UN ORIZZONTE DI LIBERTA' CONTRO LE COLONIZZAZIONI DELLA POLITICA MERCENARIA Stampa
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Scritto da Redazione   
Domenica 29 Dicembre 2013 15:40

Dedicato a Silone il seminario conclusivo del ciclo di incontri 'Uscite di sicurezza', organizzato dall'amministrazione comunale per un'analisi del 'nostro tempo'

magrone panaro silone 18dic

un’uscita di sicurezza rispetto a una politica tattica, furbesca, doppiogiochista, mercenaria, moneta di scambio, corrotta o corruttibile

 

di  Nicola Sacco

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Riemersa, in una serata umida e fredda, all’interno di un edificio storico del centro cittadino, la coscienza di Ignazio Silone, quella stessa coscienza costituitasi come il solo tribunale a cui lo scrittore di Pescina abbia, alfine, accettato di sottoporsi.

È risuonata nella navata di Santa Maria del Suffragio la voce di quella coscienza, per tramite di un superbo interprete, l’attore Paolo Panaro, il quale, magistralmente, è riuscito a far dimenticare del tutto come in realtà vi stesse mettendo la sua, di voce; e così, la vicenda biograficamente quasi incomponibile, le originali riflessioni e le notazioni acute di Ignazio Silone, hanno potuto dispiegarsi, da un pulpito sì, cosa che aumentava il coefficiente di difficoltà per l’affabulatore, eppure con magica immediatezza (come provenisse dal laboratorio culturale di Silone, aperto da Silone medesimo lì per quella circostanza), e coinvolgere con estrema facilità il pubblico presente tra i120 banchi. Come si conviene alla scrittura immediata, necessitata da una intima ancorché politica urgenza, di Silone.

Favorevole ironia della sorte, la voce di un “cristiano senza chiesa” ha trovato ospitalità nel 2013, a trentacinque anni dalla sua scomparsa, in una chiesa seicentesca della piazza centrale di Modugno. O si è forse trattato di un corto circuito cercato di proposito dall’organizzatore (l’assessore alla Cultura, Franco Taldone) di Uscite di sicurezza, la rassegna culturale da lui voluta, con la quale si era già avuto modo di incontrare cinque “tra i più sensibili analisti del nostro tempo”. E Uscita di sicurezza, appunto, è l’opera siloniana che innesca e conclude il ciclo di incontri modugnesi prima di Natale. 

nicola magrone a pescinaA parlare, invece, non di Silone, bensì di noi oggi, attraverso la vicenda umana e politica, spesso controversa, di Silone, un suo profondo conoscitore, o ancor meglio, uno che ha sentito di dover custodire e sviluppare e proiettare in avanti, il testamento spirituale dello scrittore abruzzese. Nicola Magrone, magistrato oggi sindaco di Modugno, silonianamente politico e scrittore a sua volta, e direttore responsabile della rivista “Sudcritica”.

Ecco, Nicola Magrone ha ricordato il Silone “socialista senza partito”, autodefinizione di un protagonista del novecento politico-culturale che, oltre a spalancare significati e modi altri di intendere l’impegno politico, suggerisce oggi, all’odierna politica, un orizzonte libertario cui tendere per provare a liberarsi dalle colonizzazioni mentali operate da enormi e radicati soggetti sedicenti politici, nel momento in cui questi ultimi avrebbero immiserito la politica a un puro e mesozoico “marcare il territorio”.

 Vero è che la ricerca di un’uscita di sicurezza fu una costante della postura morale e mai conformista del Silone più politico, e che questa uscita sovente venne ad essere la letteratura. Ovvero, il racconto biografico e la riflessione letteraria come riparo sicuro. Ma è altrettanto vero che essa lo fu a fronte di una sicura e sempre rinnovata disponibilità a collaborare o intraprendere, in prima persona, iniziative politiche rigorosamente orientate a favorire una maggiore giustizia sociale.

 E uscita di sicurezza fu sempre rispetto a una politica tattica, furbesca, doppiogiochista, mercenaria, moneta di scambio, corrotta o corruttibile.

 Insomma, una lezione di vita all’insegna dell’inappropriabilità ideologica, della “chiamata alla responsabilità”, ha detto Nicola Magrone, “individuo per individuo”.

 Ha detto, forse per primo, Ignazio Silone, motivando così i suoi ripetuti allontanamenti dalla politica organizzata del suo tempo:122

 «Dato che il vero centro del potere reale è fuori dal parlamento, negli Esecutivi dei partiti, sarebbe più esatto dire che noi viviamo in un regime di partitocrazia».

 Ad esaminare parola per parola, questa affermazione, vi si leggono chiaramente tutte le torsioni e le derive che hanno corso qui ed ora anzi oggi più che mai, in danno dei valori fondanti del nostro paese. Vi si legge finanche una inquietante coincidenza con un recentissimo pronunciamento della Corte Costituzionale. Inquietante perché, sebbene questo sia a maggior gloria dell’attualità di Silone, i decenni sembrano proprio essere passati invano.

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Ultimo aggiornamento Domenica 29 Dicembre 2013 17:40
 
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