parlare del metodo antico di sistematici rinvii a commi e ad articoli di leggi precedenti, a decreti di antica memoria convertiti in legge “con modificazioni” per concludere, si fa per dire, che la parola “cane”, là in quell’indistinto inferno di commi, va sostituita con “cani”.

Davvero un inferno, nel quale stanno a loro agio evasori, profitattori, azzeccagarbugli, politicanti, analfabeti, truffatori e peculatori col “volto mascherato”.

Dentro a siffatto inferno, scansando e tentando di raddrizzare la catena dissoluta e “indifferenziata” di commi e capoversi, nuovi e antichi, ricercando in disperata solitudine di capire almeno di che cosa si sta parlando, mischiando in una miscela repellente l’insieme dissociato di proposizioni, ci ha colpiti il dato (formale e sostanziale) di alcuni rinvii alla Costituzione, citata nel decreto per massacrarla e rimuoverla, illegalmente e con la prepotenza incolta dei riformatori in crociera.

 

Perché tirano in ballo la Costituzione

La portata, le ragioni e le finalità complessive del decreto e dunque della manovra non sono chiarite da nessuna parte. Il testo affastella norme e le mescola con affermazioni che vogliono essere di principio o meramente programmatiche; le cose certe, insomma, sono, come si vedrà, poche, ruvide e pesantemente arbitrarie.

Vi sono, tuttavia, nel decreto due improvvidi se non temerari riferimenti alla Costituzione dei quali non si capisce la ragione e il senso se non quelli di una riserva mentale riformatrice della Carta.

Vediamoli subito, e forse ci si può fare un’idea della complessiva manovra, ripugnante nella sua oscena nudità.  

 

A)

L’incipit dell’intero decreto (all’articolo 1-1° comma appunto) la dice lunga:

In anticipazione della riforma volta a introdurre nella Costituzione la regola del pareggio di bilancio, si applicano le disposizioni di cui al presente titolo” (Titolo 1., che riguarda - come si è visto - la stabilizzazione finanziaria).

Che cosa vuol dire questo accenno ad una riforma costituzionale della quale il decreto costituirebbe un’”anticipazione”? E ancora: si può anticipare per decreto legge il contenuto di una immaginata ed evidentemente futura  riforma costituzionale? Chi l’ha proposta, chi l’ha pensata, dove si sta discutendo di una riforma del genere? Se un metodo siffatto di legiferare sulla Costituzione fosse ammesso di fatto, tutta la Costituzione finirebbe per essere “anticipata” per vie ordinarie; destino che toccò, e nemmeno tanto brutalmente, allo Statuto Albertino. Non solo. Il pareggio di bilancio è sicuramente un’ottimo approdo, l’approdo tout-court, per qualunque soggetto economico: non spendo più di quanto guadagno. Già; ma esattamente di questo si va discutendo e prendendo atto: di uno Stato (quello italiano, appunto) che ha speso tutto quello che ha incassato e tantissimo di più, indebitandosi oltre il collo, fino alla ormai temuta insolvenza nei confronti dei suoi stessi dipendenti (v. il prospettato differimento del tfr e addirittura della tredicesima mensilità). Cose, va precisato, tutte ben note a tutti, compreso il Presidente della Repubblica il quale tuttavia, alla convention di Comunione e Liberazione in corso a Rimini, ha ritenuto di denunciare la voluta sottovalutazione della crisi da parte di maggioranza e opposizione; l’ha sottovalutata anche lui e se n’è accorto a Rimini, tra un applauso e un’ovazione del “popolo democristiano”?

L’idea, dunque, della costituzionalizzazione del pareggio di bilancio è del tutto paradossale se ad averla è un governo che si presume e si autodefinisce liberale e liberista e che per giunta non ha in genere alcuna considerazione per i principi costituzionali vigenti; essa ha tutta l’aria di evocare gli infausti piani o programmi economici, sembra voler imbrigliare l’economia in una rete di progetti elaborati a tavolino, mette in conto la povertà anche estrema  e la ricchezza impudente quale prezzo per il raggiungimento di un equilibrio di carta.

Insomma, il riferimento contenuto nell’art. 1 del decreto legge ad una ipotetica riforma costituzionale che porti al rango costituzionale il pareggio di bilancio è un mero artificio con finalità altre da quella dichiarata della stabilizzazione finanziaria: mira, cioè, a conferire un fondamento nobile ad un’operazione di mera raccolta di danaro (tasse) per non indebitarsi ulteriormente e non fallire, occhiutamente selezionando i ceti da convocare per contribuire al risanamento finanziario.

Ed infine, il Governo ha l’aria di voler dare ad intendere che l’attuale situazione sia da addebitare all’insufficiente lungimiranza della Carta Costituzionale che avrebbe consentito e favorito la spesa pubblica oltre misura e oltre le capacità stesse delle casse dello Stato; insomma, quella che fu ed è una responsabilità propriamente politica (v. i famigerati contributi a pioggia, l’ipertrofia burocratica, la caritatevole strategia antievasione e così via, con particolare riferimento alla prima Repubblica ma la seconda non ha scherzato e non scherza) diventa, per il Governo, la conseguenza di una lacuna della Costituzione; la quale Costituzione, invece, non ignora il problema e lo affronta così:

Art. 81. Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.

Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.

Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.

Al confronto con questa norma costituzionale, tra le più disattese benché tra le più rigorose, l’ipotizzata costituzionalizzazione dell’obbligo del pareggio di bilancio finisce col ridursi ad un auspicio sedentario, pleonastico se non truffaldino, che sostituirebbe, o integrerebbe svuotandolo, il dovere che la Costituzione vigente impone allo Stato, al Governo e al Parlamento, di non “spendere” più di quanto non incassi. Insomma, l’ipotesi di riforma, buttata lì, quasi per caso, sposta l’osservazione sul rendiconto (il tuo bilancio è in pareggio?) e la distrae dalla fase primaria della legislazione e dell’amministrazione (per far fronte alla spesa che stai affrontando hai il denaro sufficiente, dove lo trovi?).

Per farla breve, tutti sfuggono alla domanda sulle responsabilità del monumentale debito pubblico italiano; nessuno l’ha provocato, favorito, tollerato? Nessuno ha poggiato le sue fortune politiche e sociali su spese che per decenni hanno vissuto sul debito? E pensare che molti che c’erano stanno ancora lì; ed oggi scoprono la necessità di darsi una regolata imponendosi un obiettivo meta economico, diciamo istericamente desiderato ma irraggiungibile, qual è il pareggio di bilancio, un approdo condiviso dal  droghiere deluso che guarda la cassa e corre in banca, un prestito, un debito, all’infinito.  

B)

Un altro fugace riferimento alle responsabilità della nostra Carta Costituzionale nella crisi di oggi sta nell’articolo 3 del Decreto Legge di agosto.

Queste le parole testuali:

1. In attesa della revisione dell’art. 41 della Costituzione, Comuni, Province, Regioni e Stato, entro un anno dalla data di entrata i8n vigore della legge di conversione del presente decreto, adeguano i rispettivi ordinamenti al principio secondo cui l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge nei soli casi di: a) vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali; b) contrasto con i principi fondamentali della Costituzione; c) danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana e contrasto con l’utilità sociale; d) disposizioni indispensabili per la protezione della salute umana, la conservazione delle specie animali e vegetali, dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale; e) disposizioni che comportano effetti sulla finanza pubblica.

2. Il comma costituisce principio fondamentale per lo sviluppo economico e attua la piena tutela della concorrenza tra le imprese”.

E che cosa dice l’art. 41 della Costituzione vigente che si vorrebbe riformare?

Art.41.
L’iniziativa economica privata è libera.


Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

E’ da tenere a mente che l’art. 3 del decreto è inserito nel titolo 2: Liberalizzazioni, privatizzazioni e altre misure per favorire lo sviluppo, che il nuovo principio (dichiaratamente anticipazione della riforma costituzionale, non si sa in quali termini, per quali ragioni e ad iniziativa di chi) e che esso produce, in sintesi, i seguenti minuti provvedimenti a carico di “Comuni, Province, Regioni e Stato” i quali devono adeguarsi entro un anno dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto; essi devono: a) sopprimere le norme incompatibili con la libertà di iniziativa. La virtuosità degli enti sarà valutata anche da questa attività di armonizzazione legislativa; b) liberalizzare e aprire alla concorrenza gli ordinamenti professionali (accesso, formazione continua e tirocini, pattuizioni dei compensi, tutela del cliente); c) limitare gli accessi solo in base alla legge e per motivi di interesse pubblico; d) fermo l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione, gli ordinamenti professionali devono garantire che l’esercizio dell’attività risponda senza eccezione a principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta, che garantisca l’effettiva possibilità di scelte degli utenti nell’ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti; e) gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto per recepire i seguenti principi: 1. L’accesso alla professione è libero e il suo esercizio è fondato e ordinato sull’autonomia e sull’indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnica [?] del professionista. La limitazione, in forza di una disposizione di legge, del numero di persone che sono titolate a esercitare una certa professione su tutto il territorio dello Stato o in una certa area geografica è consentita unicamente laddove essa risponda a ragioni di interesse pubblico e non introduca una discriminazione diretta o indiretta basata sulla nazionalità o, in caso di esercizio dell'attività  in forma societaria, della sede legale della società professionale; 2. previsione dell'obbligo per il professionista di seguire percorsi di formazione continua permanente predisposti sulla base di appositi regolamenti emanati dai consigli nazionali, fermo restando quanto previsto dalla normativa vigente in materia di educazione continua in medicina (ECM). La violazione dell'obbligo di formazione continua determina un illecito disciplinare e come tale e' sanzionato sulla base di quanto stabilito dall'ordinamento professionale che dovrà integrare tale previsione; 3. Il tirocinio impone un equo compenso e non può durare più di tre anni; 4. Il compenso del professionista è pattuito per iscritto, e il cliente ha diritto di conoscere la complessità dell’incarico e avere il preventivo di spesa; 5. il professionista deve assicurarsi per responsabilità professionale e il cliente ha diritto di ottenere gli estremi della polizza; gli ordini possono negoziare la polizza in convenzione.

A farla breve, come per le Province, gli ordini professionali - sempre minacciati di soppressione - si vedono caricati di poteri e doveri che li fanno somigliare a veri ministeri, invasivi e famelici.

E che cosa c’entra l’art.41 della Costituzione e chi è “in attesa della sua revisione” (come recita l’articolo 3 del decreto)?

Gli esempi di questo andamento schizofrenico del Governo (libertà per tutti e su tutto, controllo asfissiante su tutto e su tutti) sono infiniti; onde, è il caso che il visitatore temerario del decreto si avventuri da solo nella selva dei commi del testo con l’augurio che ne esca vivo.

Qui, a noi preme ritornare ad insistere sugli improvvidi richiami contenuti nel decreto alla Costituzione che lì si dà per moribonda se non per morta.

Per fare questo, e per dimostrare quanto l’intento del Governo sia quello di scardinare l’impianto costituzionale strumentalmente dichiarando di volerlo adeguare ai tempi, ci serve richiamare altri due temi di formidabile rilievo politico e sociale.  

 

Il “contributo di solidarietà”

Eccoci alla disposizione più vistosamente “concludente” dell’intero decreto legge: l’ormai famoso “contributo di solidarietà” (per i dipendenti statali non è una novità, essendo, per loro, in vigore, attuato e riscosso e da riscuotere in forza della precedente manovra del luglio 2011). Si sa ormai (dopo un affannoso preannuncio dai toni caotici, altrettanto difficili  letture e discussioni della norma - art.2 del decreto) di che cosa si tratta. In breve: chi percepisce un reddito (lordo) tra i 90.000 e i 150.000 euro si vedrà trattenere un “contributo” nella misura del 5% del reddito; chi non solo ha un reddito tra 90.000 e 150.000 euro ma supera quest’ultima soglia verserà un “contributo” nella misura del 10%. Il “contributo” ha come “base” il reddito che supera i 90.000 euro e si ferma ai 150.000 (5%) o che supera i 150.000 (10%) fino all’infinito. Esclusi i contribuenti che non superano i 90.000 euro di reddito lordo, quelli che superano i 90.000 e quelli che superano i 150.000 ammontano a 500-6000.000 unità. La pubblicistica li definisce “ceto medio”, insomma i più ricchi dei poveri. E tutti gli altri, tutti quelli che “viaggiano” su redditi due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci… volte più di 150.000 euro? In verità, essi formalmente non esistono. E non esistono nemmeno quelli che superano 90.000 euro di reddito (sono intorno ai 300.000). Ecco: quelli che “non risultano” sono gli evasori; e lo Stato lo sa bene; bene al punto che il 10% è uguale per tutti quelli che superano i 150.000 euro, qualunque sia il reddito reale che percepiscono; non risultano e quelli che risultano viaggiano intorno alle 200-250.000 unità.

Il Paese, dunque, è diviso in tre (nella logica del Governo): quelli che “non esistono”, perché non raggiungono il tetto di 90.000 euro di redditi (che vengono comunque raggiunti con nuove misure fiscali “ordinarie”, o indirette, nazionali e soprattutto locali); quelli che esistono perché stanno tra 90.000 e 150.000 euro di reddito (sono loro “i solidali”, quelli che pagano il contributo); quelli che superano i 150.000 euro fin dove non si sa perché evadono il fisco (è a loro che il Governo guarda con affettuosa simpatia).

Orbene, il Governo lo chiama “contributo di solidarietà”, come si trattasse del gesto spontaneo di cittadini sensibili alle esigenze del Paese; è una imposta, invece, obbligatoria e senza scampo o possibilità di evasione. Problema: il nostro “sistema tributario” (si spera che la cosa si sappia) è “informato a criteri di progressività” (art.53 della Costituzione). Perché, dunque, il “contributo/imposta” viene previsto in due scaglioni di reddito (oltre 90.000 – oltre 150.000)? perché mai dopo i 150.000 non sono previsti ulteriori aliqote progressivamente modulate sul reddito? Semplice e orribile insieme: perché oltre quella soglia il “contribuente” si fa invisibile; lo Stato lo sa e lo riconosce (e chi li prende quelli? A che serve prevedere aliquote progressive se non siamo capaci di acciuffarli, gli invisibili, anche quando ci sfrecciano sotto il naso a bordo di una Ferrari?).  

 

La contrattazione collettiva si chiude in azienda

Prendiamo, infine, il problema del rapporto contratto collettivo nazionale/contratto aziendale. Il decreto legge - al suo articolo 8 - dà il colpo di grazia al contratto collettivo nazionale prevedendo una minuta e complessa casistica di problemi aziendali affidata alla contrattazione aziendale  (fino alla conseguenza del licenziamento). La norma riconosce agli accordi aziendali efficacia erga omnes, cioè vincolante per tutti  i dipendenti anche per quelli non iscritti ai sindacati firmatari dell’accordo (previa approvazione con un referendum tra i lavoratori). La disposizione ha efficacia retroattiva e dunque gli accordi di Pomigliano e di Mirafiori per la Fiat (quelli che hanno dilaniato lavoratori e sindacati) valgono per tutti; ha avuto ragione Marchionne.

I temi affidati alla contrattazione aziendale sono francamente quasi tutti quelli propri della contrattazione collettiva nazionale; e sono infiniti. Alle rappresentanze sindacali aziendali vengono dati compiti e funzioni che assorbono quasi per intero quelli propri della contrattazione collettiva nazionale.

Non è inutile ricordare e sottolineare che, viste le cose da qui, dal Sud d’Italia, si prospetta un reticolo strettissimo di poteri che insieme si tengono (le assunzioni affidate anche al sindacato non possano - senza regole generali e nazionali - che accentuare il clientelismo proprio del nostro Paese e del Meridione in particolare).

Il contratto collettivo nazionale disciplina la condizione generale e minima del lavoro; quella aziendale dovrebbe tendere a migliorare tali condizioni mentre il decreto legge sembra affidarle la minuta e/o generale disciplina del rapporto di lavoro (dall’assunzione al licenziamento). Gli occhi del politico e dell’amministratore locale o del faccendiere politicante non potranno non essere ancora più attratti dalle aziende del territorio come serbatoi di consensi e di voti.

Da un governo che si definisce liberale ci si sarebbe aspettati un tentativo di liberazione dal sistema feudale dominante nel Mezzogiorno e un’accentuazione delle regole generali per tutti salva la possibilità azienda per azienda di ottenere specifici passi avanti. Così è nato il contratto collettivo nazionale, così la contrattazione aziendale. I sindacati paiono gradire questi sbocchi corporativi nella rappresentanza. Noi no.

 

Una conclusione infantile

Certo, un approdo ci sarà: accetteranno di assecondare Marcegaglia e Montezemolo riscoprendo lo strumento dell’Iva; sfioreranno la tentazione sistematicamente repressa della Tobin tax (quella che colpisce le transazioni in borsa allo scopo di frenare e contenere l’orgia speculativa che ammazza la preda e tira dritto costi quel che costi); sposteranno in alto le aliquote per il “contributo di solidarietà” (tanto, più in alto vai meno raccogli); torneranno a dare un’occhiata ai patrimoni e si ritrarranno spaventati o allo scudo generosamente concesso per il “rientro” dei capitali dall’estero (sembra una festa per il ritorno del figliol prodigo); faranno qualcosa e non si saprà nemmeno a chi ne andrà la paternità.

Il problema è che la crisi nella quale versiamo viene affrontata, come tradizionalmente si fa, con lo strumento del sistema tributario: angusto, accidentato, prendi una pista e ne smarrisci mille; tocchi una voce e ne deformi mille. Se vogliamo tornare al problema che si deve affrontare (il debito pubblico soffoca il Paese) forse è il caso di andare per le spicce. Il Governo spieghi tutto, dica chiaro e tondo che per far soldi deve inseguire quelli che i soldi già li danno, chi non li da è invisibile e lo Stato, infatti, non li vede. Pérché no allora un appello franco, onesto, alla comunità nazionale; un appello semplice, e sia: infantile: caro cittadino, per favore, va alla posta e versa cinquanta cento euro, quello che vuoi e che puoi. Lo fanno per Theleton e il popolo risponde; lo faccia il Governo, se ha la statura, il profilo e la capacità di chiedere fiducia ai cittadini. I cittadini sono migliori del Governo e dello stesso Parlamento, va a finire che d’un colpo mettono a posto i conti pubblici. Poi parliamo di Province, di ordini, di pubblico impiego. Se il Parlamento si sveglia può farle tutte le riforme che servono. Intanto, qui ed ora, mettiamo a posto i conti. Ci provi il Presidente del Consiglio, ci provi il Presidente della Repubblica. Può essere l’occasione storica di fare del cittadino italiano un modello di contribuente che quando è necessario c’è; l’occasione per scoprire l’orgoglio di ciascuno di noi d’aver fatto il proprio dovere civico. Un appello a cittadini e a imprese, a partiti (quelli mantenuti da noi), ai sindacati, ai giornali mantenuti dallo Stato: vadano alla posta e versino il loro contributo. Se l’ostacolo a questa utopia infantile sta nel fatto che il debito pubblico l’hanno fatto proprio loro tanto mostruoso e indomabile a via di prendere e di concedere privilegi e prebende, ne prendano atto e si tolgano dai piedi.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 14 Settembre 2011 15:58
 

Commenti  

 
0 #3 pecora nera 2011-08-25 20:49
L' 'oscuro oggetto del desiderio' è sempre poco oscuro. In questo caso e' la modifica della Costituzione. Visto che la sua modifica è difficile, la s'inventa con la scusa di anticiparla... Non sarebbe ora che si lasciasse perdere finzioni e si cercasse di riconquistare almeno punti di vista di parte? Naturalmente dalla parte dei poveri Cristi che sono invisibili non perché hanno la Ferrari ma perché non possono pagare la bolletta dell'energia elettrica...
Citazione
 
 
0 #2 la lucertola 2011-08-25 20:23
E'difficile,mol to difficile far capire agli italiani che i nostri "politici" senza ombra di dubbio sono "DROGATI di POTERE" e come tali si comportano. Tenerli lontano dal torbido maneggio nell'esercizio della gestione della cosa pubblica,equiva le al disperato sogno di una madre che accortasi del figlio drogato si affida al tempo e alla speranza, che un giorno o l'altro l'incubo finirà. Morirà lei disperata, col figlio che la spoglierà di ogni avere. Una madre saggia diventa dura col figlio, si fa aiutare per fermarlo e combatterlo nell'insano abuso, arriva perfino a disconoscerlo. Le "povere mamme incapaci" chiedono al figlio come aiutarlo ed egli si fa aiutare: le toglie tutto. I poveri "cittadini italiani" al pari delle madri incapaci, invece di disconoscere i politici intossicati dal potere e, contrastare in tutti i modi l'arbitraria gestione della "Repubblica" chiedono che essi trovino le misure adatte ad evitare la spoliazione degli italiani. Moriremo prima, disperati.
Citazione
 
 
0 #1 Michele Silvestri 2011-08-25 19:28
Vento fresco che spazza via l'aria fritta.
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Sudcritica Flash

==MARIO MARANGI, PER L'EXTRAVERGINE DI PUGLIA 'CREARE RETE' TRA I PRODUTTORI=Le ‪‎difficoltà‬ ma anche le grandi ‪opportunità‬ dei ‪‎produttori‬ ‪‎oleari‬ che puntano all'‪‎innovazione‬ e alla ‪‎qualità‬, in ‪Puglia‬ come a Modugno‬.
‪‎Investire‬ nell'‪olivicoltura‬ significa anche ‪valorizzare‬ il ‪territorio‬ e il tessuto‬ ‪sociale‬.
Ecco le ‪sfide‬ che affrontiamo noi ‪giovani‬ ‪‎imprenditori‬ ‎agricoli‬.
[v.in Sudcritica Modugno]

Sudcritica Flash

=IL COMUNE DI MODUGNO ABBATTE IL 'MURO'. LO ACQUISTO' COME OPERA D'ARTE, LO DISTRUGGE COME BAGNO FATISCENTE=
di Francesca Di Ciaula.Il 2 febbraio scorso, in piazza Romita Vescovo, un tempo adibita a mercato del pesce, sono iniziati i lavori di demolizione della parete adiacente ai bagni pubblici.
La motivazione è presto detta: sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità, fatiscenza delle strutture. Il tutto per una spesa di 35 000,00 €.
La parete ricoperta di marmo nero, fu costruita a ridosso della chiesa seicentesca delle Monacelle in pieno centro storico, per nascondere un bagno pubblico, alla vista di chi sostava nella piazzetta. Una visione dai contrasti indicibili. Un monolite scuro e dietro la parete chiara dell'antica chiesetta. L'antico e il nuovo, maldestro tentativo di dare dignità al piastrellato che ha invaso il paese, eppure opera pubblica. La modernità imposta per capriccio o arbitrio, il marmo contro la pietra povera antica. Oggi ulteriore denaro pubblico è stato impiegato per distruggere quel manufatto a nessuno mai piaciuto per la sua manifesta volgarità.

[v.leggi tutto in Sudcritica Modugno]

Sudcritica Flash

=ITALIA GIUSTA, IL COMUNE DI MODUGNO BLOCCHI LO 'SFRATTO' DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO=
di Tina Luciano.

Il movimento Italia Giusta secondo la Costituzione sollecita il Commissario prefettizio a Modugno perché blocchi lo ‘sfratto’ dell’Istituto Nastro Azzurro fino a quando sarà pronta la nuova sede ad esso destinata, in locali comunali che oggi ospitano i Servizi sociali.Il Museo e le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città.
Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo ‘sfrattare’ ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.

[v.anche in Sudcritica Modugno]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=CONSUMO DI SUOLO E COMUNITA' SENZA IDENTITA'. INCONTRO CON GIUSEPPE MILANO=
Il 23 gennaio 2015. Sono intervenuti Pasquale De Santis e Nicola Magrone."Contro il mostruoso consumo di suolo in tutta Italia, serve una mobilitazione dei cittadini, una coscientizzazione che ci faccia capire che la cementificazione costante ha un forte impatto sociale, significa alienazione, perdita di coesione della comunità, significa che non esiste più un'identità delle nostre città. Sentiamo spesso dire che si vuole 'costruire il futuro': ma lo si dice a vuoto, mentre si perpetuano questi atteggiamenti di noncuranza e di malapolitica. Costruire il futuro significa cominciare a far le cose per bene ogni giorno nelle nostre città. Quel che è successo a Modugno lo sapete voi, non ho titolo per parlarne ma parlano i fatti. Basta col dire che edilizia e urbanistica vanno visti come motore dello sviluppo, se poi sappiamo che servono per creare solo lo sviluppo di pochi... basta!"

Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[v.anche in Sudcritica Modugno]

=DISCUSSIONI=

=SOVRANITA' NAZIONALE
MONETARIA
E DEBITO PUBBLICO=

Serafino Pulcini/
Mino Magrone

Monete-antiche-riportate-alla-luce-in-uno-scavo-archeologico


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 [Leggi tutto]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON GIUSEPPE DI CIAULA=
Il 9 gennaio 2015. Coordinamento, formazione, esercitazioni, sicurezza sono i cardini di una buona protezione civile.Fondamentale un piano dettagliato di intervento, con volontari professionali i quali - quando dovessero verificarsi emergenze - sanno che fare ma non usurpano i compiti dei professionisti. Partecipano il presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, Pasquale De Santis, e Francesca Di Ciaula, della segreteria del movimento.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[v.anche in Sudcritica Modugno]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON WILLIAM FORMICOLA=
Il 12 dicembre 2014, su ''Stato di salute del territorio italiano e ruolo della protezione civile''.Al centro dell'intervento, le azioni che gli amministratori devono compiere per prevenire, e per intervenire nel verificarsi di emergenze; gli effetti della mano dell'uomo sull'aggravamento dei rischi, i pericoli legati al consumo del territorio e al costruire senza regole. E' intervenuto il presidente di Italia Giusta, Pasquale De Santis.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[in Sudcritica Modugno]

=POLITICA E CONSENSO=

=LA POLITICA
DELLE LOCUSTE=

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se si vuole tentare
un recupero
delle regole
che tutelino tutti,

bisognerà scontentare
i gruppetti di interesse
che si concentrano come locuste
intorno al patrimonio pubblico

di  Tina Luciano
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=CULTURA, SCUOLA E
TERRITORIO E LA 'NUOVA'
FIERA DEL CROCIFISSO
A MODUGNO=

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Per i Seminari di Italia Giusta
secondo la Costituzione,
incontro - il 21 novembre 2014 -
col musicista dei Radiodervish
Michele Lobaccaro
e con Francesca Di Ciaula
e Valentina Longo.
Su politiche culturali a
Modugno, sul successo
della 'nuova' Fiera
del
Crocifisso inaugurata
con l'amministrazione
Magrone
e sull'importanza
delle relazioni
tra scuola e territorio.

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=DISCUSSIONI=

=ECONOMIA E UE.
CI VORREBBE KEYNES
MA E' TROPPO
DI SINISTRA=

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Ilquadro
macroeconomico

dell’Europa
dovrebbe suggerire
la ripresa di politiche economiche
poggiate sulle argomentazioni
della cosiddetta sintesi postkeynesiana.
Invece, ciò è ancora molto lontano
dall’essere preso in considerazione
dalle istituzioni europee

di  Mino Magrone

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=LE SCELTE FISCALI DELLA GIUNTA MAGRONE PER PROTEGGERE I CETI MENO ABBIENTI=
Incontro con Dino Banchino.

Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore al Bilancio dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Banchino ha parlato delle scelte fiscali fatte dalla giunta, tutte improntate all'art.53 della Costituzione italiana, per il quale il sistema tributario nel nostro Paese "è informato a criteri di progressività”.
Per questo, per il 2014 a Modugno non si è pagata la TASI, preferendo scaricare il peso maggiore della contribuzione dei cittadini sull'Irpef. Sono intervenuti Pasquale De Santis, presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, e Nicola Magrone.

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=MODUGNO, LA GIUNTA MAGRONE E L'AIUTO AI PIU' DEBOLI=
Incontro con Rosa Scardigno

Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore ai servizi sociali dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Al centro dell'intervento dell'assessore, gli sforzi per ricostituire servizi disastrati (Ufficio di Piano, in primis), le necessità cui assolvere senza arbitrio, la descrizione di un lavoro interrotto a poco più di un anno dall'insediamento, quando avrebbe potuto dare aiuti più congrui.

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=DISCUSSIONI=

=MODUGNO.
CON ITALIA GIUSTA
PER ROMPERE
L'AGGLOMERATO
DI POTERE=

logo italia giusta internet


Da queste parti
smuovere la stagnazione
di poteri è stato
un azzardo
ed una scelta
 coraggiosa.
E tuttavia la dimostrazione
che un movimento possa spezzare

un meccanismo consolidato
c'è stata.
[...] Che si possano tentare
scelte politiche limpide e nette,
l'esperienza amministrativa
modugnese ce lo insegna

di  Francesca Di Ciaula
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=MODUGNO, LA NUOVA FIERA DEL CROCIFISSO=
Incontro con Tina Luciano -
"Queste sono le ragioni e le modalità della nuova configurazione della Fiera del Crocifisso......da un lato riannodare i fili con il centro della città, dall’altro garantire la sicurezza in un sito che, oltre ad essere isolato non garantiva nemmeno l’incolumità dei visitatori".

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=I LUOGHI=

=BORGO TACCONE.
STORIA PICCOLA
DEL SUD=

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Borgo Taccone
è questo luogo
dell'assenza,
una storia mancata
di insediamenti rurali.
Eppure non riesci
ad individuare la parola fine
a questa storia.
Il borgo intero sembra piuttosto
un racconto interrotto.

di  Francesca Di Ciaula
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=DISCUSSIONI=

=IL MATTONE DI CALVINO.
60 ANNI DOPO=

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“Un sovrapporsi
geometrico di parallelepipedi
e poliedri, spigoli e lati di case,
di qua e di là, tetti, finestre,
muri ciechi per servitù contigue
con solo i finestrini smerigliati
dei gabinetti uno sopra l’altro”.

di  Nicola Sacco
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=DISCUSSIONI=

=CRISI. PER SALVARE
L'EUROPA BASTEREBBE
SVEGLIARE IL GIGANTE=

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Una modesta
frazione

di questo gigante finanziario
narcotizzato e costretto
a stare improduttivo può,
purché l’Europa e la Germania
lo vogliano, finanziare opere
e interventi comuni di sviluppo
e crescita dell’occupazione
di lavoratori in Italia ed in Europa

di  Mino Magrone
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=DISCUSSIONI=

=MODUGNO.
LA DIGNITA' POSSIBILE=

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Questo, il sindaco
di Modugno,
Nicola Magrone,
ha insegnato nel primo anno
di amministrazione a chi
ha voluto comprendere:
a essere chiari,
a pronunciare il nome delle cose
senza timore, pubblicamente,
non in cenacoli all’ombra
di qualche interesse
che non fosse quello
di tutti i cittadini.

di  Francesca Di Ciaula

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=DISCUSSIONI=

=TAMARO, IL GRANDE NEMICO
E' IL NIENTE. O LO E'
PIUTTOSTO IL NICHILISMO?=

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L'angoscia e il disagio
non sono soltanto
sentimenti dei giovani,
sono invece
di noi tutti
in quanto mortali
destinati a finire,
al niente

di  Mino Magrone

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Sudcritica Modugno

=GUASTO A PASSAGGIO A LIVELLO MODUGNO. IL SINDACO, SITUAZIONE ASSURDA CHE SI RIPETE= 5 aprile 2014 - Dice Nicola Magrone: "Prendero' le opportune iniziative per l'attuazione puntuale di intese precise sui compiti i di Fal e Rete Ferroviaria Italiana. Quello che serve e' scongiurare ulteriori situazioni di grave pericolo".[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]

=DISCUSSIONI=

=“La grande bellezza”?=

la grande bellezza


Finché continua
l’umana avventura
in questa valle,
ci sarà scienza, arte,
religione
e l’apocalisse del pensiero
lasciamola ai meno dotati.
Non ci riguarda.

di  Pippo De Liso

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=DISCUSSIONI=

=JOBS ACT, LAVORO

SENZA DIRITTI

E SENZA DIFESE=

CGIL crisi

 
l’Europa solidifica
interessi preminenti
anche sottraendo
ai Paesi
a sovranità nazionale
le tradizioni politiche
e i documenti storici d’identità.
L’Italia è in prima fila con la cessione
della Costituzione e la fiammata
di follia collettiva del cambiamento
a tutti i costi, soprattutto in peggio

di  Pippo De Liso

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=DISCUSSIONI=

=Per far ripartire l'Italia

non serve stravolgere

la Costituzione=

costituzione

Proposta, da parte di un attivista

di Italia Giusta, di una piccola

guida pratica, aperta a suggerimenti,

per orientarsi tra i temi

di stretta attualità politica

di  Nicola Sacco

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Sudcritica Modugno

=RACCOLTA DIFFERENZIATA A MODUGNO, SUDCRITICA INTERVISTA L'ASSESSORE = 17 marzo 2014 - Puoi seguire l'intervista anche alla pagina di Sudcritica Modugno.Tra breve, finalmente, anche a Modugno (e per l'intero Aro del quale Modugno è capofila) ci sarà un bando di gara per una vera raccolta differenziata. Con l'aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini dovrà portare al traguardo 'rifiuti zero'. L'assessore comunale Tina Luciano spiega a Sudcritica come accadrà.

Riprese e post produzione di Alberto Covella

Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it

=DISCUSSIONI=

Larroganza

della Rai

In nessun altro

Paese europeo

si assiste al pagamento

di un canone obbligatorio

a fronte di una pubblicità

invadente e accentratrice

di  Pippo De Liso

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=DISCUSSIONI=

Il documento

alternativo

"Il sindacato

è un'altra cosa"

per il XVII Congresso

della Cgil

 

di  Pippo De Liso

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=DISCUSSIONI=

Una sinistra

nata piccolo-borghese

 

di  Franco Schettini

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a mio avviso il nostro “marxismo” altro non è stato che riformismo piccolo borghese, nemmeno socialdemocratico

Il 15 giugno del 1975 Pasolini scriveva, dopo le effimere vittorie delle sinistre, che “l’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione”.

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Contro la violenza sulle donne

MAGRONE, PALMINA E LE SUE PAROLE HANNO CAMBIATO LA MIA VITA
Casacalenda, 16 novembre 2013 - intervista di Maurizio Cavaliere. Magrone ricorda il giorno in cui palmina martinelli gli parlò in punto di morte, rivelandogli i nomi dei suoi aguzzini. La 14enne di fasano morì data alle fiamme nel novembre 1981, si era rifiutata di prostituirsi.

=LA VIOLENZA ESIBITA=

di Francesca Di Ciaula

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violenza2 [ Leggi tutto]  

DON TONINO BELLO - LA COSCIENZA E IL POTERE

IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZA
Don Tonino Bello ricordato dal sindaco di Modugno, Nicola Magrone, a Mola di Bari, il 16 ottobre 2013, con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e don Gianni De Robertis.La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione. Secondo il sindaco di Modugno, oggi la costituzione non deve essere modificata.

cronache dall'interno

=IL SINDACO DI MODUGNO NICOLA MAGRONE E LA SUA GIUNTA INCONTRANO I CITTADINI=
26 settembre 2013 - Filmato integrale dell'incontroPer la prima volta nella vita amministrativa di Modugno, l’amministrazione parla con i cittadini in un incontro pubblico.

Riprese e post produzione di Alberto Covella

Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it

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