=IL DOPPIO VOLTO DEL RISPARMIO= Stampa
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Scritto da Redazione   
Sabato 09 Novembre 2013 23:45

Risparmio4di Mino Magrone

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Il risparmio è un aspetto molto delicato e importante di qualsiasi forma e natura di economia di un paese. Per questo ha certamente ragione Giuseppe De Tomaso che sulla Gazzetta del Mezzogiorno, in un editoriale del 5 novembre 2013, ne tesse l’elogio. Troppo ovvio però per essere accolto senza una profonda revisione.

E’ noto che il risparmio è la parte non consumata del reddito prodotto. Questa parte dovrebbe, nella sua interezza, tramutarsi in investimento. Ed è proprio in questa spesso mancata eguaglianza tra risparmio ed investimento che si annidano le insidie più nascoste per cui il risparmio, la parte eccedente rispetto all’investimento, quella cioè non investita, si corrompe e cambia di segno diventando negativa. Varia da fattore di crescita a fenomeno che spinge verso la crisi e la depressione.

 

Nelle cosi dette equazioni macroeconomiche, configuranti l’equilibrio di una economia, generalmente quando si dice che il reddito è uguale al consumo più l’investimento, più le esportazioni, più la spesa pubblica e meno le importazioni

R = C + I + Sp + Esp – Imp

si dà per scontato che tutto il risparmio sia investito, si suppone cioè che tra le due grandezze economiche (risparmio ed investimento) ci sia uguaglianza. Invece, molto spesso non è così: le due grandezze si formano e seguono le dinamiche di mercati differenti. Il saggio di interesse guida il risparmio, il saggio del profitto segnala la convenienza o meno degli investimenti.

In definitiva è proprio il benemerito risparmio, quello non investito e tenuto in forma liquida che spezza l’equilibrio macroeconomico ed esercita una pressione verso il basso del reddito. E’ lavan gogh crisi.

Non si tratta, quindi, di demonizzare il risparmio. Qui, più riflessivamente, si tratta di scendere appena più in profondità nell’analisi.

E’ superfluo ricordare che tutto questo discorso sul doppio volto del risparmio è congruente in una economia del periodo breve. Nel lungo periodo l’economia, si dice, tende, va verso l’equilibrio. Purtroppo, però, il lungo periodo e la quiete dell’equilibrio sono astrazioni teoriche.

In realtà la partita si gioca nell’apertura di campo di tanti agitati brevi periodi.

Agitatissimo sarà, per esempio, il campo in cui si  giocherà la sfida tra il risparmio e l’analisi tributaria.

Già dal 31 ottobre scorso le banche e gli altri operatori finanziari devono trasmettere all’anagrafe tributaria il saldo all’inizio ed alla fine dell’anno dei conti corrente dei risparmiatori e correntisti, il totale dei bonifici in entrata ed in uscita, il totale degli acquisti con carta di credito e via di seguito.

E’ probabile che il fisco riesca a ridurre l’evasione fiscale. Sul versante del risparmio è prevedibile però unathomas_couture_010_l_avaro_1876 forma ed una prassi più accentuata di preferenza per la liquidità. Parte della liquidità spesso nutre l’economia illegale e sommersa e può trovare le vie dell’esportazione di capitali verso l’estero. Anche qui nell’esempio della lotta all’evasione fiscale si mette in mostra il doppio volto del risparmio e la sua capacità di essere attore forte della crescita ma anche, se sottratto all’investimento, artefice di crisi economica e sociale.

Con l’avvertenza finale che nel caso della mancata considerazione nell’equazione di equilibrio del carattere duale del risparmio, si tratta di un’aporia teorico-strutturale dell’economia classica e marginalistica mentre nel caso dell’esempio dell’anagrafe tributaria di un banale evento empirico che tuttavia ne mostra la faccia negativa per così dire indotta da politiche economiche e fiscali di molto dubbia validità.

Ultimo aggiornamento Domenica 10 Novembre 2013 22:57
 
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