=PALMINA MARTINELLI. IL SUO SORRISO A 35 ANNI DALLA MORTE= Stampa
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Scritto da Redazione   
Venerdì 02 Dicembre 2016 16:16

Palmina-MartinelliPer tutti è ormai il simbolo di vittime

che non devono più tacere

 

 

Sono trascorsi 35 anni da quel 2 dicembre 1981 quando Palmina Martinelli, una ragazzina di soli 14 anni, di Fasano (Brindisi), moriva nel Policlinico di Bari dopo 20 giorni di agonia trascorsi dacché era stata aggredita in casa da due giovani che conosceva e che volevano farla entrare in un giro di prostituzione: la ragazzina si era rifiutata di seguirli e le era stato dato fuoco. La piccola Palmina denunciò i suoi aggressori a tutti coloro che la soccorsero, compresi i medici del Policlinico e il pm di Bari che andò a sentirla in ospedale, Nicola Magrone.

Le persone che lei aveva denunciato come suoi aguzzini, però, furono assolte dai giudici della Corte di Assise di Bari, a conclusione di un processo nel quale furono ripercorse in aula tutte le verifiche possibili delle parole di Palmina: fu persino smontato l'alibi di uno degli aggressori, il quale, il giorno dell'aggressione a Palmina, avrebbe dovuto stare a fare il militare in Veneto e invece era fuggito dalla caserma. Per l'assoluzione in primo grado degli imputati della sua morte (ilpalmina assoluzione 1983 gdm 22 dicembre 1983), il pm Nicola Magrone commentò: “In realtà è un ammonimento terribile a non parlare più, a tacere, un ammonimento per chiunque viva qualcosa del genere a non chiedere di essere creduto o smentito perché bugiardo e calunniatore”. Gli imputati dell'uccisione di Palmina furono assolti anche in secondo grado. La Corte di Cassazione andò anche oltre: nel 1989, a otto anni dai fatti, sostituì la formula dubitativa di secondo grado con quella liberatoria della insussistenza del fatto: così, di fatto, accusando Palmina di aver accusato falsamente coloro che additava come suoi aggressori.

Nonostante questo e nonostante gli anni trascorsi, tuttavia, oggi Palmina è più viva che mai: per quel suo sorriso che ancora illumina la foto d'epoca ormai nota a tutti e per l'opera portata avanti da tutti quelli che le hanno creduto, in primis il pm inquirente dell'epoca, Nicola Magrone, e i medici che la soccorsero e l'ascoltarono (Lello Di Bari, Tommaso Fiore) e tutti coloro che hanno lavorato perché Palmina avesse giustizia: primo tra tutti, l'anatomopatologo Vittorio Pesce Delfino, che ha lavorato sino al suo ultimo giorno di vita sulle dimostrazioni scientifiche della veridicità delle parole di Palmina, ma anche i ricercatori che hanno lavorato con Pesce Delfino (da Susi Lettini a Flavio Ceglie), il magistrato Duccio Rinella, l'avvocato salentino Stefano Chiriatti, alcuni giornalisti (sono parecchi, ma neglscoprimento targa palminai ultimi anni si è occupata di Palmina con maggiore assiduità Federica Sciarelli col suo programma "Chi l'ha visto" - v. http://www.chilhavisto.rai.it/dl/clv/Misteri/ContentSet-f9ce0f72-1548-4abc-90ee-bedaaefcb9a3.html).

La sorella di Palmina, Giacomina Martinelli, nell'ottobre 2012, con l'avv.Chiriatti, ha presentato una denuncia contro ignoti per la riapertura delle indagini sull'omicidio di Palmina. L'intento era quello di ottenere dai giudici non tanto una affermazione di responsabilità dei suoi aggressori - dal momento che coloro che vengono accusati da Palmina sono stati assolti e non possono più venire giudicati per lo stesso reato - quanto una 'attestazione' giudiziaria che Palmina non si suicidò ma fu uccisa. E la magistratura ha finalmente risposto a questa richiesta. A cominciare dalla procura della Repubblica di Brindisi (il procuratore, Marco Dinapoli, e il sostituto Daniela Chimienti): «E' ragionevole ritenere che fu un omicidio»: ha sostenuto la procura nel 2015, dopo aver valutato la questione, ma ha, tuttavia, chiesto al gip l'archiviazione del caso ritenendo che gli indizi che emergono siano riferibili a persone già giudicate e quindi non più processabili. E' stato il primo passo per ridare giustizia a Palmina. Il fatto che la Procura avesse ritenuto “ragionevole” che si fosse trattato di un omicidio doloso fu infatti un passo importante - secondo Magrone - quantomeno per consentire una “riabilitazione morale” della giovane vittima e della sua “credibilità”.

E la Corte di Cassazione ha proseguito in quest'opera di “riabilitazione morale” di Palmina: il 30 marzo 2016, ha infatti ritrattato quel giudizio pesante dato su Palmina dalla stessa Corte nell'89 e, giudicando che Palmina sia stata vittima di una brutale aggressione, ha mandato il fascicolo a Bari perché fossero riaperte le indagini e si accertasse se altre persone possano essere ritenute responsabili del suo omicidio.benvenuta palmina locandina

Sono ancora fiducioso che Palmina ottenga giustizia. È una battaglia di civiltà”, spiega Magrone, per il quale Palmina pagò per la povertà del suo contesto, per la sua insignificanza economica”. Io - aggiunge - ho sempre creduto a quello che lei raccontava e che fosse vero quel che diceva lo abbiamo ampiamente dimostrato, anche di recente con nuove prove scientifiche raccolte con lo studio di Vittorio Pesce Delfino”.

 Magrone oggi è sindaco di Modugno (Bari), cittadina che, il 4 giugno 2016, a Palmina ha intitolato un Largo: per opporsi all'incuria della dimenticanza, ma, soprattutto, per fare di Palmina il simbolo di vittime che non debbano più tacere sull'identità dei propri aguzzini. Nel corso della cerimonia di intitolazione della piazza l'attrice Barbara Grilli ha rappresentato con grande intensità “Palmina - Amara Terra Mia”, un bellissimo lavoro scritto e diretto dal regista Giovanni Gentile. Grilli e Gentile: il sorriso di Palmina ha preso anche loro, e anche loro oggi si battono perché sia conosciuta il più possibile la storia di questa ragazzina indifesa e perché le venga riconosciuta, persino in sede giudiziaria, la giustizia che nel cuore di tutti ha già ottenuto.

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Ultimo aggiornamento Sabato 03 Dicembre 2016 10:37
 
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