=Magrone parla ai cittadini di Modugno= Stampa
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Scritto da Redazione   
Sabato 07 Marzo 2015 11:54

Dopo appena un anno di amministrazione si torna al voto. Un oltraggio alla città.

Ma Modugno sa da dove riprendere.

per sudcritica

 

di  Francesca Di Ciaula

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Ritornare a parlare ai cittadini come atto pubblico, ancora una promessa di impegno per questo paese, Modugno, cui sono stati violentemente sottratti senza motivazione alcuna, spazi di democrazia e azione civile. Venerdì 27 febbraio, in una sala affollatissima, Nicola Magrone, sindaco solo per un anno grazie all'azione clandestina di tredici consiglieri comunali, è tornato a parlare ai cittadini, di questo torto grande che il paese ha subito, nella negazione degli istituti preposti alla rappresentanza e al confronto, dove comunicazione è atto o pubblica azione e azioni possano essere conosciute e riconosciute da tutti. 

Oggi manca questo al paese. Il Palazzo si è rinchiuso su se stesso. Gli atti dell'esercizio del governare risultano poco chiari ai cittadini, per sudcritica 2perché ridotti ad azioni burocratiche, all'indomani dello scioglimento del consiglio comunale e delle oscure dimissioni di tredici consiglieri davanti ad un notaio. Tredici consiglieri, tra cui due candidati sindaco, che hanno agito in spregio al paese, rifiutando il dibattito all'interno di un'aula consiliare. Vien da chiedersi in nome di quali cittadini, a quale rappresentatività essi hanno fatto appello.

Al paese sono stati così sottratti spazi democratici di vita, lasciando alla burocrazia dai modi così spesso imperscrutabili, il compito dell' amministrare attraverso una sommatoria di atti. Il tutto in attesa delle prossime elezioni o chissà accelerando il passo, come da lezione della recentissima gestione commissariale a ridosso delle votazioni del 2013.

Non sappiamo quale situazione troverà sul tavolo la prossima amministrazione. Certo è che quel lavoro interrotto in maniera forzata, fatto di attenzioni ai drammi del paese e alle questioni urgenti disattese da anni, richiedono che quel percorso iniziato possa aver seguito e conclusione. Lo chiedono i cittadini, che hanno dato fiducia ad un sindaco dal volto nuovo e a un inedito corso dell'amministrare il paese, estraneo a logiche spartitorie e partitiche.

comizio 8 set.1Oggi in attesa delle nuove elezioni, spinte autoritarie si annidano nella rimozione collettiva che è lì per attanagliare il paese, nei tentativi di far dimenticare ai cittadini il motivo per cui devono ritornare al voto, perché fatti oscuri son accaduti solo tre giorni prima di un consiglio comunale, era il 22 agosto 2014, che avrebbe dovuto sanare i vuoti nella legalità in tema di urbanistica, rimettendo il tutto sul percorso dovuto, semplicemente inviando alla Regione varianti al piano regolatore mai autorizzate, per quel riscontro mancato ai tempi del sacco urbanistico del paese.

Oggi spinte spregiudicate sono nei tentativi di spingere il paese verso la dimenticanza della propria storia, in particolare degli avvenimenti più recenti. Così la politichetta di questi tempi, non ancora declamata ad alta voce, nasce da questa memoria corta ed è tutta in questa dimenticanza di ieri, nell'uso di parole senza alcun riscontro con la realtà. Si attendono altri proclami elettorali. Per intanto si ricorrono alleanze a prescindere da prospettive limpide e concrete, pensieri che hanno a che fare col paese reale. Più facile far appello ad una demagogica ricerca di bubboneun'idea di paese, come immagine sfocata dietro una cortina di parole vuote. Eppure il paese di cui parlare, che lo vogliano o no, ce lo abbiamo sotto gli occhi. I bisogni cui occorre far fronte sono i nostri, quelli che hanno a che fare con un paese vivibile. Il paese per il quale lavorare non è un'idea, è il paese, che ci hanno lasciato amministrazioni spregiudicate, coinvolte per i suoi esponenti di rilievo con gli arresti; è il paese sottratto a un'amministrazione, che ha potuto lavorare per un anno appena sotto l'assedio di gravosi lasciti, un'amministrazione che si è rimboccata le maniche da subito, ad una settimana dall'insediamento della sua giunta, per far fronte a una questione in passato con disinvoltura lasciata cadere, quella dell'insediamento di una ulteriore attività industriale palesemente inquinante. Nell'assenza di comunicazione, nell'incontro di attenzioni tutte personali, nelle volute dimenticanze.

E tuttavia il paese è altrove, lontano da queste logiche di incontri interessati e contrapposizioni aspre. Il paese è stanco di trasformismo ad ogni elezione, stanco di una storia sempre identica a se stessa, stanco di essere il paese delle palazzine, di non essere il paese dei cittadini. È' per grandissima parte nella voglia di cambiamento e regole certe e uguali per tutti. Questo il motivo di fondo del percorso breve compiuto dalla soppressa amministrazione.

PORTO TORRES2Oggi questo percorso interrotto in maniera violenta deve essere portato a termine, come atto civile di attenzione ai bisogni e alle urgenze. Questi i temi intorno a cui il paese deve discutere, intorno a cui occorre parlare con onestà attraverso l'uso di un linguaggio chiaro e parole che rimandano a realtà vissute sulla pelle dei cittadini. Il paese é logorato da falsi discorsi, ha bisogno di essere pensato al di fuori di timori costretti dal bisogno non riconosciuto e invece diritto esigibile. Il paese ha bisogno che si parli di sé, con onestà e chiarezza, che un dialogo serio ci sia sulle cose che ci riguardano, che appartengono a tutti, un dialogo in cui poter dire e riconoscerci uguali nelle necessità e nella richiesta comune di un paese vivibile.

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Ultimo aggiornamento Sabato 07 Marzo 2015 12:37
 
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