=L'OPPOSIZIONE A MODUGNO, 'FALLI DA FRUSTRAZIONE' Stampa
Scritto da Redazione   
Sabato 28 Settembre 2013 20:43

 

di Giorgio Tarquini

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Mentre a Roma il governo delle larghe intese sembra cadere ma resta saldamente in sella,  a Modugno,  sembra tenere abbastanza bene il suo esatto contrario: “l’opposizione delle larghissime intese”. Ad essere larghe, per essere precisi sono assai larghe, vi figurano, infatti, insieme ai rappresentanti di PDL, PD e UDC, altre quattro sigle e neonate  formazioni.

Forse, sul termine “opposizione”, al momento, si dovrebbe invece essere più cauti, perché esso esprime un concetto politico alto nella dialettica democratica: significa, infatti, partecipazione attiva, implica responsabilità della rappresentanza, onesto riconoscimento della sconfitta elettorale, lealtà nel perseguire il bene comune. Non vogliamo certo essere prevenuti, è pur vero però, che dall’avvio della nuova amministrazione, alla luce di quanto è accaduto nell’aula consigliare e fuori di essa, qualche dubbio  si insinua nei cittadini di Modugno.

La sensazione che alcune forze politiche locali non abbiano ancora metabolizzato la sconfitta elettorale del maggio scorso è forte; la vittoria di Nicola Magrone continua ad apparire a superstiti del vecchio regime un’autentica iattura, un vero e proprio incubo perfetto che suscita reazioni incontrollate, i cosiddetti ‘falli da frustrazione’, da impotenza. Come altro si potrebbe definire la capillare diffusione, nelle strade del paese, alle prese con  ben altri problemi e difficoltà, di autentiche sciocchezze secondo le quali  il famigerato neo Sindaco, non vuole più  il Luna Park alla festa patronale, oppure che intende vietare i fuochi d’artificio,  tanto per citarne i più originali.

La domanda, semmai, è un’altra: come mai è così difficile qui a Modugno e un po’ ovunque  nel nostro  paese, essere seri, onesti, responsabili, impegnati con diligenza nella propria attività qualunque essa sia, essere dignitosi, decorosi, educati, rispettosi delle regole, delle leggi. Questa latente domanda di normalità, di legalità,  di trasparenza,  tuttora inespressa e soffocata - vedi il  sistema elettorale vigente per le elezioni politiche - trova,  talvolta, canali di sfogo e allora il cambiamento si palesa come possibilità e non  chimera. Qualcosa del genere è accaduto a Modugno a giugno e ora lentamente si intravede qualche crepa nel muro della vecchia indifferenza.

Istantanea_video_42-1I cittadini di  Modugno, ad esempio, che il 26 settembre scorso hanno riempito l’aula magna dell’ITC Fiore, rispondendo all’invito del sindaco  Magrone e della sua Giunta,  per un’assemblea pubblica promessa in campagna elettorale, hanno  mostrato come sia forte l’esigenza di un nuovo corso di relazioni tra il singolo e l’amministrazione, dopo un passato da dimenticare. Un passato che per alcuni - i soliti noti - non si deve riesumare, anzi non si deve nemmeno citare,  anche se siamo costretti a pagare materialmente i costi di quel passato scellerato.  Appariva, invece, netta e palpabile, la sensazione di come sia naturale la volontà di partecipazione della gente alla gestione della cosa pubblica, se solo si presenta l’occasione; come, attraverso una comunicazione diretta, a cui siamo disabituati, sia possibile dar ascolto a tante  voci che tratteggiano una specie di  “Modugno anno zero”, che chiedono una ricostruzione dalle macerie, tante sono le urgenze, le scadenze, i problemi irrisolti.


Ultimo aggiornamento Giovedì 03 Ottobre 2013 23:05
 
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