=I DISASTRI AMBIENTALI= Stampa
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Scritto da Redazione   
Martedì 18 Febbraio 2014 15:34

Lo sguardo lungo dell'amministrare

di Francesca Di Ciaula

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Modugno. Nel 2012 un commissario straordinario, in assenza di giunta e consiglio comunale, all'indomani di dimissioni e delle gravi vicende giudiziarie che hanno coinvolto ex sindaco, alcuni amministratori e tecnici del Comune, assume su di sé in toto – quindi non solo per questioni amministrative di urgenza - i compiti dell'amministrare un paese e tra i tanti provvedimenti ordinari, revoca un'ordinanza sindacale del 2010, che vietava l’insediamento di nuovi stabilimenti industriali dalle ricadute negative sulla qualità dell'aria.

Un paese come Modugno, che condivide con la limitrofa città di Bari una poderosa zona industriale, territorio sul quale ha potuto insediarsi la centrale termoelettrica di Sorgenia e una recente amministrazione, guidata dal sindaco Nicola Magrone, che non si rassegna a ulteriori programmati scempi ambientali e così si oppone decisamente alla costruzione di un impianto di depolimerizzazione della plastica per ricavarne combustibile della società Ecofuel. Una questione trattata in maniera oscena nel periodo di commissariamento, semplicemente come questione afferente l'urbanistica e con tali credenziali inserita nei lavori di un comitato tecnico in Regione.

In questo paese la nuova amministrazione ha posto al centro del proprio programma politico la questione ambientale e il risanamento di scempi urbanistici, vere e proprie ferite dell'assetto urbano, ingiurie alla collettività e ormai ascritte alla storia del paese. Un centro storico devastato, un quartiere periferico nato per il degrado urbano, costruito tra una linea ferroviaria e un' arteria importante a scorrimento veloce, un'ex cementificio fonte di inquinamento di amianto liberato nell'aria grazie a demolizioni sconsiderate e del tutto inadeguate, un rione distaccato dal paese e ad esso collegato da arterie che attraversano aree periferiche e zona industriale, urbanisticamente connesso al problematico quartiere San Paolo della città di Bari, mostri di un'edilizia incompiuta e fatiscente, sono alcune delle questioni impegnative, che questa amministrazione si è dichiarata pronta ad affrontare, accanto alla gestione di altre di uguale rilievo, quali il lavoro e i servizi sociali, problematiche aggravate in un paese con i suoi oltre trentacinquemila abitanti. Sui temi ambientali l'amministrazione attuale fonda non solo la propria credibilità, ma la ragione del proprio esistere, perchè un paese vivibile per tutti diventi realtà.

E tuttavia la questione Ecofuel, questione ambientale che dovrebbe tutti unire tutti, cittadini e associazioni e partiti, intorno al Comune e alle sue dichiarazioni avverse alll'insediamento di una nuova attività inquinante il territorio, così tanto martoriato da esserne geograficamente connotato, finisce per alimentare osservazioni e recriminazioni sulle azioni di sindaco e giunta. È accaduto per l'ex cementeria fonte di inquinamento da amianto. Sindaco e maggioranza sono costretti loro malgrado a muoversi in un mare infinito di ipocrisie e difendere il progetto di un'area verde per il paese come su di una barricata, in una perenne lotta contro detrattori, quelli che sembrano mulini a vento, eppure l'aria che li agita è ancora quella di sempre. Intorno per gli angoli delle piazze ormai deserte, trasformate in piazze virtuali, impoverite di umanità e di visi e corpi reali, l'interfaccia è pura chiacchiera a far emergere menzogne spacciate per frammenti di verità sussurrate, mai verificate.

A quest'aria di accidia di paese, qui siamo stati nel passato tutti abituati, ai personaggi obliqui, alle ambizioni nascoste dietro bandiere di partito, alle piccole guerre. E poi alle parole, parole che nascondono invece di spiegare, rifugi nel burocratichese. Abitudini difficile da dismettere. A volte si affaccia l'impressione che la scena sia sempre la stessa, pensiero suppositivo fumoso che si muove pesante su quello sfondo opaco che è certa politichetta locale, quell' affaccendarsi intorno a questioni piccole, che così poco hanno a che fare col bene pubblico. E tuttavia la realtà si è fatta sempre più complicata, distorta. Difficile distinguere il vero dal falso, nel pantano delle false verità, il detto che contraddice dichiarazioni pubbliche, quando nel discorso melmoso si erge proprio il vessillo del bene pubblico. Della qualità dell'aria i paladini sono in tanti, concordi nel rifiuto dell'eco-mostro, alcuni di contro l'operato del Comune stesso.

Oggi la situazione a Palazzo di Città è diversa. In consiglio comunale siedono sui banchi dell'opposizione i rappresentanti locali di partiti di centro destra e centro sinistra, simmetricamente il rovescio della politica nazionale. Larghe intese sembrano realizzarsi all'opposizione, non per una linea politica ricercata, ma per quel continuare a de-costruire intorno questioni rilevanti per la collettività intera. I recenti consigli comunali hanno dato da riflettere.

In maniera non dissimile da diverse realtà del paese Italia, quell'antico fenomeno che ha fatto tristemente la recente storia dell'amministrare questo paese, quell'inselvatichirsi della figura del politico, lo spazio dell' agire politico frantumato, spezzettato in tante piccole visioni ristrette, campi limitati dello sguardo in cui si esercita la vanità e l'agire per uno scopo fine a se stesso, è da sempre lo stesso terreno di coltura che anima il discorso intorno alla politica nostrana. La materia umana e i suoi bisogni, sono riferite ad individualità e alle rispettive vedute corte, che dell'impianto burocratico-amministrativo hanno fatto il proprio ambito di coltura e sopravvivenza.

Eppure qui qualcuno ha osato proporsi al di fuori di tal seminato e provare a coniugare l'ottica lunga del progetto dal sapore di utopia alla vita burocratica dell'amministrare un paese. Questa nuova amministrazione uscita di recente vincitrice dalle consultazioni elettorali ha voluto saltare quel fosso dell'inerzia, dell'adattamento più cupo a raccogliere le briciole di quell'amministrare sui binari morti della burocrazia e dell'affare. E allora la partita si è fatta dura, aggravata dall'enorme carico di aspettative dei cittadini e l'atavica l'abitudine allo sfogatoio della domanda alle porte o del solo lamento al bar, facile terreno di coltura di mezze verità o falsità divulgate a mezz'aria.

In realtà il paese rinnovato, un cambiamento, lo aspettano in tanti da queste parti. Eppure un paese liberato da veleni, attrezzato con aree verdi e spazi pubblici per anziani e bambini, non dovrebbe essere così lontano dai desideri di tanti cittadini, se solo si provasse a dismettere ottiche da cortile, gli asserragliamenti in gruppi di opinioni senza troppa voglia di confronto e verifica. Pensare un paese diverso: se solo di questo in tanti fossero capaci, le parole potrebbero essere utilizzate per uno scopo comune al servizio del paese intero.

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Ultimo aggiornamento Domenica 23 Febbraio 2014 00:43
 
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