=UE CI LIBERI DAL RICATTO DEL DEBITO SOVRANO= Stampa
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Scritto da Redazione   
Lunedì 06 Gennaio 2014 10:51

debito1La Bce controlla la moneta, sia dunque lEuropa a gestire il debito

 

Non abbiamo più una banca nazionale di emissione. Il controllo, cioè, della moneta è centralizzato, è della Bce; questioni cruciali di politica dell’economia sono di competenza europea. Ora è venuto il momento di liberare gli Stati dal ricatto del debito sovrano e di affidarne l’intera gestione all’Europa.

 

di  Mino Magrone

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Al Ministero dell’Economia e delle Finanze, con precisione alla direzione del Debito pubblico, Maria Cannata, la direttrice, ha concluso le sue fatiche portando a termine la raccolta 2013 mediante il collocamento, di metà dicembre scorso, dei Bot annuali. A me pare che non sia superfluo sapere che quella struttura amministrativa è diretta da una donna. La quale porta sulle sue spalle il peso enorme e la responsabilità della buona riuscita delle aste di collocamento dei titoli pubblici il cui acquisto è vitale come il pane per tutti gli italiani. Se le aste andassero deserte o se, meno drammaticamente, le emissioni dei titoli fossero soltanto parzialmente demandate, a noi italiani non resterebbe altra possibilità che invocare l’intervento di qualche entità taumaturga. E la indeterminata entità miracolosa, qualora intervenisse, non lo farebbe gratuitamente: il livello degli interessi sui titoli acquistati salirebbe fino a smuovere la riottosità all’acquisto dei più preoccupati o avidi tra gli investitori.

L’Italia ha un debito che supera i 2.000 miliardi di euro. I titoli che lo rappresentano non scadono tutti insieme, nello stesso momento: ledebito2 scadenze sono molte variegate. Esse sono a 7, a 10, a 15, a 30 anni; i Bot sono ad un anno o con scadenze più brevi. Nel corso dell’anno 2013 sono stati collocati sul mercato dei capitali ben 477 miliardi di euro sulla base di un calendario di aste di titoli. Circa un quinto (il 25%) del debito complessivo è stato rinnovato e ad ogni asta il timore di una domanda debole non ha fatto fare sonni tranquilli a moltissimi italiani.

A complicare ulteriormente le cose interviene, come di consueto accade, la necessità di creare una liquidità addizionale rispetto all’ammontare dei titoli in scadenza per far fronte alla solvibilità dello Stato per altri pagamenti in scadenza o già scaduti. Ed è questa la ragione per cui il nostro debito pubblico di anno in anno aumenta.

L’anno scorso sono stati collocati 477 miliardi di titoli a fronte di scadenze per 386 miliardi. Il sovrappiù dei titoli emessi ha costituito la liquidità aggiuntiva per lo Stato di euro 91 miliardi. Non tutta utilizzata, tant’è che il buy back, cioè il riacquisto di titoli propri sul mercato, è stato di 4 miliardi di euro.

debito pubblicoLo Stato, com’è ovvio, oltre a restituire alle rispettive scadenze il capitale avuto in prestito, paga per i suoi finanziatori-creditori l’interesse che per l’anno 2013, calcoli ormai quasi definitivi, prevedono in euro 84 miliardi. E’ questa ultima una cifra enorme, una palla di piombo alla base del nostro bilancio pubblico che ne accentua la rigidità e la possibilità, sempre incombente, di una dichiarazione di incapacità a far fronte alle spese previste o impegnate.

A che cosa serve questa lunga premessa fatta di cose, di numeri e complessità invero non molto vicini alla nostra più domestica quotidianità?

Intanto può servire ad avvicinare un mondo che se assolutamente non conosciuto può piombarci addosso con tutta la violenza distruttiva delle cose nemmeno pensate. Porgere l’orecchio a quel mondo non è che ci salva però ci prepara ad affrontare alcune difficoltà.

Soprattutto serve, a mio parere, a predisporre rimedi e soluzioni al pericolo che incombe.

Sono in verità rare e timide le voci che si levano in Europa ed in Italia per la gestione del debito sottratta ai singoli Stati ed affidata all’Europa. I debiti dei singoli Stati dovrebbero formare, nel loro insieme, il debito europeo. Al quale dovrebbe far fronte una direzione, anche amministrativa, unificata del debito pubblico europeo.

A garanzia del debito europeo finalmente ci sarà la Bce quale banca centrale prestatrice di ultima istanza.

Molta sovranità in questi anni è stata ceduta sull’altare di una volontà di costruzione dell’Europa. Non abbiamo più una banca nazionaledebito4 di emissione. Il controllo, cioè, della moneta è centralizzato, è della Bce; questioni cruciali di politica dell’economia sono di competenza europea. Ora è venuto il momento di liberare gli Stati dal ricatto del debito sovrano e di affidarne l’intera gestione all’Europa.

Questa, veramente, può essere una cessione di sovranità che fa bene. Ma di questa riforma non c’è cenno nel chiasso riformistico italiano. E’ troppo impegnativa, meglio agitare questioni più propagandistiche come la riduzione del numero dei parlamentari, il presidenzialismo e la soppressione del Senato.

Almeno nell’inutile, anzi dannoso, chiasso si dica, si introduca qualche atomo di verità: non il numero di parlamentari va dimezzato, va dimezzato, a parità di numero, il loro stipendio. Ma qui il chiasso si fa silenzio tombale.

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Ultimo aggiornamento Lunedì 06 Gennaio 2014 18:31
 
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