=CRISI. PER SALVARE L'EUROPA BASTEREBBE SVEGLIARE IL GIGANTE= Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 07 Agosto 2014 00:42

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Una modesta frazione di questo gigante finanziario narcotizzato e costretto a stare improduttivo in una gabbia assurda può, purché l’Europa e la Germania lo vogliano, finanziare con bond europei opere ed interventi comuni di sviluppo e crescita dell’occupazione di lavoratori in Italia ed in Europa

di  Mino Magrone
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In altre circostanze questa rivista ha dato un contributo alla spiegazione della crisi economica che dal 2007-2008 si è scatenata negli Stati Uniti d’America per poi diffondersi in tutta Europa e nel mondo intero. L’argomento fondamentale sotteso a tutto il discorso di Sudcritica sulla crisi è quello “dell’eccesso di risparmio”.

Oggi, è opportuno ritornare sull’argomento perché l’eccesso di risparmio ha molte facce ciascuna di esse meritevole di attenta analisi. Ricorderete le ragioni per le quali la crisi scoppiò negli Usa. Appunto, per eccesso di risparmio. Dovuto nel 2008 al fatto che il forte surplus commerciale della Cina (saldo attivo per migliaia di miliardi di dollari della bilancia commerciale cinese per eccesso di esportazione sulle importazioni) alimentava oltre ogni misura le riserve della banca centrale cinese. Queste risorse finanziarie, sempre più crescenti, non trovando possibili impieghi in patria, hanno preso la via dell’investimento nell’acquisto di titoli immobiliari americani e così causando la più formidabile “bolla creditizia” che la storia ricordi. Noi ancora oggi ne sopportiamo le conseguenze durissime.

Insomma, l’eccesso di risparmio non investito in Cina crea la bolla creditizia in Usa e, poi, il grandissimo “crash”sisifo6ln1 del 2008 e le sue conseguenze ancora forti specialmente in Italia e nei Paesi dell’Europa meridionale.

Oggi l’America è in ripresa economica, la Cina non ha più il surplus commerciale di qualche anno fa per cui la domanda è: se anche per l’Europa meridionale la crisi è spiegabile con la categoria interpretativa dell'“eccesso di risparmio” dove si forma e cresce questo risparmio non investito? Si forma e cresce nel cuore del vecchio continente e si tratta di risparmio non utilizzato, non investito, per almeno cinquemila miliardi di euro. La cifra è enorme; per rendersene conto basti pensare che il debito pubblico italiano è di duemila miliardi di euro e che le entrate annue del nostro bilancio pubblico sono appena superiori a ottocento milioni di euro. Nel cuore dell’Europa un pauroso “buco nero” inghiotte materia finanziaria privando l’eurozona e non solo di quegli investimenti produttivi di cui ha bisogno come il pane. Il cuore economico dell’Europa è la Germania. Ed è lì che si forma e sviluppa l’eccesso di risparmio che priva, per esempio, l’Italia di mezzi finanziari da impiegare in investimenti produttivi di reddito e occupazione di lavoratori.

Più o meno tutti sanno che la Banca dei regolamenti internazionali (Bri) descrive e fornisce dati sul commercio internazionale per cui essa indica anche la consistenza del fenomeno legato a migliaia di miliardi di euro che accumulandosi, per gli straordinari surplus commerciali di alcuni paesi (Germania), generano eccesso di risparmio non investito e, pertanto, crisi economica.

Stiamo discutendo di una quantità enorme di denaro che resta chiusa in una sorta di trappola dalla quale non può uscire per creare crescita economica. La porta d’ingresso nella trappola è il cospicuo avanzo commerciale tedesco. Infatti, l’avanzo degli scambi della Germania con il resto del mondo è di ben duecentottanta miliardi di euro all’anno. La Bri (Banca dei regolamenti internazionali) oltre a determinare i flussi che generano gli avanzi o disavanzi relativi agli scambi internazionali, rileva anche gli “investimenti di portafoglio” cioè gli impieghi puramente finanziari (acquisti e vendite, transazioni in genere, di titoli). La Bri segnala che il “portafoglio” tedesco denuncia la più colossale ritirata e ritorno in patria di migliaia di miliardi di euro.

exportgermaniaL’esposizione tedesca sui titoli italiani, per esempio, è precipitata da 269 miliardi del 2008 a 126 della primavera di quest’anno. La discesa degli investimenti di portafoglio da parte delle Banche tedesche è la più grande operazione di rimpatrio di risparmio della nostra storia economica.

Pertanto, la trappola nella quale è rinchiuso l’eccesso di risparmio della Germania ha un doppio accesso che oggi però consente soltanto l’ingresso nella trappola e chiude ogni possibilità di uscita.

L’eccesso di risparmio tedesco (grande surplus commerciale) non trova sbocchi negli acquisti di portafoglio di titoli (italiani, per esempio) e ciò genera scarsa liquidità in Europa e impossibilità di investimenti produttivi.

La Germania non vuole correre rischi. Le banche tedesche non vogliono registrare nuove perdite sui titoli di stato esteri rischiosi. Perciò migliaia di miliardi di euro sono stati riportati in Germania ed impiegati in titoli di stato tedeschi e altri titoli tedeschi il cui rendimento è pari a zero.

Eppure, la via per dinamizzare l’eccesso di risparmio tedesco da avanzo commerciale è a portata di mano. Cinquemila, forse seimila miliardi di euro sono chiusi in trappola. Una modesta frazione di questo gigante finanziario narcotizzato e costretto a stare improduttivo in una gabbia assurda può, purché l’Europa e la Germania lo vogliano, finanziare con bond europei opere ed interventi comuni di sviluppo e crescita dell’occupazione di lavoratori in Italia ed in Europa

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Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Agosto 2014 00:43
 
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