='QUESTIONE URBANISTICA' A MODUGNO. I PARERI DEI TECNICI, INVIARE SUBITO ALLA REGIONE PUGLIA LA DELIBERA DEL '99= Stampa
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Scritto da Redazione   
Martedì 17 Giugno 2014 23:21

 

DAL 1999 AL 2014 A MODUGNObalconi sporgenti2
SI È COSTRUITO
CON NORME ILLEGITTIME

 

In consiglio comunale si chiede che siano i tecnici a decidere la soluzione della questione urbanistica. Tecnici che in massima parte si sono già espressi. Ecco le loro opinioni nei confronti già compiuti con l'amministrazione comunale

 

Dal 1999 al 2014 nel territorio di Modugno si è costruito seguendo norme non valide perché non approvate – come era invece previsto dalle leggi - dalla Regione Puglia. Le norme non valide furono introdotte con modifiche apportate nel 1999 (con una delibera di Consiglio Comunale) alle norme tecniche attuative del Piano Regolatore Generale Comunale che era stato approvato dalla Regione Puglia nel 1995. L'illegittimità l'ha rilevata la stessa Regione Puglia investita dalla questione delle norme di costruzione in vigore nel Comune di Modugno dal nuovo dirigente comunale al settore Urbanistica, Francesca Sorricaro, nominato dall’amministrazione guidata da Nicola Magrone, in carica da un anno.

In molte parti, le norme del 1999 ritenute dalla Regione non valide hanno modificato il Piano regolatore generale in maniera anche rilevante, per esempio alterando il rapporto tra altezza degli edifici e larghezza stradale, escludendo dal calcolo della complessiva superficie edificabile le superfici di scale esterne e balconi o ancora inserendo in aree destinate ad attività industriali altre destinazioni d’uso come attività commerciali di vendita e distribuzione. In altri casi non hanno tenuto delle prescrizioni della Regione, per esempio riguardo a sopraelevazioni o ristrutturazioni.

Il Sindaco di Modugno, Nicola Magrone, nella seduta del consiglio comunale del 28 maggio 2014,  ha illustrato l’allarmante situazione urbanistica della città; ha rassicurato l’opinione pubblica per quanto riguarda il rischio di coinvolgimento delle realizzazioni urbanistiche già realizzate e ha posto il problema del presente e del futuro, concludendo con un appello all’unità delle forze politiche della città, ai professionisti, ai lavoratori, agli imprenditori, agli artigiani, agli intellettuali per affrontare un problema che è stato ereditato dal passato e che produce i suoi effetti anche oggi sulla qualità della città e della vita dei cittadini.

Nella seduta del 20 giugno del consiglio comunale convocata su richiesta del sindaco per discutere di come risolvere la questione urbanistica, dieci consiglieri di maggioranza e uno dell’Udc - col parere contrario dell’amministrazione - hanno tuttavia scelto di decidere, di fatto, per un rinvio di mesi, approvando la costituzione da parte del Comune di una sorta di commissione di tecnici che dovrebbe in 45 giorni dal suo insediamento (problemi di regolamenti e di ferie esclusi) elaborare proposte tra le quali il consiglio comunale dovrebbe poi scegliere quella che sembrerà la migliore. E' stata bocciata invece la proposta dell’amministrazione, sostenuta da sei consiglieri di maggioranza, compreso il sindaco, di inviare subito le norme del 1999 alla Regione Puglia per concordare la soluzione con la Regione stessa, interlocutore sovraordinato del Comune sulla questione della pianificazione del territorio.

 A parte le questioni tecniche che si pongono nella costituzione della commissione decisa dai dieci consiglieri comunali di maggioranza e dal consigliere dell'Udc, molti dei tecnici che si vorrebbero in commissione si sono già espressi in un confrontoi al quale sono stati chiamati dall'amministrazione comunale il 10 giugno scorso dicendosi tutti più o meno concordi sulla necessità di una ricostruzione delle norme a partire dal Prg del 1995, che secondo il sindaco, Nicola Magrone, non può che essere il primo passo dal quale partire per affrontare poi le questioni successive. E dicendosi concordi sulla necessità di risolvere la questione in tempi rapidi, la stessa rapidità di tempi auspicata dall'assessore regionale Angela Barbanente che in un intervento fatto a Modugno, in un convegno organizzato dal Pd, ha concordato in toto sulla linea indicata dal sindaco.
Riproponiamo dunque, alcune delle posizioni già espresse da tecnici e rappresentanti di ordini e categorie professionali nell'incontro convocato dall'amministrazione comunale il 10 giugno scorso. La trascrizione è di Sudcritica.

IL DOCUMENTO

VINCENZO SINISI, Presidente Ordine Architetti della provincia di Bari: “Oggi penso che tutti noi dobbiamo, imprenditori, tecnici, cittadini, semplicemente dire: pretendiamo la certezza del diritto. È capitato oggi, sarebbe stato meglio che capitava ieri, avant'ieri ... è capitato oggi. Da oggi io ritengo che è indispensabile voltare pagina, non soltanto sotto il profilo della preoccupazione di eventuali ripercussioni perchè oggi tutti insieme noi sappiamo che andava fatto un atto e questo atto non c’e’ [l'approvazione da parte della Regione Puglia della delibera del 1999 del Consiglio comunale di Modugno, ndr]. Poi se il timbro è arrivato … sapeva, non sapeva … sapeva fino a che punto ... la presa d'atto, doveva dire, non doveva dire qualcosa … lo andremo a chiedere se ci verrà voglia di scrivere un libro su questa storia a quei protogonisti … però noi oggi, dobbiamo garantire l’oggi e l'oggi significa riportare tutto nel quadro di regole che ... il dirigente dovrà firmare con tutte la serenità necessarie gli atti che dovrà rilasciare, perché io penso che il primo obiettivo … come dire ... la prima ad essere necessariamente impegnata è la collega … perché oggi non c’è un organo di controllo, lei dirà “questo atto è conforme alla norma vigente”. Punto. Quindi in primis è la persona che darà la prima certezza all'amministrazione, alla persona del sindaco e al consiglio comunale quando porterà l'atto … poi … il provvedimento va revocato prima, va revocato dopo … è pura architettura amministrativa … lo deciderà chi ne ha la responsabilità ... l'atto può essere contestuale … si fa la storia … scusami, ho dimenticato di dire che ho fatto l'amministratore per 5 anni, quindi qualcosina la so … è un esercizio, diciamo, di concertazione una volta che si sono preparati gli atti … non è questo, penso, il tema che ci debba interessare … io dico che interesse della categoria, delle categorie, dei cittadini, dire all'amministrazione: bene (anzi, male) abbiamo individuato un problema, noi chiediamo tempi il più breve possibile … non so se sarà un mese, due mesi, tre mesi … io non consiglio la collega di lasciarsi andare in queste affermazioni temporali … ma lo ha fatto, come dire, nella sua responsabilità … se pensa di poterlo fare io le auguro tutta la fortuna possibile e, se necessario, le saremo vicini per quello che è possibile, a questa città … però, detto questo, bisogna farlo nel più breve tempo possibile. Poi in ordine agli strumenti di collaborazione da parte della cittadinanza, di vicinanza, di controllo, anche di condivisione, se volete di verifica della tipologia degli atti, mi pare che oramai l'amministrazione è piena di queste possibilità giuridiche. Io non penso che il sindaco, questa amministrazione, dopo aver fatto questo invito anche a noi, voglia in qualche modo richiudere nel recinto qualsiasi considerazione … io penso che questo sarà un tema che vedrà impegnato questo territorio i cui riverberi arriveranno sicuramente oltre i confini amministrativi ancorchè geografici di questa città. Vero è che bisogna, per le cose che ho letto e sentito …. scusate, siccome mi occupo anch'io di urbanistica, io non me la sento di sostenere che introdurre modifiche alle norme tecniche di attuazione non sia variante. era variante ieri, è variante ancora oggi. per cui prendo atto, non so quali sono le motivazioni culturali che a suo tempo hanno portato a fare affermazioni di questo genere … ne prendo atto, però quella che è la mia storia professionale mi porta a dire quello che vi sto dicendo. Guardate che c'è voluta una legge regionale per estrapolare dal PRG il regolamento edilizio affinchè le modifiche possano avvenire con mera delibera consiliare senza il passaggio di variante … c'è voluta una legge … ed è venuta sicuramente dopo la data di quella delibera.
[a proposito della proposta di una commissione di esperti, fatta nell'incontro dell'amministrazione con i tecnici prima ancora che in consiglio comunale] Soltanto per dare un ulteriore contributo di questa proposta operativa. Io una cosa ho imparato in questo campo … che l'oggetto della delibera deve essere chiaro, se confuso nascono problemi … allora io penso che la proposta della collega possa essere rappresentata in una sorta di percorso a step successivi. C'è uno step che parla di risposta alla prescrizioni, e quella deve essere, come dire, secca. Sennò la Regione non la riconosce … perchè se introduciamo elementi difformi da quel diktat, la Regione te la rimanda indietro per chiarimenti … e allora noi perdiamo l’obiettivo dei tempi stretti. Quello deve essere immediato, il più immediato possibile. È una vicenda che deve essere, come dire, aperta e chiusa. Immediatamente dopo, ma proprio immediatamente dopo, nello step successivo, tutto ciò che è possibile dalle norme non è vietato … non vedo perchè non debba essere accolto … e non vedo un problema balcone … ma, un attimino, un attimino dopo, secondo me. Io ho imparato da un altro ruolo … lo dico per la storia … quando, in un periodo critico della provincia di Bari, quando alcune commissioni edilizie furono purtroppo soggette a provvedimenti cautelari, l'Ordine degli architetti fece un convegno a Barletta, che era stata in quel momento l'apripista di una stagione non bella … e avevamo difficoltà a trovare un magistrato relatore in questo campo ... il dott. Magrone all'epoca intervenne e dette elementi di chiarezza che poi furono utilizzati per definire bene i ruoli e le funzioni di ogni persona all'interno di quella che era la vituperata commissione edilizia. Ecco perchè, dico, qualcosina all'epoca, in campo penale, l'ho imparata anch'io. grazie.

GIUSEPPE FRAGASSO, del direttivo della Sezione di Bari e Barletta-Andria-Trani dell’Associazione Costruttori Edili (Ance), apprezzando il metodo di dialogo praticato in questa sede: “Questi problemi non mi paiono piccoli e l’Amministrazione modugnese ha la fortuna, in questo tavolo, di condividere con quella parte della società civile che contribuisce all’affermazione della legalità. Ci sembra di dover dire alcune cose: che la par condicio sia rispettata mi pare scontato, che i tempi siano i più brevi possibili, che gli adempimenti siano obbligatori. Su quest’ultimo punto sto cercando di capire anch’io come mai invece non siano stati rispettati. L’ANCE vuole segnalare però, lealmente, che l’Amministrazione deve porsi il problema degli investimenti già fatti. Chiedo: si potrebbe, in questi 60 giorni di sospensione necessari per la ricomposizione del testo unico, riorganizzare le motivazioni della delibera del '99 e farla diventare a sua volta una variante da presentare alla Regione? Per tutto quello che è già in essere, il rischio contenziosi è molto elevato. Se riusciamo a trovare all’interno di quelle norme del '99 una serie di capisaldi sui quali affinare una variante da presentare alla Regione, probabilmente il contenzioso diminuisce enormemente, perché così riusciamo a far salve quelle che sono, a grandi linee le aspettative delle imprese in un mercato che è crollato. Con la capacità tecnica che riconosciamo alla Dirigente e con la capacità politica che riconosciamo alla Sua giunta, io sono certo che riusciremo a trovare un equilibrio tra quelle che sono state le più eclatanti violazioni delle prescrizioni regionali, da cassare, e le cose buone da salvare del deliberato del 99. [...] Propongo una soluzione scevra di interesse di categoria: togliere le violazioni più eclatanti del ‘99 e riproporre il resto. Non buttare via il bambino con l’acqua sporca per qualche metro cubo in più”.

DOMENICO NEROTTI, dell’Associazione Modugnese Architetti, Geometri, Ingegneri (Amagi): “Se ci riportiamo alle NTA del '95, come si dovrebbero comportare tecnici e costruttori per le opere in atto in questo momento? Credo che sia da sposare la soluzione prospettata dall’Arch. Fragasso: Qualcosa di ben impacchettato che ci riporti al deliberato del '99, in un percorso di concerto con la Regione, per non suscitare lo scontento di artigiani e tecnici.”

FRANCESCO BASTIANI, coordinatore Confartigianato Bari: “In questo particolare momento sarebbe opportuno avvalersi del contributo di un organismo o una commissione di tecnici/sindacati/società civile perché questa matassa sia dipanata nel più breve tempo possibile, interventi che potrebbero essere utili a non compromettere ulteriormente la situazione di imprese ma anche di tutta la cittadinanza”.

NICOLA MAGRONE: “Questa è una situazione che abbiamo ereditato, e prima di tutto dobbiamo dotarci dello strumento, del codice urbanistico. Altrimenti parlare di variante, significa parlare di variante rispetto a un indefinito sistema di norme. Uno strumento di lavoro indispensabile. Solo quello consente poi di discutere ed entrare nel merito delle decisioni di variante. Tornare a un sistema di norme certe per evitare arrembaggio e anarchia. Senza un codice, o se questo è aperto, slabbrato, aleatorio, il criterio che prevale diventa l’interpretazione, l’arbitrio, la discrezionalità. Sull’ipotesi di fare nostro quanto c’è di buono delle norme del ‘99 non credo che dobbiamo essere noi come amministrazione ad assumercene oggi la paternità né a dover porci come garanti della correttezza di quanto fatto all’epoca. Ma prima di tutto questo, torno a dire, dobbiamo dotarci dello strumento/codice urbanistico, altrimenti non si capisce le varianti proposte a che cosa facciano riferimento”.

RAFFAELE CRAMAROSSA, rappresentante Amagi: condivide la proposta di una commissione fatta da Bastiani.

 

Naturalmente, citando i pareri dei tecnici e degli esperti, non si può ignorare quello espresso dall'assessore della Regione Puglia alla Qualità del territorio, ANGELA BARBANENTE, che in Italia figura tra i maggiori studiosi di pianificazione del territorio (http://www.regione.puglia.it/index.php?page=rubrica&opz=scheda&dp_id=6).

La prof.Barbanente, a proposito della questione di Modugno, ha fatto affermazioni assolutamente chiare, non soggette a interpretazioni che tirino l'acqua al mulino di uno o di un altro. Nel suo intervento a Modugno, ad un convegno Pd organizzato proprio sulla questione urbanistica (25 giugno 2014), al quale Sudcritica ha dedicato ampio spazio, ha sottolineato che oggi a Modugno le norme vigenti sono quelle del 1995, le varianti introdotte nel 1999 non hanno efficacia perché la loro approvazione non è stata perfezionata con l’approvazione regionale. Sul da farsi ha detto che “ci sono due ipotesi: ipotesi a) il consiglio comunale si orienta per chiudere quella variante perché non piace, prende la variante, la straccia, la butta nel cestino, non piace, è una variante orribile, sono passati oltre 15 anni, si cambia, cambiano le persone, cambiano i contesti, cambia la città, si sono visti gli effetti, si revoca e si chiude. ipotesi b): si manda avanti la variante e si vede che cosa dice la Regione, come chiude il procedimento la Regione Puglia, come perfeziona quel procedimento. Nell’un caso e nell’altro il tempo è una variabile essenziale, bisogna essere molto rapidi”. Per l'avvenire di Modugno ha sottolineato che occorre Guardare alle contingenze ma anche al futuro, pug, rigenerazione urbana, qualita' dell'architettura, valorizzare risorse legate alla presenza di lame, costruire un futuro diverso. “C’è tanto da fare - ha concluso - per rendere Modugno una città più vivibile e cambiare pagina rispetto al frenetico, e troppo assorbente, tema della edilizia, e soprattutto sempre della solita edilizia, che poi è un ciclo che a un certo punto, signori miei, anche a Modugno, si dovrà esaurire”.

Sugli interventi della prof.Barbanente rinviamo, naturalmente, a quanto ha già pubblicato Sudcritica (video e audio alle pagine

http://www.sudcritica.it/politica/780-questione-urbanistica-a-modugno-lemergenza-legalita-nelle-parole-dellassessore-barbanente

http://www.sudcritica.it/politica/779-questione-urbanistica-a-modugno-le-ragioni-dellamministrazione-comunale-nelle-parole-dellassessore-regionale-angela-barbanente.

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Ultimo aggiornamento Sabato 28 Giugno 2014 10:12
 
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