SCUOLA. “Togliamo il disturbo” Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 03 Marzo 2011 15:59

 

paola1  
LA SCUOLA SI E’ PERSA
TRA GLI “ASSI LINGUISTICI”

 di Tony Tundo

 

____________________________________


Nella pagina culturale del Corriere della Sera Cesare Segre, noto linguista, semiologo e filologo nonché docente emerito all’università di Pavia, segnala e commenta l’ultimo libro di Paola MastrocolaTogliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare” ponendo l’accento in particolare sulla terza parte del libro, quella più politicamente e culturalmente scorretta, dove l'autrice riflette e fa riflettere sull’asservimento della cultura umanistica alle competenze tecnologiche. E proprio questo è l’indirizzo che ha preso il sopravvento nelle nostre scuole di ogni ordine e grado, e poco importa che l’italiano sia scorretto, che i ragazzi – sono dati statistici ampiamente verificati – non siano in grado, i più, di costruire un periodo, che neanche si cimentino in una traduzione: è tutto pronto in rete. Tanto quello che conta è il diritto al “successo formativo” che si traduce in diplomi facili, lauree facili da esibire, incorniciati, alti sulle pareti di casa mentre sempre più in basso scende il livello culturale, con l’unica consolazione (!?) di essere in buona compagnia con molti altri paesi europei nell’ Internazionale dell’ignoranza. Nel suo libro la Mastrocola fa risalire l’origine, almeno temporale, della malattia della scuola a Don Milani e a Gianni Rodari (sarebbero solo suggestive le sue idee) e Segre sembra concordare con la sua tesi che è interessante soltanto sotto questo profilo: l’alto insegnamento di don Milani (non dimentichiamo la sua attenzione ai poveri, al loro diritto allo studio) e l’intuizione di far vivere ai più piccoli lo studio come un gioco, idea per certi versi rivoluzionaria di Rodari sono stati volutamente fraintesi e manipolati per ragioni politiche. Ma l’incipit dell’articolo di Segre pare come staccato dalla realtà, quando il professore dice: di questo libro si parlerà a lungo. Effettivamente dovrebbe essere, più che un libro, un manifesto se non anche il testo per una mozione parlamentare: c'è grido d'allarme e forte sentimento di non appartenenza nella prima parte del titolo Togliamo il disturbo, la marginalizzazione dell’insegnante che crede(va) nel suo lavoro. Non se ne parlerà, professor Segre, è una scommessa che vorremmo perdere, ma non se ne parlerà, tanto meno a lungo.

Forse, però, Segre è tanto entusiasta e fiducioso perché non sa che Paola Mastrocola, docente di Italiano e Latino in un liceo scientifico del torinese, è una pasionaria della scuola e negli ultimi dieci anni ha scritto molti libri che con graffiante ironia e godibilissima leggerezza hanno raccontato il graduale svilirsi del ruolo dell’insegnante e l’inevitabile conseguirne della crescita dell’ignoranza degli studenti. Solo alcuni fra i tanti. Ne “La scuola raccontata al mio cane pubblicato, come gli altri, da Guanda tra aneddoti, curiosità e paradossali effetti comici, il ritratto di un mestiere che davvero "non c'è più", perché è stato snaturato e ingabbiato in un labirinto di "progetti", "assi linguistici", "strategie educative" e "recuperi". Anche ne “La gallina volante tempi e luoghi sono quelli della scuola e il tema , surreale in apparenza – il progetto di far volare la gallina che Carla, la protagonista, alleva nel suo giardino – è, fuor di metafora, la riscoperta della libertà attraverso la conoscenza. I titoli dei primi libri della Mastrocola hanno a che fare con le favole, come ne “Una barca nel bosco”, la storia di Gaspare, figlio di un pescatore e aspirante latinista, che vive a Torino dove si è trasferito da una piccola isola del Sud Italia; un ragazzo che a tredici anni traduce Orazio e legge Verlaine, deve fare il liceo, uscire dal mondo statico dell'isola. Nel liceo non troverà grandi maestri ma insegnanti impegnati a improvvisare improbabili compresenze per progetti pluridisciplinari. Né si integra con i compagni: è fuori moda, fuori tempo, fuori posto: un pesce fuori dalla sua acqua, una barca in un bosco.

Passerà inosservata anche quest’ultima fatica (che sia stata una fatica lo spiega la Mastrocola nella presentazione)?
Sì! Chi è nella scuola ne è convinto. Il prof. Segre ne è lontano da tempo. 

Ultimo aggiornamento Giovedì 03 Marzo 2011 16:27
 
Condividi