Home Politica =INTERVISTA A NICOLA MAGRONE IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE=
=INTERVISTA A NICOLA MAGRONE IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE= PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
Domenica 09 Dicembre 2012 17:30

 

nicola_magrone

 

intervista di Monica Vignale
a
Nicola Magrone sulla necessità, ora piu' che mai,
della difesa e dell'attuazione della Carta
costituzionale.

L'intervista è tratta da
www.primonumero.it

 

 

 

 

 

 

Stanno facendo a pezzi la democrazia.

 
E' nella Costituzione
la vera rivoluzione che si deve fare   

 

Parola di Nicola Magrone, magistrato innamorato della Carta del ’48 che nell’Italia attuale rischia di diventare un cimelio da rispolverare solo nelle cerimonie. In questa intervista Magrone, impegnato da trent’anni in difesa dei principi costituzionali, spiega lo smantellamento della democrazia in atto in maniera silenziosa, e non si sottrae agli esempi concreti: dal principio di non colpevolezza, impossibile con una giustizia ingiusta, al finanziamento ai partiti ("Una violazione e una forzatura della Costituzione") fino alla limitazione della sovranità popolare. "La nostra costituzione esorta alla mobilitazione, contemplarla da lontano è quanto di più lontano dal suo spirito esista".

di Monica Vignale

_____________

 

Dopo una vita intera da magistrato, nei panni dell’accusatore suo malgrado, ha deciso di reiscriversi all’Ordine degli Avvocati. Ma Nicola Magrone, per otto anni circa al vertice della Procura della Repubblica di Larino (tra le sue inchieste Black Hole, i fondi per il terremoto, il crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia…), non è un avvocato di bocca buona. Seleziona le cause da seguire in maniera rigorosa e con un criterio tutto suo, fedele a quella scelta di “uomo libero” che ha sempre rivendicato, dentro e fuori le griglie dei protocolli: «Difendo persone coinvolte in vicende che per varie ragioni mi stanno a cuore: violenza su ragazze, vittime di stalking anche in ambienti insospettabili, reati ambientali come l’inquinamento da amianto nella ex cementeria di Modugno». «Sono tornato alle origini – avverte – giacché ero avvocato prima di entrare in magistratura».

Ma la più grande battaglia del magistrato di Modugno è un’altra, come anche i molisani hanno avuto modo di capire ascoltando le sue appassionanti arringhe in difesa dei principi fondanti della democrazia italiana: la salvaguardia della Carta Costituzionale. Una cosa che gli fa girare l’Italia, e se necessario – precisa - «mi vede pure al fianco di politici: non importa dove e come, basta che io sia libero dal contesto e possa parlare senza diplomatiche prudenze».
Di cosa? Della Costituzione, proprio quella. «Che esiste, è viva più che mai, non è una bandiera da rispolverare nelle grandi occasioni né un reperto archeologico da ammirare. Il rischio, e lo vediamo, è appunto che sia contemplata a debita distanza e non praticata». Un rischio concreto, imminente? «Peggio, un processo in atto: lo smantellamento è iniziato, e da tempo».

E’ uno dei massimi esperti a livello nazionale degli articoli della Costituzione, trattati anche in alcune pubblicazioni della casa editrice fondata con un gruppo di amici “Popoli e Costituzioni” che hanno fatto il giro del Paese. In curriculum un mandato da deputato eletto con l’associazione Italia Giusta secondo la Costituzione. La Costituzione, attorno alla quale oggi il dibattito è acceso, è il programma politico del movimento.

Invece di godersi la pensione s’è messo a girare dappertutto parlando di Costituzione. La vediamo nelle scuole, nelle piazze, nei convegni. Che succede, il periodo giustifica un impegno più massiccio del solito?

«Non faccio questo da oggi. E’ un impegno volontaristico assunto e praticato anche nei lunghi anni di magistratura. Ora il nodo è arrivato al pettine, diciamo così: siamo allo sbocco di un percorso storico che comincia da subito dopo la caduta del fascismo e arriva fino a oggi, alla soglia della cosiddetta Terza Repubblica».

E qual è il nodo, dottor Magrone?
«Questo: decidere se la Costituzione l’abbiamo accettata davvero o se invece la diamo per contemplata e ignorata, come un bellissimo vestito che non puoi portare al mercato, lo tieni nell’armadio e lo tiri fuori ogni tanto, quando c’è una cerimonia. Oggi la Costituzione è diventata un reperto da chiudere in una custodia come un gioiello che va ammirato per un attimo e subito dimenticato.
Nulla di più lontano dal suo spirito e finanche dalla sua lettera: la nostra Costituzione è la rivoluzione che non siamo riusciti a fare, attuandola. Diciamolo pure: chi la prende sul serio?»

 

Apparentemente tutti. In cosa, secondo lei, viene ignorata?
«In tutto. Di esempi se ne possono fare a bizzeffe. Il più semplice: il principio di non colpevolezza. Lo declamano tutti, a parole. Io sono straconvinto che si tratta di un principio di altissima civiltà, per questo tra i più rivoluzionari. La tentazione è ormai sempre più quella della vendetta e del giudizio sommario; non avverte sempre più spesso anche lei, nella società, un segreto ma diffuso bisogno di pena di morte, subito decisa, subito eseguita?».

E’ vero che lo stato d’animo generale è esasperato. Ma in fondo l’innocenza fino a prova contraria è un principio che tuteliamo. Dov’è che viene calpestato?
«L’aspetto più macroscopico della questione sta nel fatto che i nostri processi sono lunghi, direi eterni; che cosa fa una persona per tutti gli anni necessari a giudicarlo? Non si può fare giustizia in dieci o quindici anni . Ci pensi, siamo al punto che, qui in Molise, ci diciamo: ti ricordi di Black Hole, come se parlassimo di Piazza Fontana? La giustizia in tempi ingiusti è una contraddizione in termini».

Dunque i politici indagati fanno bene a non dimettersi, e a ricandidarsi, nella prospettiva di processi interminabili?
«Intanto, non so che cosa lei intenda con la parola “politici”. Immagino che lei pensi, e comunque io penso, che il politico farebbe bene a non pretendere per sé una sorta di superiorità antropologica rispetto ai cittadini che vivono o muoiono di lavoro e che non hanno alcuna delega a rappresentarne altri nei mille livelli nei quali si articola lo Stato. Anzi: penso che il cosiddetto politico deve convincersi del fatto che il momento nel quale egli si fa rappresentante della società, assume il dovere di dar conto, appunto, alla società di ogni suo atto, gesto, azione od omissione, ci sia o no un pubblico ministero ad inseguirlo. Chieda, insista, pretenda, operi, collabori - se inciampa in una vicenda giudiziaria - perché il giudizio su di lui sia rapido sul piano istituzionale, immediato su quello politico e morale. Insomma, si metta da parte quanto serve e spieghi tutto alla comunità che lo ha delegato a rappresentarla. Il problema è che la macchina giudiziaria non agisce in tempi giusti e ragionevoli, e questo dà spesso al “politico” la veste del martire. Di qui, la tentazione della scorciatoia: basta essere oggetto di indagini per venir ritenuti banditi. Questa “via breve” desertifica la democrazia e la riduce senza regole e senza guida».

Cosa intende esattamente per desertificazione della democrazia?
«Che le regole vengono smantellate, piegate a uso e consumo di ciascuno a seconda della convenienza, stravolte. Prendiamo il finanziamento pubblico ai partiti, argomento che oggi è tornato a scandalizzare tutti, gli stessi politici che sfrontatamente invocano maggiore vigilanza. Se avessimo un minimo di sensibilità per le norme della Costituzione sapremmo la netta differenza che esiste tra distribuire una pioggia di denaro ai partiti dicendo loro ‘gestitevela voi’ e quello che la Costituzione dice invece che vada fatto, cioè la promozione dei partiti, delle associazioni e dei movimenti. Promuovere non significa finanziare, pagare, ma rimuovere gli ostacoli perché una certa attività ritenuta importante socialmente possa essere fatta. Dunque, agevolazioni fiscali, riduzioni di spese per servizi pubblici, come si fa, per intenderci, con le cooperative, con le onlus, col volontariato in genere. Che c’entra il finanziamento con tutto ciò?»

A proposito di partiti. Gustavo Zagrebelski, invocando, proprio come lei, un partito che faccia della Costituzione il suo programma, elenca i criteri di questo partito: uguaglianza, libertà, diritti civili senza veti confessionali o ideologici, e partiti organizzati democraticamente. Ma cosa c’è di più democratico delle elezioni primarie contro cui lei, invece, si è recentemente scagliato?
«Le primarie sono solo uno slogan, perché la partecipazione democratica degli iscritti alla scelta dei candidati a tutti i livelli dev’essere la regola del regime interno di ciascun partito; una regola che la Costituzione impone; il che significa che ogni decisione va presa con un voto degli iscritti. Le primarie italiane, se ci riferiamo alle primarie del centrosinistra, le uniche che abbiamo viste, hanno un limite e una connotazione che le svilisce e forse le vanifica: chiunque (da sinistra a destra) può partecipare inquinando il risultato. Nelle primarie del centrosinistra appena concluse non c’è stato un vistoso tifo del centrodestra per Renzi, atteggiamento sotto molti aspetti francamente odioso perché strumentale? Ma al di là di questo, c’è una domanda fondamentale da farsi: le primarie a che cosa servono in realtà?»
 

 

Domanda retorica: a scegliere il candidato presidente del consiglio.
«E non è una cosa da poco dal momento che il nostro sistema costituzionale prevede che il presidente della Repubblica, ad elezioni e consultazioni avvenute, si guardi intorno e scelga la persona che a suo giudizio ha più possibilità di ottenere il consenso del Parlamento. In Italia, ormai dal 2001, all’esito delle elezioni, il Presidente della Repubblica dà l’incarico al candidato presidente che ha vinto le elezioni: lo fa automaticamente come se adempiesse ad un suo dovere che non esiste. Insomma, da allora, il nostro sistema da parlamentare è diventato presidenziale. Le pare poco?».

Questa cosa lei la disse anche nel 2001, quando sulla scheda elettorale furono scritti per la prima volta i nomi dei candidati premier: Berlusconi da una parte e Rutelli dall’altra.
« Dissi allora al presidente di seggio che la scheda consegnatami era anomala e la restituii. Feci mettere a verbale la mia protesta, ne parlarono tutti i giornali ma nessuno intervenne. Vidi, nella situazione, una sorta di colpo di Stato mascherato da burocratica modifica del contenuto della scheda elettorale: vi apparve per la prima volta l’indicazione dei candidati alla presidenza del consiglio (come lei precisa: Berlusconi e Rutelli). E’ questo che contesto: aver consentito e anzi aver fatto di tutto per modificare artificiosamente il dettato costituzionale, togliendo al presidente della Repubblica (il quale per la verità se ne spogliò ben volentieri) un potere che gli spettava e che gli spetta; insomma, il passaggio per via “tipografica” dalla democrazia parlamentare a quella semipresidenziale».

Non le sembra eccessiva questa posizione? In fondo se ha scelto il popolo… Non è quello cui bisognerebbe tendere? L’attuale legge elettorale è nel mirino proprio perché taglia fuori l’elettore, la volontà popolare.
«La Costituzione del ’48 è talmente illuminata che si fonda su un principio davvero rivoluzionario: nessun potere può ritenersi assoluto, nemmeno la sovranità popolare. Certo, l’investitura diretta da parte del popolo alletta sempre quanti hanno vocazioni autoritarie; “sono stato eletto dal popolo, dunque rispondo solo al popolo”: non è questo il ritornello che ci siamo sentiti ripetere negli ultimi vent’anni da Berlusconi e, sulla sua scia, non solo da lui? La nostra Costituzione, invece, non tollera poteri incontrollati, qualunque ne sia la fonte. Anche al pubblico ministero, ricorderà, è stato giustamente tolto il potere di cattura nei confronti del cittadino; c’è il giudice per le indagini preliminari a controllarlo, e il giudice ha il suo controllore: il Tribunale del riesame. E così via ».

Ma perché amputare anche la sovranità popolare?
«La nostra Costituzione è nata con le ferite profonde lasciate nel Paese da Mussolini, Hitler, dall’integralismo, dal razzismo, dal plebiscitarismo. A Piazza Venezia un oceano di persone osannò Mussolini che annunciava la dichiarazione di guerra. Ci pensiamo poco: non le fa paura un popolo ridotto così? A me sì, molto. Io preferisco un sistema di poteri nel quale ciascun potere limita e controlla gli altri».

Però lo scenario è cambiato, oggi non ci sono né Mussolini né Hitler.
«Mussolini non fece nulla che oggi non si possa replicare. Anzi, cominciò facendo quello che si sta facendo anche oggi, che s’è già fatto. Modificò la legge elettorale, diede il premio di maggioranza, che peraltro era bassissimo rispetto ai premi che si danno oggi, e mise il Parlamento in divisa. Lei sarebbe capace di individuare in Parlamento, oggi, qual è il deputato che la rappresenta? Una sterminata palude anonima».

Insisto con le obiezioni: la Costituzione non dà specifiche indicazioni sulla legge elettorale. Il Parlamento è teoricamente libero di decidere di orientarsi per il bipolarismo, non crede?
«Intanto, il bipolarismo non lo si costruisce per decreti; è in quanto la società si “bipopolarizza”, e non è il caso dell’Italia, come sa. In secondo luogo, la Costituzione ha tra i suoi principi fondanti la tutela delle minoranze, sociali e politiche. Se non piace, questa testardaggine della Costituzione, la modifichino nelle forme e nei limiti che la stessa Costituzione impone; e non ricorrano a sotterfugi».

Colpa del centrodestra di Berlusconi, questo processo di modifica sotterraneo?
«Macché. E’ squisitamente bipartisan, voluto a destra e a sinistra. Berlusconi poteva essere fermato nel ’94, non per incompatibilità ma per ineleggibilità per via della sua proprietà di concessioni televisive. Oggi abbiamo prove su prove che ci fu un accordo preciso tra gli allora Pds e lo stesso Berlusconi. L’ineleggibilità prevista dalla Costituzione non fu eccepita. La sinistra non può pensare di non dovere mai dare conto delle sue azioni e connivenze. Anche io mi ritengo genericamente di sinistra e tuttavia dico alla sinistra: voi, pur potendolo, non avete fermato Berlusconi e avete favorito, appunto, la deriva plebiscitaria. Di questo tipo di “affinità elettive” è costellata la storia degli ultimi vent’anni. Anche in Molise».

Una parentesi, a proposito di essere di sinistra. Lei è stato vicino a Massimo Romano, nei mesi scorsi. Per quali ragioni?
«Costruire Democrazia e lo stesso consigliere regionale Romano (e prima di loro una serie di soggetti politici e culturali del Molise, dalla Cgil, ai Lions, a scuole di ogni tipo) mi hanno chiesto di portare queste tematiche di cui sto parlando con lei in alcuni convegni o incontri. L’ho fatto perché credo che questa sia un impegno civico al quale non posso e non voglio sottrarmi».

Però questi convegni hanno avuto un pesante risvolto politico.
«E’ vero. Soprattutto quelli tra la sentenza del Tar e la decisione del Consiglio di Stato sul rinnovo delle elezioni regionali. Ho visto anch’io che la mia presenza in Molise fu letta anche in chiave politica; Romano fa politica, penso fosse scontata e inevitabile una lettura di questo tipo. Devo aggiungere che in quel periodo ebbi modo di constatare una particolarissima reattività, per così dire, del ceto politico nei miei confronti. Alcuni temettero e dissero, con linguaggio padronale, che speravano che io non andassi in cerca di “un posto al sole” manco si trattasse di un pullman e il Molise fosse “cosa loro”; altri mi segnalarono una certa “diffidenza dei politici di professione e degli addetti ai lavori” rispetto alla mia presenza. Pensai e replicai che avevano mille ragioni per diffidare e che il loro timore era fondato: mica potevano pensare di cooptarmi da qualche parte o di collocarmi in una fila di postulanti. Ho visto politici di professione peggiori, però: quelli che non insinuano ma passano alle vie di fatto. Qualche giorno fa ho raccontato queste piccole avventure sociali prima che politiche a cinquecento studenti delle scuole di Brindisi ».

Era in ballo una sua candidatura, così è sembrato.
«Sì.

Ho letto anche questo».

Ma quella ipotesi è sfumata? E perché?
«Forse era nelle intenzioni di alcuni e forse il monito dei “politici di professione” li ha distolti. Nell’estate scorsa, un suo collega giornalista televisivo mi chiese se avessi intenzione di candidarmi; gli risposi amichevolmente che non ero eleggibile perché se l’avessi fatto e fossi stato eletto mi sarei accontentato che le spese della Regione per me si limitassero ad una stanza in un agriturismo per dormirci e di una cena, possibilmente quotidiana. Praticamente, una dichiarazione di guerra ai notabili in auto blu che impazzano in Molise e non solo».

Tra i politici molisani c’è qualcuno che salva?
«Non è una questione di persone, e d’altra parte non ho rapporti personali con nessun politico del Molise. Alcuni di loro li conosco come indagati, per essermene dovuto occupare a Larino. Per me Iorio, Vitagliano e gli altri sono nomi che ho letto sui giornali. A Frattura, per esempio, che conosco di vista, riconosco il merito di aver posto il problema della regolarità delle scorse votazioni; un’ottima iniziativa perché la democrazia sta nel rispetto delle regole, se no è un imbroglio. Lo stesso rigore, immagino egli applichi in ogni altro caso per esempio a proposito del drammatico problema del conflitto di interessi. In generale, posso dire che dal mio punto di vista di procuratore di Larino (fin quando lo sono stato) il ceto politico del Molise mi è parso alle prese con problemi di clientele più che con i problemi di tutti. Ma posso sbagliare, naturalmente».

Ma se alla fine si ripresentano gli stessi, uno che cerca il cambiamento che dovrebbe fare?
«Non votarli, se crede».

Un’astensione? Ma così non si fa il loro gioco?
«Lei ha ragione. Osservo che, ragionando così, anche lo sciopero dei lavoratori molte volte è un favore all’azienda che risparmia il salario (quando non fa di peggio ingaggiando precari o occasionali). Ma con lo sciopero, quando ci vuole, i lavoratori si uniscono ai lavoratori; un percorso da incoraggiare, sempre. ».

Tanto anche con cento voti il governo lo fanno uguale.
«Sì, lei pone il problema del “meno peggio”. E’ un esercizio che io non sono disposto a praticare anche perché molto spesso è difficile individuare il meno peggio».

In queste sue argomentazioni sembra anche insita la volontà di azzerare le differenze ideologiche, o perfino di superarle nella convinzione che differenze di questo genere non esistono più. Non le pare la stessa posizione assunta da Grillo nel suo tentativo di dire che “tanto sono tutti uguali”?
«Il contrario. Oggi di ideologico resta solo la Costituzione. Lì ci trova segnali di socialismo, di cristianesimo, di liberalismo; li trova lì, in una sintesi che oggi solo uno spregiudicato temerario oserebbe tentare di superare. Grillo, certo, non mi pare si ponga il problema».

Sempre a proposito di Grillo: dire che fanno tutti schifo non è l’anticamera del totalitarismo?
«No. Se fanno tutti schifo, l’antidoto alla deriva totalitaria è nella popolazione democraticamente matura. Insomma, mai più osanna alle dichiarazioni di guerra di un pazzo».

Per esempio?
«La proposta di ridurre il numero dei parlamentari. Anche Grillo ne fa un punto fondamentale del suo programma. Non sono d’accordo. Dove sta scritto che un deputato non possa vivere con due o tremila euro al mese? Perché non si riducono le indennità e i privilegi di questa gente che dovrebbe essere al servizio della Nazione, sempre per citare la Costituzione, invece di tagliare la rappresentanza democratica? Una piccola regione come il Molise chi la rappresenterebbe?»

Questo lei lo dice anche perché convinto che il sistema maggioritario uccida la democrazia?
«Ne ho le prove, come tutti d’altronde. La nostra a Costituzione è stata calpestata e maciullata soprattutto nelle regole della democrazia. Per stare dentro una coalizione e farsi trascinare in Parlamento i partiti devono sospendere la loro identità, negarla. Pensi a quei partiti che sono scomparsi, come Rifondazione Comunista o i Verdi, tra gli altri».

Ma sono scomparsi dal Parlamento perché non hanno preso abbastanza voti, no? Una scelta degli elettori.
«Ne hanno presi pochi per questo barbaro sistema elettorale, che dà ai grandi e toglie ai piccoli; e questo li ha ridotti, Di Pietro compreso, al rango di scodinzolanti postulanti. Con il proporzionale anche Rifondazione, per stare all’esempio, avrebbe avuto il diritto di tribuna. Il “diritto di tribuna” va riconosciuto a tutti i partiti che raggiungano un quorum ragionevole. La rivoluzionaria francese Olympe De Gouges, ribellandosi al rivoluzionario Robespierre gli gridò che le donne “se hanno il diritto di andare al patibolo, devono avere anche il diritto di salire alla tribuna ».

Si è sempre detto che il maggioritario serve alla governabilità, alla stabilità del Paese…
«Si, si dice. La semplificazione non è servita però né a limitare le ruberie, il magna-magna della politica come si dice adesso, né alla stabilità dei governi. I problemi sono rimasti gli stessi e si sono riproposti, peggiorati. E’ imparagonabile la corruzione dei partiti che rubavano col finanziamento illecito durante la prima Repubblica con le ruberie per se stessi della seconda Repubblica. Il governo Berlusconi ha avuto una maggioranza spaventosa eppure è andato in frantumi. Come le legislature di Prodi, anche quelle fatte nella prospettiva di garantire la stabilità, sono esplose dall’interno, perché i conflitti della società non li cancelli con un colpo di penna».

Lei dà l’impressione di essere maniacalmente ossessionato dalle origini delle nostra repubblica democratica. Viene il sospetto che viva come uno spauracchio, un incubo, la svolta del colpo di mano autoritario. Non le sembra una ipotesi inverosimile?
«No, per niente. L’Italia democratica è nata così, la Carta Costituzionale è lei pure ossessionata dal rischio autoritario e appronta i suoi rimedi. E tuttavia, posso ricordarle Licio Gelli, il governo Tambroni, la legge Scelba, le stragi, la mafia, le Brigate Rosse e le leggi Cossiga, posso ricordarle Aldo Moro e la sua condanna a morte, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino? Come ci si difende da tutto questo, giocando forse a cambiare la Costituzione per mano di veri e propri avventurieri e a sguarnire il Paese della sua identità? Come ci si difende dalle velleità militari, esportando la democrazia assistiti da cacciabombardieri? Io penso che poco ci si va preoccupando di tutto questo».

Il massacro della Costituzione secondo lei è reversibile?
«Credo e spero di sì. Noi di Italia giusta secondo Costituzione e la rivista Sudcritica questa problematica la poniamo da oltre trent’anni. Durante il terrorismo contrastammo la repressione indiscriminata di ogni dissenso con uno slogan impegnativo che diceva: “non si combatte il terrorismo abolendo la democrazia”. Adegui le parole, oggi; l’impegno non cambia».

Dunque non sono tutti uguali, no? C’è chi si pone il problema, se non altro.
«Io, e come me altri, avverto la necessità di rispondere a una chiamata alla mobilitazione in difesa della democrazia in Italia. Bisogna cominciare a rivivere la Costituzione per quello che è, una Costituzione che spinge parola per parola alla mobilitazione. Una Costituzione che difende i diritti, quei diritti che ora vengono negati da chi comanda. Il diritto al lavoro, prima di tutto. Contro chi sostiene che il lavoro non è mica un diritto, c’è la Costituzione che dice ‘certo che è un diritto, è un diritto eccome’; anzi, vi si fonda la Repubblica. Ricominciamo da qua: per affrontare la disoccupazione e il problema del lavoro, bisogna almeno partire da un dato, che il lavoro è un diritto sacrosanto. E che chi lavora non deve essere per questo condannato a morte come a Taranto. Le pare?»
 

 

 

L'intervista è tratta da www.primo numero.it

 http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=12378

Ultimo aggiornamento Lunedì 31 Dicembre 2012 16:55
 

Commenti  

 
+1 #1 Michele Silvestri 2012-12-10 08:33
Complimenti davvero dottor Magrone, o semplicemente ed affettuosamente Nicola - secondo quell'amicizia e dunque quel privilegio che mi dai per rivolgermi a te -. Secondo la mia opinione fra i viventi vedo pochissimi in grado di regalarci pensieri tanto illuminati, storicamente lucidi e illuminanti. Fra i grandi del passato, un tuo scritto sta bene accanto ad uno di Montanelli ed è così che sta sulla mensola della mia piccola libreria di casa. Dalle mie letture, poche ma non insufficienti, credo di essermi auto-educato al riconoscimento dei grandi pensieri dei grandi intellettuali, nel senso più vasto possibile di uomini portatori di cultura. E lasciamelo dire pubblicamente, Nicola: tu sei un grande. Vorrei scrivere grandissimo, ma non lo faccio perché da domani non vorrei provare imbarazzo quando, come sempre, mi dai l'onore di ascoltarti e di parlarti semplicemente ed amichevolmente. Grazie per ciò che dici, scrivi e fai. Con stima, affetto e ammirazione. Michele
Citazione
 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Sudcritica Flash

==MARIO MARANGI, PER L'EXTRAVERGINE DI PUGLIA 'CREARE RETE' TRA I PRODUTTORI=Le ‪‎difficoltà‬ ma anche le grandi ‪opportunità‬ dei ‪‎produttori‬ ‪‎oleari‬ che puntano all'‪‎innovazione‬ e alla ‪‎qualità‬, in ‪Puglia‬ come a Modugno‬.
‪‎Investire‬ nell'‪olivicoltura‬ significa anche ‪valorizzare‬ il ‪territorio‬ e il tessuto‬ ‪sociale‬.
Ecco le ‪sfide‬ che affrontiamo noi ‪giovani‬ ‪‎imprenditori‬ ‎agricoli‬.
[v.in Sudcritica Modugno]

Sudcritica Flash

=IL COMUNE DI MODUGNO ABBATTE IL 'MURO'. LO ACQUISTO' COME OPERA D'ARTE, LO DISTRUGGE COME BAGNO FATISCENTE=
di Francesca Di Ciaula.Il 2 febbraio scorso, in piazza Romita Vescovo, un tempo adibita a mercato del pesce, sono iniziati i lavori di demolizione della parete adiacente ai bagni pubblici.
La motivazione è presto detta: sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità, fatiscenza delle strutture. Il tutto per una spesa di 35 000,00 €.
La parete ricoperta di marmo nero, fu costruita a ridosso della chiesa seicentesca delle Monacelle in pieno centro storico, per nascondere un bagno pubblico, alla vista di chi sostava nella piazzetta. Una visione dai contrasti indicibili. Un monolite scuro e dietro la parete chiara dell'antica chiesetta. L'antico e il nuovo, maldestro tentativo di dare dignità al piastrellato che ha invaso il paese, eppure opera pubblica. La modernità imposta per capriccio o arbitrio, il marmo contro la pietra povera antica. Oggi ulteriore denaro pubblico è stato impiegato per distruggere quel manufatto a nessuno mai piaciuto per la sua manifesta volgarità.

[v.leggi tutto in Sudcritica Modugno]

Sudcritica Flash

=ITALIA GIUSTA, IL COMUNE DI MODUGNO BLOCCHI LO 'SFRATTO' DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO=
di Tina Luciano.

Il movimento Italia Giusta secondo la Costituzione sollecita il Commissario prefettizio a Modugno perché blocchi lo ‘sfratto’ dell’Istituto Nastro Azzurro fino a quando sarà pronta la nuova sede ad esso destinata, in locali comunali che oggi ospitano i Servizi sociali.Il Museo e le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città.
Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo ‘sfrattare’ ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.

[v.anche in Sudcritica Modugno]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=CONSUMO DI SUOLO E COMUNITA' SENZA IDENTITA'. INCONTRO CON GIUSEPPE MILANO=
Il 23 gennaio 2015. Sono intervenuti Pasquale De Santis e Nicola Magrone."Contro il mostruoso consumo di suolo in tutta Italia, serve una mobilitazione dei cittadini, una coscientizzazione che ci faccia capire che la cementificazione costante ha un forte impatto sociale, significa alienazione, perdita di coesione della comunità, significa che non esiste più un'identità delle nostre città. Sentiamo spesso dire che si vuole 'costruire il futuro': ma lo si dice a vuoto, mentre si perpetuano questi atteggiamenti di noncuranza e di malapolitica. Costruire il futuro significa cominciare a far le cose per bene ogni giorno nelle nostre città. Quel che è successo a Modugno lo sapete voi, non ho titolo per parlarne ma parlano i fatti. Basta col dire che edilizia e urbanistica vanno visti come motore dello sviluppo, se poi sappiamo che servono per creare solo lo sviluppo di pochi... basta!"

Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[v.anche in Sudcritica Modugno]

=DISCUSSIONI=

=SOVRANITA' NAZIONALE
MONETARIA
E DEBITO PUBBLICO=

Serafino Pulcini/
Mino Magrone

Monete-antiche-riportate-alla-luce-in-uno-scavo-archeologico


_________________

 [Leggi tutto]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON GIUSEPPE DI CIAULA=
Il 9 gennaio 2015. Coordinamento, formazione, esercitazioni, sicurezza sono i cardini di una buona protezione civile.Fondamentale un piano dettagliato di intervento, con volontari professionali i quali - quando dovessero verificarsi emergenze - sanno che fare ma non usurpano i compiti dei professionisti. Partecipano il presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, Pasquale De Santis, e Francesca Di Ciaula, della segreteria del movimento.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[v.anche in Sudcritica Modugno]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON WILLIAM FORMICOLA=
Il 12 dicembre 2014, su ''Stato di salute del territorio italiano e ruolo della protezione civile''.Al centro dell'intervento, le azioni che gli amministratori devono compiere per prevenire, e per intervenire nel verificarsi di emergenze; gli effetti della mano dell'uomo sull'aggravamento dei rischi, i pericoli legati al consumo del territorio e al costruire senza regole. E' intervenuto il presidente di Italia Giusta, Pasquale De Santis.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[in Sudcritica Modugno]

=POLITICA E CONSENSO=

=LA POLITICA
DELLE LOCUSTE=

locuste-madagascar


se si vuole tentare
un recupero
delle regole
che tutelino tutti,

bisognerà scontentare
i gruppetti di interesse
che si concentrano come locuste
intorno al patrimonio pubblico

di  Tina Luciano
__________________

 [Leggi tutto]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=CULTURA, SCUOLA E
TERRITORIO E LA 'NUOVA'
FIERA DEL CROCIFISSO
A MODUGNO=

seminario IG di ciaula longo lobaccaro

Per i Seminari di Italia Giusta
secondo la Costituzione,
incontro - il 21 novembre 2014 -
col musicista dei Radiodervish
Michele Lobaccaro
e con Francesca Di Ciaula
e Valentina Longo.
Su politiche culturali a
Modugno, sul successo
della 'nuova' Fiera
del
Crocifisso inaugurata
con l'amministrazione
Magrone
e sull'importanza
delle relazioni
tra scuola e territorio.

 [Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=ECONOMIA E UE.
CI VORREBBE KEYNES
MA E' TROPPO
DI SINISTRA=

keynes-main-photo


Ilquadro
macroeconomico

dell’Europa
dovrebbe suggerire
la ripresa di politiche economiche
poggiate sulle argomentazioni
della cosiddetta sintesi postkeynesiana.
Invece, ciò è ancora molto lontano
dall’essere preso in considerazione
dalle istituzioni europee

di  Mino Magrone

____________________

 [Leggi tutto]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=LE SCELTE FISCALI DELLA GIUNTA MAGRONE PER PROTEGGERE I CETI MENO ABBIENTI=
Incontro con Dino Banchino.

Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore al Bilancio dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Banchino ha parlato delle scelte fiscali fatte dalla giunta, tutte improntate all'art.53 della Costituzione italiana, per il quale il sistema tributario nel nostro Paese "è informato a criteri di progressività”.
Per questo, per il 2014 a Modugno non si è pagata la TASI, preferendo scaricare il peso maggiore della contribuzione dei cittadini sull'Irpef. Sono intervenuti Pasquale De Santis, presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, e Nicola Magrone.

[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=MODUGNO, LA GIUNTA MAGRONE E L'AIUTO AI PIU' DEBOLI=
Incontro con Rosa Scardigno

Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore ai servizi sociali dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Al centro dell'intervento dell'assessore, gli sforzi per ricostituire servizi disastrati (Ufficio di Piano, in primis), le necessità cui assolvere senza arbitrio, la descrizione di un lavoro interrotto a poco più di un anno dall'insediamento, quando avrebbe potuto dare aiuti più congrui.

[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]

=DISCUSSIONI=

=MODUGNO.
CON ITALIA GIUSTA
PER ROMPERE
L'AGGLOMERATO
DI POTERE=

logo italia giusta internet


Da queste parti
smuovere la stagnazione
di poteri è stato
un azzardo
ed una scelta
 coraggiosa.
E tuttavia la dimostrazione
che un movimento possa spezzare

un meccanismo consolidato
c'è stata.
[...] Che si possano tentare
scelte politiche limpide e nette,
l'esperienza amministrativa
modugnese ce lo insegna

di  Francesca Di Ciaula
____________________

 [Leggi tutto]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=MODUGNO, LA NUOVA FIERA DEL CROCIFISSO=
Incontro con Tina Luciano -
"Queste sono le ragioni e le modalità della nuova configurazione della Fiera del Crocifisso......da un lato riannodare i fili con il centro della città, dall’altro garantire la sicurezza in un sito che, oltre ad essere isolato non garantiva nemmeno l’incolumità dei visitatori".

[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]

=I LUOGHI=

=BORGO TACCONE.
STORIA PICCOLA
DEL SUD=

taccone7


Borgo Taccone
è questo luogo
dell'assenza,
una storia mancata
di insediamenti rurali.
Eppure non riesci
ad individuare la parola fine
a questa storia.
Il borgo intero sembra piuttosto
un racconto interrotto.

di  Francesca Di Ciaula
______________

 [Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=IL MATTONE DI CALVINO.
60 ANNI DOPO=

Credits-LaPresse h partb


“Un sovrapporsi
geometrico di parallelepipedi
e poliedri, spigoli e lati di case,
di qua e di là, tetti, finestre,
muri ciechi per servitù contigue
con solo i finestrini smerigliati
dei gabinetti uno sopra l’altro”.

di  Nicola Sacco
______________

 [Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=CRISI. PER SALVARE
L'EUROPA BASTEREBBE
SVEGLIARE IL GIGANTE=

images


Una modesta
frazione

di questo gigante finanziario
narcotizzato e costretto
a stare improduttivo può,
purché l’Europa e la Germania
lo vogliano, finanziare opere
e interventi comuni di sviluppo
e crescita dell’occupazione
di lavoratori in Italia ed in Europa

di  Mino Magrone
______________

 [Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=MODUGNO.
LA DIGNITA' POSSIBILE=

francesca4


Questo, il sindaco
di Modugno,
Nicola Magrone,
ha insegnato nel primo anno
di amministrazione a chi
ha voluto comprendere:
a essere chiari,
a pronunciare il nome delle cose
senza timore, pubblicamente,
non in cenacoli all’ombra
di qualche interesse
che non fosse quello
di tutti i cittadini.

di  Francesca Di Ciaula

____________________

 [Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=TAMARO, IL GRANDE NEMICO
E' IL NIENTE. O LO E'
PIUTTOSTO IL NICHILISMO?=

rotoletti010


L'angoscia e il disagio
non sono soltanto
sentimenti dei giovani,
sono invece
di noi tutti
in quanto mortali
destinati a finire,
al niente

di  Mino Magrone

_______________

[Leggi tutto]

Sudcritica Modugno

=GUASTO A PASSAGGIO A LIVELLO MODUGNO. IL SINDACO, SITUAZIONE ASSURDA CHE SI RIPETE= 5 aprile 2014 - Dice Nicola Magrone: "Prendero' le opportune iniziative per l'attuazione puntuale di intese precise sui compiti i di Fal e Rete Ferroviaria Italiana. Quello che serve e' scongiurare ulteriori situazioni di grave pericolo".[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]

=DISCUSSIONI=

=“La grande bellezza”?=

la grande bellezza


Finché continua
l’umana avventura
in questa valle,
ci sarà scienza, arte,
religione
e l’apocalisse del pensiero
lasciamola ai meno dotati.
Non ci riguarda.

di  Pippo De Liso

_______________

[Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=JOBS ACT, LAVORO

SENZA DIRITTI

E SENZA DIFESE=

CGIL crisi

 
l’Europa solidifica
interessi preminenti
anche sottraendo
ai Paesi
a sovranità nazionale
le tradizioni politiche
e i documenti storici d’identità.
L’Italia è in prima fila con la cessione
della Costituzione e la fiammata
di follia collettiva del cambiamento
a tutti i costi, soprattutto in peggio

di  Pippo De Liso

_______________

[ Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=Per far ripartire l'Italia

non serve stravolgere

la Costituzione=

costituzione

Proposta, da parte di un attivista

di Italia Giusta, di una piccola

guida pratica, aperta a suggerimenti,

per orientarsi tra i temi

di stretta attualità politica

di  Nicola Sacco

_______________

[ Leggi tutto]

Sudcritica Modugno

=RACCOLTA DIFFERENZIATA A MODUGNO, SUDCRITICA INTERVISTA L'ASSESSORE = 17 marzo 2014 - Puoi seguire l'intervista anche alla pagina di Sudcritica Modugno.Tra breve, finalmente, anche a Modugno (e per l'intero Aro del quale Modugno è capofila) ci sarà un bando di gara per una vera raccolta differenziata. Con l'aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini dovrà portare al traguardo 'rifiuti zero'. L'assessore comunale Tina Luciano spiega a Sudcritica come accadrà.

Riprese e post produzione di Alberto Covella

Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it

=DISCUSSIONI=

Larroganza

della Rai

In nessun altro

Paese europeo

si assiste al pagamento

di un canone obbligatorio

a fronte di una pubblicità

invadente e accentratrice

di  Pippo De Liso

_______________

[ Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

Il documento

alternativo

"Il sindacato

è un'altra cosa"

per il XVII Congresso

della Cgil

 

di  Pippo De Liso

__________________

[ Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

Una sinistra

nata piccolo-borghese

 

di  Franco Schettini

__________________

a mio avviso il nostro “marxismo” altro non è stato che riformismo piccolo borghese, nemmeno socialdemocratico

Il 15 giugno del 1975 Pasolini scriveva, dopo le effimere vittorie delle sinistre, che “l’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione”.

[ Leggi tutto]

Contro la violenza sulle donne

MAGRONE, PALMINA E LE SUE PAROLE HANNO CAMBIATO LA MIA VITA
Casacalenda, 16 novembre 2013 - intervista di Maurizio Cavaliere. Magrone ricorda il giorno in cui palmina martinelli gli parlò in punto di morte, rivelandogli i nomi dei suoi aguzzini. La 14enne di fasano morì data alle fiamme nel novembre 1981, si era rifiutata di prostituirsi.

=LA VIOLENZA ESIBITA=

di Francesca Di Ciaula

____________________

violenza2 [ Leggi tutto]  

DON TONINO BELLO - LA COSCIENZA E IL POTERE

IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZA
Don Tonino Bello ricordato dal sindaco di Modugno, Nicola Magrone, a Mola di Bari, il 16 ottobre 2013, con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e don Gianni De Robertis.La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione. Secondo il sindaco di Modugno, oggi la costituzione non deve essere modificata.

cronache dall'interno

=IL SINDACO DI MODUGNO NICOLA MAGRONE E LA SUA GIUNTA INCONTRANO I CITTADINI=
26 settembre 2013 - Filmato integrale dell'incontroPer la prima volta nella vita amministrativa di Modugno, l’amministrazione parla con i cittadini in un incontro pubblico.

Riprese e post produzione di Alberto Covella

Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it

Newsletter

Grazie per esserti iscritto alla newsletter di Sudcritica. Stay tuned :)
Banner

Contattaci

Da (email)
Oggetto
Inserire questo testoewmzhmrs
 No SPAM