=MODUGNO, UNA FIERA DELLA TRADIZIONE PER LEGAMI NUOVI NELLA COMUNITA'= Stampa
Scritto da Redazione   
Martedì 10 Novembre 2015 06:49

 

fiera 2015 3Una memoria di gruppo sociale per riconoscersi nel paese che viviamo

un tradizionale evento, diventato col tempo immagine sbiadita, si ripropone come vetrina del paese e opportunità di crescita, luogo dello sguardo; un contesto sovraccarico di stimoli eppure luogo dove riproporre relazioni e incontri a voler creare connessioni nuove

 

 

di  Francesca Di Ciaula

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Questa edizione della Fiera del Crocifisso, ci ha sorpreso un po’ tutti. Ha sorpreso chi ha attraversato le strade del paese sature di gente e bancarelle e suoni. Ha sorpreso persino coloro che si sono impegnati, affinché l'evento fosse fruibile nel modo più ordinato e sicuro possibile. Perché il percorrere a piedi le strade del centro, come corrente ha contagiato i visitatori incredibilmente riscopertisi pedoni, viandanti capaci di sguardi sul paese.

fiera 2015 8E se qui un evento come una fiera non può rimediare in un colpo solo a quella difficoltà tutta nostra di intercettare i nostri luoghi attraverso incontri e percezioni del particolare, delle piccole e grandi storie che fanno un gruppo sociale, è anche vero che l’educare allo sguardo, l'inizio di un “sentire” intorno al paese, può accadere all'interno di un evento come questa nuova Fiera del Crocifisso a Modugno.
La fiera si è mostrata così occasione dove prestare attenzione alle storie di lavoro individuale e di gruppo, dell'artigiano che utilizza materiali in maniera inedita, della piccola impresa locale trasmessa in famiglia eppur rinnovata con nuove tecnologie e processi, delle professioni che ripartono da usi e abitudini locali, delle più moderne iniziative di piccola impresa, del ricco sommerso mondo dell'associazionismo.

fiera 2015 9Eppure in un evento come la fiera del Crocifisso a Modugno, “tradizione”,”riscoperta dell’ identità locale”, sono parole che ritornano in queste occasioni. Parole abusate, parole obsolete, che ti ritrovi per le mani senza saper che farne, come agganciarle alla realtà quotidiana. E allora accade che il  tarlo ti attraversa la mente, ma non sai scansionarlo. Cos'è l'identità di un paese che involuto su di sé, non riesce a riconoscersi identico a se stesso oramai da anni? Cos'è questa smania di riconoscimento che prende in tanti, coloro che questo paese hanno visto trasformarsi? Cos'è questo rincorrere una forma identitaria, se non un bisogno sentito in molti? E cos'è questo bisogno, se non il desiderio di mettere insieme immagini del passato e del presente per poi ritrovarsi in un paese mutato, dove è difficile persino accettare in una domenica di festa un centro urbano interdetto al traffico?

Ad attraversarla domenica la fiera e navigare nella fiumana di gente, mi è venuto da pensare che per la prima volta, forse in modo parziale, forse in modo imperfetto, la fiera abbia voluto restituire al paese questa immagine di sé, di trasformazioni e deformazioni che hanno aggredito tanti tra i nostri paesi, ed anche di mutazioni genetiche e sviluppi dell’economia. Così l'antica produzione agricola lascia il passo a nuovi avanzati modi di produzione, l'antica cucina a nuovi modi di riutilizzo di prodotti locali, l'artigianato della piccola manifattura un tempo ad uso e consumo in ristretti ambiti, a fantasiose vetrine sulle strade.

fiera 2015 5Il territorio che vuole presentarsi a se stesso con un volto nuovo a reinvestire risorse e energie e un tradizionale evento, diventato col tempo immagine sbiadita, che invece si ripropone come vetrina del paese e opportunità di crescita, luogo dello sguardo; un contesto sovraccarico di stimoli eppure luogo dove riproporre relazioni e incontri a voler creare connessioni nuove, modi per conoscere e incontrare realtà di lavoro di imprese e associazioni.

Era questo domenica scorsa. Chi c'era l'ha avvertito. C'era il paese con le sue strade del centro, nell'ultimo ventennio soprattutto così dimenticato, irresponsabilmente sottratto a se stesso e tradito; c'erano le strade e i cittadini a percorrerle, a voler ostinatamente sostenere una memoria di gruppo sociale, un tempo comunità e questo desiderio, forse non sempre percepito, di guardarsi e riconoscersi nel paese che viviamo.

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Ultimo aggiornamento Martedì 10 Novembre 2015 07:36
 
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