=URBANISTICA, MODUGNO. ORA CI DANNO RAGIONE= Stampa
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Scritto da Redazione   
Giovedì 16 Ottobre 2014 22:22

modugno1

AVEVA RAGIONE MAGRONE.
LO DISSERO AMMINISTRAZIONE COMUNALE, REGIONE, PREFETTO, TAR, LO DICE ANCHE IL COMMISSARIO PREFETTIZIO CHE PROPONE LE STESSE SOLUZIONI SOLLECITATE AL CONSIGLIO COMUNALE SIN DAL 20 GIUGNO

 Si poteva dunque tutto concludere il 20 giugno scorso, se ex consiglieri di maggioranza, con un colpo di mano, non si fossero coalizzati per far cadere l'amministrazione, con la condiscendenza attiva dell'Udc/Ncd ed affiliati e l'astensione complice del Pd.

E amaro constatarlo, ma la conclusione alla quale la vicenda urbanistica sembra avviarsi, stando a recenti dichiarazioni pubbliche del Commissario prefettizio, Mario Ruffo, ripropone ancora una volta, tutta intera la domanda: PERCHE’ E’ STATA FATTA CADERE LA GIUNTA MAGRONE? Domanda alla quale sembra anche si stia già delineando una risposta, visti le intese più o meno larghe PD-UDC-NCD in corso per andare tutti insieme, appassionatamente, alle prossime elezioni, tenendo tra le loro fila tutti coloro che la giunta Magrone, pagando un notaio, l’hanno fatta cadere. La risposta è dunque semplice: PD-UDC-NCD sono stati i mandanti e gli ex consiglieri di maggioranza Giuseppe Lacalamita, Giuseppe Pascazio, Mario Scaramuzzi, Matteo Brunetta, Giancarlo Ragnini, Massimo Angiulli, Lorenzo Gianvecchio sono stati gli esecutori. La giunta Magrone l’hanno fatta cadere tutti insieme, mandanti ed esecutori, per evitare che quell’amministrazione continuasse, come aveva cominciato, a fare piazza pulita di norme illegittime e di appalti e contratti vantaggiosi solo per i privati e mai per il Comune.

Ad ogni modo, obiettivo di questo scritto è di fare un po’ di chiarezza in quello che è accaduto nella cosiddetta vicenda urbanistica negli ultimi mesi, tenendo documenti alla mano (e mettendoli a disposizione di chiunque voglia farsi un’opinione con la propria testa. Le chiacchiere alla tastiera vogliamo lasciarle ad alcuni polemisti ‘impotenti esistenziali’).

Dunque, la questione – come si ricorderà – è che per 15 anni a Modugno si è costruito secondo norme illegittime perché non approvate - come era invece previsto dalle leggi - dalla Regione Puglia.balconi sporgenti2 Le norme non valide furono introdotte con modifiche apportate nel 1999 (con una delibera di Consiglio Comunale, la n.75) alle Norme Tecniche Attuative (NTA) del Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) che era stato approvato dalla Regione Puglia nel 1995. L'illegittimità l'ha rilevata la stessa Regione Puglia investita dalla questione delle norme di costruzione in vigore nel Comune di Modugno dal nuovo dirigente comunale del settore Urbanistica, arch. Francesca Sorricaro, nominato dall’amministrazione guidata da Nicola Magrone che, al suo insediamento, aveva trovato un ufficio urbanistica disastrato e decapitato dagli arresti, compiuti a Modugno nel novembre 2012, di amministratori (tra i quali un sindaco ingegnere e un ex sindaco commercialista, entrambi eletti col Pds-Pd), dirigenti comunali e professionisti, accusati di associazione per delinquere e per la riscossione di tangenti in affari urbanistici ed edilizi. Per la cronaca, arrestati e indagati - in tutto 27 - sono attualmente imputati dinanzi al gup per sapere se dovranno andare a giudizio, come chiede la Procura, oppure no. La Regione Puglia, sulla questione, ha interloquito col Comune con ben cinque note nelle quali ha sempre ribadito l'illegittimità delle Norme del '99, sottolineando che a causa di quella illegittimità le sole Norme vigenti restavano quelle scaturite dal PRGC del '95 (solo a mo' di esempio, guarda a questo link l'ultima nota della Regione Puglia, firmata oltre che dai dirigenti regionali, anche dall'assessore all'urbanistica della Regione Puglia, Angela Barbanente)

La scoperta dell’utilizzazione di norme illegittime per costruire a Modugno risale alla primavera 2014. Da allora Magrone - in collaborazione con la Regione Puglia – e chiedendo la collaborazione del consiglio comunale ha tentato di far uscire il paese dalla situazione nella quale si trovava a causa della scoperta delle illegittimità edilizie: il 20 giugno scorso fece dunque al consiglio comunale una prima proposta di deliberazione consiliare che seguiva le indicazioni regionali (senza contraccolpi per chi avesse acquisito una casa con quelle norme illegali) per evitare che quelle stesse norme illegali potessero essere ancora usate. Ma, da quel 20 giugno, il sindaco si è trovato di fronte ad un muro: un muro costituito da dieci consiglieri della sua ex maggioranza (Lorenzo Gianvecchio, Mario Scaramuzzi, Giuseppe Pascazio, Giuseppe Lacalamita, Giancarlo Ragnini, Massimo Angiulli, Matteo Brunetta, Piero De Benedictis, Anna Rosa Occhiofino, Vito Libero), coalizzatisi all'improvviso in un nuovo gruppo in difesa delle norme definite illegali dalla Regione, e cementato dalla complice astensione delle opposizioni (Pd-Udc-Ncd e gruppi affini).

Che cosa proponeva Magrone in quella seduta consiliare, quella del 20 giugno?:

1) “di prendere atto” del fatto che la Regione Puglia aveva riscontrato che le modifiche apportate dal Consiglio comunale di Modugno con la deliberazione n.75/99 alle Norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale erano illegittime perché risultavano varianti al Prg ma non erano mai state approvate dalla Regione Puglia;

2) di considerare varianti le norme che il consiglio del ’99 non aveva considerato varianti; 3) di inviare, così emendata, la deliberazione n.75/99 alla Regione Puglia perché decidesse se approvare o no le varianti che in precedenza non erano mai state approvate come varianti dalla Regione stessa.

modugno2In quella seduta consiliare, quella del 20 giugno, Magrone e la sua amministrazione vennero messi in minoranza: la loro proposta fu respinta;  dieci consiglieri della ex maggioranza imposero al consiglio la votazione di un documento che non poteva neppure essere votato (perché avrebbe dovuto essere presentato, secondo il regolamento, tre giorni prima della seduta) e che, invece, non solo fu votato ma fu anche approvato col voto favorevole del consigliere Bartolomeo Silvestri, dell’Udc, e la colpevole astensione di Pd e cespugli (tra i quali due ex candidati sindaci). Il documento approvato prevedeva la costituzione di una inutile e dispendiosa commissione di tecnici – ingegneri e architetti – che avrebbero dovuto suggerire al consiglio comunale come comportarsi, nonostante le puntuali indicazioni già fornite dalla Regione Puglia (vedilo a questo link; anche contro postumi ripensamenti secondo i quali alla commissione erano attribuiti compiti risolutivi).

Quel che Magrone sostenne nella seduta consiliare del 20 giugno 2014 lo ripeté in un incontro pubblico a Modugno, con l’assessore regionale Angela Barbanente, il 25 giugno, e chi volesse sentire cosa disse può ascoltarlo qui (http://www.sudcritica.it/politica/782-questione-urbanistica-a-modugno-magroneserve-un-comune-sentire-sulla-necessita-di-costituire-un-approdo) Ad ogni modo, in estrema sintesi, Magrone disse:

la delibera n.75/99 è come un treno deragliato che non ha raggiunto la sua stazione di destinazione (la Regione Puglia); dobbiamo rimettere quel treno sui binari e farlo finalmente giungere in istazione. Tra l’altro, spiegò: “Qui però non è questione di maggioranza e opposizione; qui, se non c'è un comune sentire sulla necessità di trovare un approdo, se si crea un clima di rissa e di armate che si scontrano sulla pelle dei cittadini, è chiaro che rischia di venir meno il senso stesso dell'amministrazione e del consiglio”.

Dunque, l'amministrazione comunale il 20 giugno fu messa in minoranza. Ma il sindaco Magrone tentò un'ultima carta per salvare Modugno dall'illegalità: l'illegalità nella quale, a tutti i costi, volevano invece tenerla dieci consiglieri senza coraggio e senza pudore e un Pd paralizzato dai suoi conflitti di interesse e per questo inchiodato al sistematico voto di astensione. L’ultima carta era una nuova proposta sulla questione urbanistica, da votare in un consiglio comunale convocato ad hoc, per il 25 agosto. La proposta di Magrone era, questa volta, ben più ampia e articolata e si occupava di sanare tutti gli aspetti della questione (vedila, per intero, a questo link). Nella parte conclusiva della proposta, il consiglio:

“DELIBERA

1) Di richiamare e fare proprie le premesse al presente deliberato rendendole parte integrante e sostanziale del presente dispositivo;

2) Di prendere atto degli allegati pareri forniti dalla Regione Puglia giusta note prot.n.24567 del 26.05.2014 nota prot.n.31457 del 3.07.2014 e prot.n.32464 del 9.07.2014 e di quanto in essi contenuto;

3) Di prendere atto in particolare dei profili di invalidità parziale in ordine ai rilevanti ed inequivocabili profili di variante, come sopra in punto di diritto enucleati e di seguito ancora una volta specificate, di cui alle deliberazioni allegate al presente deliberato ed in particolare:

a) Relativamente alla deliberazione C.C.n.75/1999:

- dalle NTA modificate dalla suddetta variante devono essere eliminate le parti in neretto riportate nei seguenti articoli:

·         Titolo I: artt. 4.1, 4.11, 4.17, 4.18, 6.3, 9 (aggiunta “standard urbanistici)

·         Titolo II: artt. 4 (zone B1 B2 B3: rapporto altezza – larghezza stradale; verde attrezzato), 8 (zona C4), 9 ( per ulteriori destinazioni d’uso previste: attività commerciali di vendita e distribuzione, ecc; lotti interclusi; ampliamento), 11, 14 bis, 15 (piano dei servizi), 16 (piano dei servizi), 17 (piano dei servizi), 21] come evidenziati dalla Regione Puglia i quali, ascrivibili alla categoria dell’annullabilità per incompetenza relativa e per eccesso di potere dovuto a cattivo esercizio in concreto dello stesso, hanno consentito comunque il prodursi dei conseguenti effetti modificativi e conformativi del territorio ed il conseguente innescarsi di diritti pretensivi da parte dei privati destinatari delle norme di cui al P.R.G.C. e titolari dei diritti medio tempore acquisiti;

b) Relativamente alla deliberazione C.C.n.82/2000:

- le tavole grafiche approvate con tale delibera riportano elementi di variante ad alcune zonizzazioni e non sono tra loro conformi.

4) Di prendere atto, per quanto in premessa evidenziato, che dato il lungo lasso di tempo trascorso ed il criterio di ragionevolezza sancito dalla L.241/1990, come novellato a conferma del consolidato orientamento giurisprudenziale, uniti al principio di derivazione comunitaria della tutela del legittimo affidamento del privato circa l’esatta vigenza delle norme applicate, non è consentito oggi di agire in via di autotutela dei provvedimenti in esame attraverso un loro annullamento parziale con efficacia ex tunc;

  1. Di modificare conseguentemente in parte qua le deliberazioni C.C.n.75/1999 e C.C.n.82/2000 nel senso che è da ritenere che “l’adeguamento disposto con le medesime deliberazioni contiene aspetti di variante allo strumento urbanistico, per le parti in premessa evidenziate, così come consigliato dalla Regione Puglia con i pareri allegati ed in particolare allorquando con nota prot.n.24567 del 26.05.2014 (foglio 5) formalizza l’invito “ad effettuare, qualora interessato al procedimento di variante di cui sopra, gli adempimenti di cui al citato art.16 della l.r. 56/80, previa rettifica di quanto prospettato al punto 3) del deliberato consiliare n.75/99”(…) ed in alternativa comunque “a porre in essere le azioni ritenute idonee a rimuovere i rilevati profili di invalidità connessi alle parti in cui la citata deliberazione ha apportato modifiche al PRG vigente”;

6) Di confermare comunque gli effetti giuridici prodottisi nelle more, anche quali fattispecie in deroga alle disposizioni urbanistiche vigenti;

7) Procedere, in via definitiva e in autotutela, ravvisandone ragioni di opportunità e di necessità, al fine di dare certezza alle norme giuridiche e porre l’organo tecnico-gestionale nelle condizioni di adottare atti validi e inoppugnabili e ai cittadini di evitare l’esposizione ad azioni caducatorie dei titoli ottenuti, all’avvio del procedimento di revoca con efficacia ex nunc dei profili contenenti varianti, come precisato al precedente punto 3);

8) Di prendere atto, altresì, delle conclusioni formulate nei pareri di cui al punto 2) del presente dispositivo, in ordine anche alla necessità di dotarsi di un Testo Coordinato delle norme e delle Tavole contenute nel P.R.G. attualmente in vigore e che rielabori in un unico testo le risultanze istruttorie come in premessa delineate, tenendo conto degli effetti prodotti dalle deliberazioni in argomento e di quanto disposto dalla presente deliberazione;

9) Di fornire al Responsabile del Sevizio Assetto del Territorio i seguenti indirizzi:

b. di redigere un Testo Coordinato delle norme e delle Tavole contenute nel P.R.G. attualmente in vigore e che rielabori in un unico testo le risultanze istruttorie come in premessa delineate, tenendo conto degli effetti prodotti dalle deliberazioni in argomento e di quanto disposto dalla presente deliberazione

c. procedere alla comunicazione di avvio del procedimento di revoca definitiva delle deliberazioni succitate, comunicazione necessaria perché tali deliberazioni potrebbero incidere su posizioni concrete di privati, nella parte in cui costituiscono variante allo strumento urbanistico, nei termini in cui in premessa, procedendo contestualmente all’avvio dell’istruttoria per l'adozione di nuove varianti allo strumento urbanistico, tese eventualmente anche alla rinnovazione nei contenuti di quanto approvato con le deliberazioni C.C.n.75/1999 e 82/2000 se ed in quanto tali contenuti risultino compatibili con l’attuale assetto urbanistico e con le odierne esigenze di crescita e sviluppo del territorio, secondo quanto disposto dalla L.R.20/2001;

d. l'iter di cui al precedente punto a) dovrà avviarsi entro 20gg. dalla pubblicazione della presente deliberazione ed i provvedimenti conseguenti nelle forme di legge dovranno essere sottoposti all'attenzione del C.C. entro 180gg.;

10) Di rimarcare l’esigenza di pervenire, in tempi rapidi, alla stesura del P.U.G., dando impulso alle procedure di affidamento già formalmente poste all’attenzione del Servizio Urbanistica del Comune di Modugno con appositi atti di indirizzo della Giunta Comunale;

11) Di prendere atto, dell’indirizzo della Regione Puglia, nel senso che attualmente sono

“efficaci e vigenti le NTA di cui al testo approvato con le deliberazioni di Giunta Regionale 5110/94 e n.5105/1995”

e, per le parti non costituenti variante allo strumento urbanistico, quanto approvato con le successive deliberazioni consiliari".

Tre giorni prima di andare in consiglio, convocato per il 25 agosto, 13 consiglieri (Gianvecchio, Scaramuzzi, Pascazio, Lacalamita, Ragnini, Angiulli, Brunetta della ex maggioranza e Stella Sanseverino, Pasqua Ruccia, Bartolomeo Silvestri, Antonio Barile, Saverio Fragassi e Antonello Maurelli, della ex opposizione) andarono da un notaio e si dimisero facendo così cadere consiglio, giunta e sindaco.

Perché lo fecero quando avrebbero ben potuto, forti della nuova maggioranza messa insieme, bocciare qualsiasi proposta del sindaco Magrone e approvarne di proprie? La risposta è di giorno in giorno più semplice…

Il Pd in tutto questo continuò a tacere sulle questioni serie e a balbettare sulle questioni facete: solo il 20 agosto - cioè cinque giorni prima della seduta del consiglio ma in una data in cui già tutto il paese sapeva che la maggioranza dei consiglieri comunali non aveva intenzione di presentarsi alla seduta consiliare del 25 agosto - l’unico consigliere comunale Pd protocolla un documento/comunicato stampa/volantino nel quale, con un ardore senza limiti, si spinge a chiedere:

di dare mandato alla Segretaria Generale dell’Ente di inoltrare alla Giunta Regionale la richiesta del Consiglio Comunale di Modugno di confermare formalmente il parere espresso dall’Ufficio Urbanistico Regionale circa i profili di variante al vigente PRGC contenuti in detta deliberazione, corredando la richiesta di parere di tutti gli atti prodotti in materia dalla Giunta Comunale, dal Consiglio Comunale (verbale seduta di CC del 20 Giugno ’14 con relativo atto di indirizzo di costituzione di apposita commissione di studio), dalla Dirigente del Settore Urbanistico di Modugno e tutti gli atti ricevuti dai competenti Uffici Regionali fino a questo momento.
Qualora fosse confermato dalla Giunta Regionale, il parere già espresso dall’Ufficio Urbanistico Regionale, il PD propone che il Consiglio Comunale di Modugno riconosca i profili di variante in essa contenuti e deliberi con apposito atto quanto di competenza affinchè la delibera di CC n.75/99 completi l’iter amministrativo previsto dalla L.R. 56/80.

Il PD, dunque, finalmente, il 20 agosto 2014 arriva a proporre qualcosa: tra molti arzigogoli, chiede che “il Consiglio Comunale di Modugno riconosca i profili di variante contenuti” nella delibera n.75/99 e “deliberi con apposito atto quanto di competenza affinchè la delibera di CC n.75/99 completi l’iter amministrativo previsto dalla L.R. 56/80”, cioè l’approvazione da parte della Regione. Che era quanto il 20 giugno 2014 Magrone aveva sostenuto che il Consiglio dovesse fare: considerare varianti le norme che il consiglio del ’99 non aveva considerato varianti; e inviare, così emendata, la deliberazione n.75/99 alla Regione Puglia per le varianti che non erano mai state approvate come varianti dalla Regione stessa.

Caduta l’amministrazione Magrone a causa della fuga dal consiglio dei 13 consiglieri di cui s’è detto, arriva il Commissario prefettizio che, naturalmente, si occupa anche della questione urbanistica, facendo anche incontri con la Regione Puglia, come era già avvenuto per l’amministrazione Magrone. Commissario e Regione avviano pure una Conferenza di servizi per la riscrittura delle Norme tecniche di attuazione divenute inutilizzabili dopo la scoperta delle interpolazioni illegittime:

In una recentissima intervista tv il Commissario al Comune di Modugno, Mario Ruffo, sulla questione urbanistica ha detto:

La conferenza di servizio ha quasi ultimato i suoi lavori e a breve ci sarà disponibile un testo unico delle norme tecniche di attuazione; quindi una riscrittura, una ricucitura anzi delle norme che al momento sono sparse in diversi testi, anche per una facilità e migliore comprensibilità delle stesse. Alcune decisioni assunte nel 1999 sono state ritenute sia dall’ufficio del Comune di Modugno, e confermate poi dalla Regione, ritenute quindi varianti al Prg del 1995; queste disposizioni non hanno avuto la loro consacrazione nell’approvazione da parte della giunta regionale. Quindi al momento l’unica cosa che si può fare è di riadottare nella parte in cui possono essere riadottate quelle disposizioni che allora, nel 1999-2000, non hanno seguito il percorso regolamentare previsto dalla legge regionale 50/86”. “Vorremmo effettivamente arrivare a concludere l’iter della riscrittura delle norme e della riapprovazione delle norme nel giro ci auguriamo di 60 giorni”.

Che dice, dunque, il Commissario che si sta facendo oggi? “riscrittura delle norme” e “riadottare, nella parte in cui possono essere riadottate, quelle disposizioni che allora, nel 1999-2000, non hanno seguito il percorso regolamentare previsto dalla legge regionale 50/86”.

Che diceva la proposta di Magrone per la seduta del 25 agosto? Proponeva

Di prendere atto, altresì, delle conclusioni formulate nei pareri di cui al punto 2) del presente dispositivo, in ordine anche alla necessità di dotarsi di un Testo Coordinato delle norme e delle Tavole contenute nel P.R.G. attualmente in vigore e che rielabori in un unico testo le risultanze istruttorie come in premessa delineate;[ …]procedere alla comunicazione di avvio del procedimento di revoca definitiva delle deliberazioni succitate, […] procedendo contestualmente all’avvio dell’istruttoria per l'adozione di nuove varianti allo strumento urbanistico, tese eventualmente anche alla rinnovazione nei contenuti di quanto approvato con le deliberazioni C.C.n.75/1999 e 82/2000 se ed in quanto tali contenuti risultino compatibili con l’attuale assetto urbanistico e con le odierne esigenze di crescita e sviluppo del territorio, secondo quanto disposto dalla L.R.20/2001.

Più chiaro di così…Ma non è tutto. Perché dal 22 agosto - giorno in cui sindaco, giunta e consiglio sono stati dichiarati decaduti per la fuga di 13 consiglieri - ad oggi, sul piano urbanistico sono accadute alcune altre cose, tra le quali due interventi del Tar Puglia.

E’ successo questo, a farla breve.


Il 5 settembre 2014, il Tar per la Puglia ha respinto la domanda cautelare proposta da […] che aveva chiesto l’annullamento - previa sospensione dell’efficacia - della determinazione del Servizio 4 -assetto del territorio del Comune di Modugno n. 475/2014 del 18.6.2014 avente ad oggetto “sospensione temporanea [per 90 giorni] dell’efficacia del permesso per costruire n. 7/2014 rilasciato in data 20 febbraio 2014 a […], e conseguente sospensione dei lavori” e “l’accertamento del diritto della ricorrente di dare immediato avvio ai lavori di cui al permesso di costruire n. 7/14 rilasciato dal Comune di Modugno”. Dunque, il Tar ha deciso che la determinazione del Responsabile del settore assetto del territorio, architetto Sorricaro (rimossa dal suo incarico con la rimozione del sindaco) non va annullata e resta valida e operante fino alla scadenza dei 90 giorni del termine di sospensione previsto nella determinazione, Insomma, la sospensione fu legittimamente disposta.


Il 24 settembre 2014, il nuovo Responsabile del Servizio 4-assetto del territorio del Comune di Modugno, Architetto Donato Di Noia, ha disposto “la sospensione temporanea dell’efficacia del PdC 7/2014 [lo stesso di prima, ormai scaduto “fisiologicamente”], in quanto “l’intervento proposto comporta l’applicazione di norme che attengono alle modalità di intervento e il rispetto dei parametri urbanistici e conseguentemente occorre effettuare la verifica di conformità con il testo coordinato delle NTA vigenti, in corso di materiale formazione, e la sospensione dell’efficacia del PdC 7/2014”. La sospensione veniva fissata “a partire dal giorno 24/9/2014 per un periodo di giorni 180”. La determina del “nuovo responsabile” del servizio 4 ha fondato le sue ragioni, letteralmente mutuandole dalla determina originaria dell’Architetto Sorricaro e dalla delibera di Giunta n. 47 del 10.6.2014 dell’Amministrazione fatta cadere con lo scioglimento del Consiglio comunale.

Il 25 settembre 2014, il Tar per la Puglia ha respinto il ricorso di […] “per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia”, “della determina [del responsabile del servizio 4, Architetto Sorricaro] in data 20.5.2014 con la quale è stato disposto l’annullamento in via di autotutela del titolo edilizio formatosi per silenzio assenso, per la ristrutturazione edilizia dell’esistente fabbricato sito in Modugno alla via Premuda n. 117”. Il Tar ha considerato l’attuale inesistenza di un possibile danno e, quel che più conta, ha “rilevato che il ricorso non risulta assistito da fumus boni iuris”.


Insomma, dal 22 agosto 2014 ad oggi, e cioè dalla decadenza del Consiglio e conseguentemente della Giunta e del Sindaco per mano di un gruppo di consiglieri, agitatori di proteste nella comunità e ostruzionisti nella istituzione, l’Amministrazione ha avuto ragione per ben quattro volte, e l’ultima in ordine di tempo dal Commissario prefettizio.

Il dato molto significativo, sul quale stranamente nessuna autorità ferma la sua attenzione, sta non solo nel fatto che le iniziative dell’Amministrazione fatta decadere sono state inseguite da strumentali proteste e agitazioni ma anche e soprattutto nel fatto che, caduta, fatta cadere, l’Amministrazione, i critici agitati (imprenditori e tecnici, per non dire dei loro supporters in Consiglio), non hanno più fiatato: il silenzio totale.

Alla fine di questo scritto, ancora una volta la domanda è: perché è stata fatta cadere la Giunta del Sindaco Magrone? Ma la risposta - per coloro che abbiano avuto la pazienza di leggere - dovrebbe essere ormai ben chiara.

[Italia Giusta secondo la Costituzione]

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Ultimo aggiornamento Venerdì 17 Ottobre 2014 17:17
 
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