=27 GENNAIO= |
Scritto da Redazione |
Domenica 26 Gennaio 2014 22:01 |
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Dal libro di Nicola Magrone, Codice breve del razzismo fascista, pubblichiamo qui una testimonianza di Elisa Springer, la nota editoriale di Mino Magrone e la premessa di Nicola Magrone.
Dal libro di Nicola Magrone, Codice breve del razzismo fascista, pubblichiamo qui una testimonianza di Elisa Springer, la nota editoriale di Mino Magrone e la premessa di Nicola Magrone. ” [...] si spiega perché appaiono sempre più “fuori gioco e fuori tempo” quanti, oggi, si ostinano a dislocare sentinelle a difesa della nostra Carta costituzionale: della quale - sembra di capire - si pensa che non sia uno strumento capace di impedire l’imprevisto se non il fatale ripiegarsi della società nel desiderio di comandi semplificati. Tanto vale - sembra di capire che si pensi sempre più diffusamente - esorcizzare il pericoloso ripetersi della storia attrezzandoci a “riviverlo” amichevolmente e a “governarlo” per finirne governati. Joseph Roth ha detto questa preoccupazione, che sta tra le ragioni di questo libro, così: “E’ inimmaginabile quante ingiurie in una volta sola può sopportare un essere umano che è già stato oltraggiato”.
” Testimonianza “Mi sono persa e ritrovata” di Elisa Springer Di solito, tutte le favole iniziano con “c’era una volta”. La mia, purtroppo, non è una favola; ma inizia ugualmente con “c’era una volta”. C’era una volta la vita che avrei voluto vivere ma che un uomo di nome Adolf Hitler mi impedí di vivere. Avrei preferito dimenticare; non ci sono riuscita. Oggi, la vita mi obbliga a ricordare, a far ricordare. Io non sono una grande oratrice né una grande scrittrice. Io sono solo una donna di 84 anni che ha provato, che ha subíto, che ha vissuto tutto l’odio dell’uomo e che, malgrado tutto, ama disperatamente il suo prossimo. Purtroppo, sembra che tutte le nostre sofferenze, tutti i nostri morti non siano serviti proprio a nulla. L’uomo si butta tutto alle spalle, le guerre continuano, i delitti continuano, l’intolleranza continua. A distanza di piú di cinquant’anni dalla Dichiarazione dei diritti umani, la storia non ha ancora reso giustizia alla sofferenza e al sacrificio di milioni di innocenti. Ancora oggi, la testimonianza di aggressioni sociali, la violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, gli odi etnici, ci fanno rimeditare sul senso vero di quei diritti pure affermati e propagandati con tanta solennità. L’insensibilità, che nei lager era figlia della paura, della miseria, dell’abitudine anche, oggi si nasconde nella vacuità dei dibattiti culturali sui diritti dell’uomo. Questa umanità lacerata vuole, invece, un messaggio di speranza e un progetto fatto di certezze. Attenzione, dunque: la solitudine, la diversità mal sopportata, la sopraffazione, la disattenzione sono ancora di casa nella nostra civiltà. E dunque, è necessario che si superino i pregiudizi: amiamo la vita, la speranza, la pace, la fratellanza, il rispetto, la pietà. Io mi sono misurata con questi valori assoluti pagando il prezzo della mia stessa identità. Dopo essere stata costretta a confrontarmi, a ricercarmi, dopo essermi persa e ritrovata, dopo tanto attendere, forse sono riuscita a vedere la mia vita, la mia luce. Ho compreso che la morte stessa non è forse piú importante dei frutti d’amore che essa produce: i frutti della conoscenza, di coscienze avvertite, presenti, impegnate nella costruzione e nella difesa di una società aperta all’amore, alla giustizia, all’uguaglianza. Un giorno, noi tutti - tutti quanti - dovremo affrontare lo stesso ultimo tragitto: a me piacerebbe tanto poterlo fare tenendoci tutti quanti per mano.
Nota editoriale Questa tempesta di Mino Magrone L’ironia della vita èche questa viene vissutain avanti, ma è compresaall’indietro. Soren Kieerkegaard Pubblicare le leggi razziali italiane del 1938, di quell’infausto e mostruoso periodo della storia del nostro paese, rafforzare la corta memoria di ogni sorta di credenti nelle taumaturgiche capacità del procedere rettilineo del progresso verso approdi di pace e piena democrazia, non può non significare il tentativo di tracciare la storia di un’azione pedagogica, civile e democratica ma anche del suo fallimento. L’Angelus Novus del quadro di Klee ha la bocca aperta, lo sguardo spaventato; fissa qualcosa da cui è in procinto di fuggire. L’angelo della storia deve avere la stessa angoscia, lo stesso sgomento; dai suoi occhi spalancati sporge l’immagine del mostruoso. Walter Benjamin cosí se lo immagina: “Ha il viso rivolto al passato e dove appare una catena di eventi egli vede una sola catastrofe che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso…. ed è cosí forte che egli non può chiudere le sue ali. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”. Il ricordo e la memoria del mostruoso, l’azione pedagogica non possono non essere coscienti dell’impossibilità della possibilità del loro successo. Il futuro infatti “è questa tempesta”. Per molti, chiedersi perché il futuro è questa tempesta può significare motivo di scoraggiamento e, forse, criterio di analisi deprimente. Si tratta di capire però che guardare in faccia la tempesta in cui inconsapevolmente viviamo significa uscire rafforzati dalla nostra antiquata e, tutto sommato, rasserenante psicologia del divenire; significa disvelare l’essenza piú subdola nascosta nel cosiddetto “dislivello prometeico” tra la nostra povera capacità di immaginazione e le reali e smisurate potenzialità di asservimento e di distruzione della tempesta. Insomma, prendere coscienza della grande difficoltà di desituarsi rispetto alla situazione data può consentire non di non essere piú “nichilisti in azione” e, in fondo, tutti inconsapevoli “figli di Eichmann”, ma di sapere che lo siamo e che agiamo non sapendolo. Sicché, guardiamola in faccia questa nostra realtà presente e senza disdegnare uno sguardo sul prossimo futuro. La guarderemo, per ovvie ragioni di sintesi e di spazio, molto sommariamente, forse anche confusamente, ma con la speranza di pervenire alla conclusione di non essere psicologicamente forzati ad esprimere un giudizio troppo presuntuoso sul passato. Infatti, sta proprio nell’evitare di sviscerare la questione tragica e attualissima della responsabilità individuale rispetto a ciò che ha reso possibile il mostruoso che si annida la persuasione e l’illusione che il cosiddetto “problema Eichmann” sia una faccenda di ieri. In effetti esso non appartiene soltanto al passato, riguarda invece il presente ed il futuro ed in ciò sta il pregio di questa iniziativa editoriale. Un’avvertenza è ineludibile: molte delle notizie strabilianti che appaiono continuamente sulla stampa e in televisione dicono dell’irresistibile progresso della biologia e della biotecnologia. In larga parte si tratta di genetica mercantile: tali notizie servono ad attrarre capitali e finanziamenti e a sostenere e gonfiare bolle speculative borsistiche. Tuttavia, si tratta anche in questo caso di un asservimento mostruoso della opinione pubblica in stile e spirito perversamente hitleriani. E’ sufficiente conoscere l’essenziale della storia per capire che lo stile hitleriano ha preceduto lo stesso Hitler, come è dato di sapere, per esempio, per la frenologia in auge all’inizio del secolo XIX o per l’eugenismo poi screditato dai campi di concentramento ed infine riabilitato dalla biologia moderna sotto forma di richiesta e di bisogno, quasi una forzata domanda di mercato, del “bambino perfetto”. Ma non tutto è mercantile, frammisto al rastrellamento di finanziamenti oscuri c’è anche il progetto di controllo sociale che va realizzandosi sotto i nostri occhi. In La visione molecolare della vita (Oxford University Press, 1993) è riportato il rapporto del consiglio di amministrazione della Rockefeller Foundation che dice: “Possiamo sviluppare una genetica abbastanza valida e approfondita per generare in futuro uomini superiori? Possiamo saperne abbastanza sulla fisiologia e sulla psicologia della sessualità perché l’uomo sia in grado di sottoporre questo aspetto onnipresente, essenziale e pericoloso della vita a un controllo razionale? […] Può l’uomo acquisire una conoscenza sufficiente dei propri processi vitali tale che ci consenta di razionalizzare il comportamento umano?” Qui, a parte ogni considerazione sul drenaggio di capitali, va detto che nessuno è in grado di ammettere o di escludere che la ricerca biologica e biotecnologica non comprenda la creazione del “bambino perfetto” e del cittadino in azione completamente funzionali ad una sorta di totalitarismo tecnologico e politico. In questo caso non sarebbero piú necessari i campi di concentramento; tutto il pianeta, subendo una metamorfosi straordinaria, ma non per questo impossibile, sarebbe un felice gulag. Non in meno ma qualche preoccupazione in piú dà la biologia in campo agricolo e nell’allevamento degli animali. In questo caso la libertà di ricerca e di applicazioni tecnologiche è quasi totale trattandosi di viventi “senza anima”. Gli organismi geneticamente modificati e le clonazioni sono fatti della cronaca quotidiana. E’ il maestoso prologo all’opera completa! Esiste, tuttavia, la tecnologia di potenza per mettere in scena il finale drammatico dell’opera. La fisica nucleare e delle particelle subatomiche ha prodotto, tra l’altro, lo bombe atomiche e le bombe H. La bomba atomica è stata già usata sul Giappone nel 1945 con effetti disastrosi che ancora oggi patiscono esseri umani non chiusi in campo di concentramento ed ivi mandati a morire ma liberi nelle loro popolose città e attenti ai loro impegni quotidiani. Se pensiamo che dal 1945 ad oggi questa tecnologia di potenza e di morte ha accresciuto enormemente le sue potenzialità distruttive, allora possiamo capire perché con l’avvento dell’era atomica siamo giunti all’ultima era: tutto ciò che avviene nel mondo, anche di sorprendentemente grande, avviene sotto il dominio dell’era atomica e della sua capacità di far cessare la vita. La nostra psicologia pre-atomica deve fare un salto formidabile per pecepire che dal vaso di Pandora, ormai infranto, è uscita una mostruosità invisibile che dà la morte a tutti. Di chi è la responsabilità? Di pochi? Di nessuno? Forse è della situazione nella quale lavoriamo, ricerchiamo, studiamo, applichiamo. Forse piú che agire “siamo agiti” da una sorta di determinismo e funzionalismo che accresce sempre di piú il dualismo, la separatezza tra ciò che siamo realmente e, spesso, inconsapevolmente e l’immagine o l’idea, ormai retorica, della libertà della nostra coscienza morale in esodo verso il luogo iperuranico del suo annientamento e dell’ esilio; e del rovesciamento e della inversione dei mezzi in fini per cui ciascuno deve fare quel che fa senza conoscere le concatenazioni separate e invisibili del fare di ciascun altro. Sicché il risultato finale realizza la volontà di scopo del mezzo dal quale dipendiamo come fonte insostituibile di vita ma anche di morte e rispetto al quale non abbiamo piú fini essendo vincente la volontà di scopo del mezzo. Nel contesto delle responsabilità, la memoria corre verso la misteriosa scomparsa di Ettore Majorana del quale Enrico Fermi scrisse: “Ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton. Ebbene Ettore Majorana era uno di quelli”. Si suicidò o scomparve volutamente seguendo l’indicazione perentoria del suo senso di responsabilità individuale? Forse ora è tempo di smettere di percorrere la nostra galleria delle angosce; ci sarebbe molto altro da vedere: il libro che pubblichiamo è un forte e potente invito a pensare il passato che non è come noi avremmo voluto che fosse e a disoccultare le insidie del presente che è molto piú preoccupante di quanto non appaia. Ma ci basta ricordare a questo punto il volto dell’Angelus Novus, il suo fuggire da qualcosa di orrendo e il suo precipitare nel vortice della tempesta del divenire. Qualcuno, a questo punto, potrebbe avanzare il diritto di fare una domanda: “ma che cosa debbo fare?” Intanto, nei limiti del possibile, della possibilità cioè della prevedibilità, anche incerta, degli effetti nocivi delle proprie azioni, praticare realmente il principio di responsabilità individuale; poi, essendo certo che ciò è terribilmente insufficiente e di problematica attuazione, nella tempesta che spira dal paradiso conservare e vivificare la speranza attiva che la potenza dei mezzi e la loro vincente volontà di scopo ci lascino almeno un pallido residuo di diritto a pensare e criticare non tanto che cosa fare quanto che cosa non fare. Ventisette piloti israeliani si sono rifiutati di bombardare i palestinesi: è un esempio grandioso, una potente eccezione, un disordine riordinante. L’hybris, la violenza e la tracotanza, in ogni luogo può subire una sconfitta per quanto piccola.
Le ragioni e le intenzioni di Nicola Magrone Questo libro non nasce dall’improvviso impazzimento di un giudice attratto dalla tentazione di farsi storico. Se così fosse, si tratterebbe di un pessimo servizio al mestiere del giudice e a quello dello storico. Esso nasce, invece, tutto dentro al sistema culturale e professionale di chi pratica il diritto; non a caso, il tema della ricerca è quello delle “leggi razziali” del fascismo, dell’ordinamento giuridico che le rese possibili e delle ragioni che, a loro volta, quell’ordinamento resero possibile. Cose tanto risapute quanto ignorate. Ma, ad essere franchi, le ragioni del libro non stanno tutte qui. Stanno anche nell’ormai insopportabile china presa dal dibattito anche scientifico sui regimi totalitari: contabili inflessibili vanno con accanimento investigativo “quantificando” vittime e carnefici, se ne fece più il fascismo dello stalinismo, più Pinochet dei colonnelli greci o di Saddam Hussein o dei mille regimi autoritari che ancora agiscono sui popoli. Le ricerche sono ormai rivolte al peggio perché il meno peggio esca dal confronto al meglio, forse bene. Alla fine della contabilità, una consolazione per tutti, davanti a ciascuno collocandosi sempre e comunque un esempio peggiore: non fummo i peggiori, fummo dunque i migliori. Le “leggi razziali” del fascismo, in particolare, hanno goduto di un “trattamento” particolarmente benevolo: quello che si dà ad una cosa straordinariamente eccezionale, anomala, imprevedibile, imprevista, e nemmeno voluta. Detto questo, il caso è chiuso. E dunque, non conterebbe nulla tutto il resto, una mostruosità potendoci toccare in sorte sotto tutti i regimi e ad ogni latitudine; un mostro è un mostro. E nemmeno conterebbe nulla l’affanno di chi si ostinasse a collocare sentinelle armate di tutto punto ai confini dell’abitato: la mostruosità non viene da dentro ai confini, viene da fuori, non si sa da dove, non si sa perché; se viene, non si fa annunciare, un fulmine, un tuono, una calamità. Da questo punto di vista, si spiega perché appaiono sempre più “fuori gioco e fuori tempo” quanti, oggi, si ostinano a dislocare sentinelle a difesa della nostra Carta costituzionale: della quale - sembra di capire - si pensa che non sia uno strumento capace di impedire l’imprevisto se non il fatale ripiegarsi della società nel desiderio di comandi semplificati. Tanto vale - sembra di capire che si pensi sempre più diffusamente - esorcizzare il pericoloso ripetersi della storia attrezzandoci a “riviverlo” amichevolmente e a “governarlo” per finirne governati. Joseph Roth 1 ha detto questa preoccupazione, che sta tra le ragioni di questo libro, così: “E’ inimmaginabile quante ingiurie in una volta sola può sopportare un essere umano che è già stato oltraggiato”. Queste - ed altre nemmeno nitidamente percepite se non come bisogno indistinto e a volte confuso di fare qualche conto con quel che fummo e quello che siamo - sono le ragioni che più visibilmente sostengono le intenzioni di questo libro. Tra le quali ultime non c’è, deliberatamente è stata esclusa, quella che viene retoricamente e ad ogni pie’ sospinto evocata con l’abusato monito del “dovere della memoria”: si dice: “per non dimenticare”. Donde, il rituale del rito dovuto, della commemorazione occasionale, della cerimonia evocativa per anniversari. Accade per le calamità naturali, per gli assassini che hanno fatto la storia, per le cose terribili e però consumate, archiviate, vinte. Quando Helmut Kohl si lasciò andare alla pubblica consolazione della grazia per la nascita tardiva, quella che ci risparmiò la prova estrema del nostro agire al cospetto della tragedia nazista (come a dire, se ci fossimo stati non è detto che non ci saremmo trovati di qua dal forno crematorio a infornare infedeli), lo videro immediatamente in odore di qualunquismo opportunista: e sbagliarono. Perché di qua dal forno ogni giorno ancora ci spingono tentazioni e lusinghe. Toccò di peggio a Philipp Jenninger nel suo discorso al Parlamento tedesco il 10 novembre 1988, quando evocò la colpa collettiva del Genocidio2. In una parola, fu fatto dimettere, perché il nazismo è il nazismo, non c’entra il popolo tedesco, noi ancor meno. Figuriamoci il popolo italiano e il fascismo, terzo in buona fede (come diranno poi le “leggi riparatrici” dell’Italia repubblicana) il primo, approssimazione grossolana, sguaiata e sostanzialmente bonaria il secondo (incline a far suo l’insegnamento di Callisto II perché non si facesse del male inutile all’ebreo qui nichel macchinari presumpserit in subversionem fidei christianae, che non facesse insomma l’ebreo o, secoli dopo, l’antifascista). 3 E allora, “per non dimenticare” che cosa esattamente? Un pezzo di storia concluso e senza esiti? Un dato d’archivio? Naturalmente, una cosa sono le intenzioni del libro, altra il risultato raggiunto: dove quest’ultimo apparirà manifestamente gracile, un suggerimento veramente leale s’impone: si vada alle “leggi” dello Stato autoritario e del razzismo fascista e poi delle “benevoli riparazioni”: un cammino francamente ossessionante, scandito da articoli, commi, paragrafi, decreti, regolamenti, circolari. Nulla fu tralasciato perché si smarrisse - prima - la percezione stessa dell’“oggetto” di tanta “legislazione”: persone; e perché non si disturbasse più di tanto - dopo - un popolo “in buona fede”: noi.
1 Joseph Roth, Ebrei erranti, Milano, Adelphi, 2000, pagina 127. 2 Mario Pirani, Il fascino del nazismo, Bologna, il Mulino, 1989. 3 Callisto II, Bolla Sicut Judaeis, 1120. .
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 29 Gennaio 2014 01:25 |
Sudcritica Flash
==MARIO MARANGI, PER L'EXTRAVERGINE DI PUGLIA 'CREARE RETE' TRA I PRODUTTORI=Le difficoltà ma anche le grandi opportunità dei produttori oleari che puntano all'innovazione e alla qualità, in Puglia come a Modugno.Investire nell'olivicoltura significa anche valorizzare il territorio e il tessuto sociale.
Ecco le sfide che affrontiamo noi giovani imprenditori agricoli.
[v.in Sudcritica Modugno]
Sudcritica Flash
=IL COMUNE DI MODUGNO ABBATTE IL 'MURO'. LO ACQUISTO' COME OPERA D'ARTE, LO DISTRUGGE COME BAGNO FATISCENTE=di Francesca Di Ciaula.Il 2 febbraio scorso, in piazza Romita Vescovo, un tempo adibita a mercato del pesce, sono iniziati i lavori di demolizione della parete adiacente ai bagni pubblici.
La motivazione è presto detta: sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità, fatiscenza delle strutture. Il tutto per una spesa di 35 000,00 €.
La parete ricoperta di marmo nero, fu costruita a ridosso della chiesa seicentesca delle Monacelle in pieno centro storico, per nascondere un bagno pubblico, alla vista di chi sostava nella piazzetta. Una visione dai contrasti indicibili. Un monolite scuro e dietro la parete chiara dell'antica chiesetta. L'antico e il nuovo, maldestro tentativo di dare dignità al piastrellato che ha invaso il paese, eppure opera pubblica. La modernità imposta per capriccio o arbitrio, il marmo contro la pietra povera antica. Oggi ulteriore denaro pubblico è stato impiegato per distruggere quel manufatto a nessuno mai piaciuto per la sua manifesta volgarità.
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Sudcritica Flash
=ITALIA GIUSTA, IL COMUNE DI MODUGNO BLOCCHI LO 'SFRATTO' DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO=di Tina Luciano.
Il movimento Italia Giusta secondo la Costituzione sollecita il Commissario prefettizio a Modugno perché blocchi lo ‘sfratto’ dell’Istituto Nastro Azzurro fino a quando sarà pronta la nuova sede ad esso destinata, in locali comunali che oggi ospitano i Servizi sociali.Il Museo e le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città.
Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo ‘sfrattare’ ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.
[v.anche in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=CONSUMO DI SUOLO E COMUNITA' SENZA IDENTITA'. INCONTRO CON GIUSEPPE MILANO=Il 23 gennaio 2015. Sono intervenuti Pasquale De Santis e Nicola Magrone."Contro il mostruoso consumo di suolo in tutta Italia, serve una mobilitazione dei cittadini, una coscientizzazione che ci faccia capire che la cementificazione costante ha un forte impatto sociale, significa alienazione, perdita di coesione della comunità, significa che non esiste più un'identità delle nostre città. Sentiamo spesso dire che si vuole 'costruire il futuro': ma lo si dice a vuoto, mentre si perpetuano questi atteggiamenti di noncuranza e di malapolitica. Costruire il futuro significa cominciare a far le cose per bene ogni giorno nelle nostre città. Quel che è successo a Modugno lo sapete voi, non ho titolo per parlarne ma parlano i fatti. Basta col dire che edilizia e urbanistica vanno visti come motore dello sviluppo, se poi sappiamo che servono per creare solo lo sviluppo di pochi... basta!"
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[v.anche in Sudcritica Modugno]
=DISCUSSIONI=
=SOVRANITA' NAZIONALE
MONETARIA
E DEBITO PUBBLICO=
Serafino Pulcini/
Mino Magrone
”
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON GIUSEPPE DI CIAULA=Il 9 gennaio 2015. Coordinamento, formazione, esercitazioni, sicurezza sono i cardini di una buona protezione civile.Fondamentale un piano dettagliato di intervento, con volontari professionali i quali - quando dovessero verificarsi emergenze - sanno che fare ma non usurpano i compiti dei professionisti. Partecipano il presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, Pasquale De Santis, e Francesca Di Ciaula, della segreteria del movimento.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[v.anche in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON WILLIAM FORMICOLA=Il 12 dicembre 2014, su ''Stato di salute del territorio italiano e ruolo della protezione civile''.Al centro dell'intervento, le azioni che gli amministratori devono compiere per prevenire, e per intervenire nel verificarsi di emergenze; gli effetti della mano dell'uomo sull'aggravamento dei rischi, i pericoli legati al consumo del territorio e al costruire senza regole. E' intervenuto il presidente di Italia Giusta, Pasquale De Santis.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[in Sudcritica Modugno]
=POLITICA E CONSENSO=
=LA POLITICA
DELLE LOCUSTE=
”
se si vuole tentare
un recupero
delle regole
che tutelino tutti,
bisognerà scontentare
i gruppetti di interesse
che si concentrano come locuste
intorno al patrimonio pubblico
”
di Tina Luciano
__________________
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=CULTURA, SCUOLA E
TERRITORIO E LA 'NUOVA'
FIERA DEL CROCIFISSO
A MODUGNO=
Per i Seminari di Italia Giusta
secondo la Costituzione,
incontro - il 21 novembre 2014 -
col musicista dei Radiodervish
Michele Lobaccaro
e con Francesca Di Ciaula
e Valentina Longo.
Su politiche culturali a
Modugno, sul successo
della 'nuova' Fiera
del Crocifisso inaugurata
con l'amministrazione
Magrone
e sull'importanza
delle relazioni
tra scuola e territorio.
=DISCUSSIONI=
=ECONOMIA E UE.
CI VORREBBE KEYNES
MA E' TROPPO
DI SINISTRA=
”
Ilquadro
macroeconomico
dell’Europa
dovrebbe suggerire
la ripresa di politiche economiche
poggiate sulle argomentazioni
della cosiddetta sintesi postkeynesiana.
Invece, ciò è ancora molto lontano
dall’essere preso in considerazione
dalle istituzioni europee
”
di Mino Magrone
____________________
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=LE SCELTE FISCALI DELLA GIUNTA MAGRONE PER PROTEGGERE I CETI MENO ABBIENTI=Incontro con Dino Banchino.
Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore al Bilancio dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Banchino ha parlato delle scelte fiscali fatte dalla giunta, tutte improntate all'art.53 della Costituzione italiana, per il quale il sistema tributario nel nostro Paese "è informato a criteri di progressività”.
Per questo, per il 2014 a Modugno non si è pagata la TASI, preferendo scaricare il peso maggiore della contribuzione dei cittadini sull'Irpef. Sono intervenuti Pasquale De Santis, presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, e Nicola Magrone.
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=MODUGNO, LA GIUNTA MAGRONE E L'AIUTO AI PIU' DEBOLI=Incontro con Rosa Scardigno
Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore ai servizi sociali dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Al centro dell'intervento dell'assessore, gli sforzi per ricostituire servizi disastrati (Ufficio di Piano, in primis), le necessità cui assolvere senza arbitrio, la descrizione di un lavoro interrotto a poco più di un anno dall'insediamento, quando avrebbe potuto dare aiuti più congrui.
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=DISCUSSIONI=
=MODUGNO.
CON ITALIA GIUSTA
PER ROMPERE
L'AGGLOMERATO
DI POTERE=
”
Da queste parti
smuovere la stagnazione
di poteri è stato
un azzardo
ed una scelta coraggiosa.
E tuttavia la dimostrazione
che un movimento possa spezzare
un meccanismo consolidato c'è stata.
[...] Che si possano tentare
scelte politiche limpide e nette,
l'esperienza amministrativa
modugnese ce lo insegna
”
di Francesca Di Ciaula
____________________
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=MODUGNO, LA NUOVA FIERA DEL CROCIFISSO=Incontro con Tina Luciano -
"Queste sono le ragioni e le modalità della nuova configurazione della Fiera del Crocifisso......da un lato riannodare i fili con il centro della città, dall’altro garantire la sicurezza in un sito che, oltre ad essere isolato non garantiva nemmeno l’incolumità dei visitatori".
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=I LUOGHI=
=BORGO TACCONE.
STORIA PICCOLA
DEL SUD=
”
Borgo Taccone
è questo luogo
dell'assenza,
una storia mancata
di insediamenti rurali.
Eppure non riesci
ad individuare la parola fine
a questa storia.
Il borgo intero sembra piuttosto
un racconto interrotto.
”
di Francesca Di Ciaula
______________
=DISCUSSIONI=
=IL MATTONE DI CALVINO.
60 ANNI DOPO=
”
“Un sovrapporsi
geometrico di parallelepipedi
e poliedri, spigoli e lati di case,
di qua e di là, tetti, finestre,
muri ciechi per servitù contigue
con solo i finestrini smerigliati
dei gabinetti uno sopra l’altro”.
”
di Nicola Sacco
______________
=DISCUSSIONI=
=CRISI. PER SALVARE
L'EUROPA BASTEREBBE
SVEGLIARE IL GIGANTE=
”
Una modesta
frazione
di questo gigante finanziario
narcotizzato e costretto
a stare improduttivo può,
purché l’Europa e la Germania
lo vogliano, finanziare opere
e interventi comuni di sviluppo
e crescita dell’occupazione
di lavoratori in Italia ed in Europa
”
di Mino Magrone
______________
=DISCUSSIONI=
=MODUGNO.
LA DIGNITA' POSSIBILE=
”
Questo, il sindaco
di Modugno,
Nicola Magrone,
ha insegnato nel primo anno
di amministrazione a chi
ha voluto comprendere:
a essere chiari,
a pronunciare il nome delle cose
senza timore, pubblicamente,
non in cenacoli all’ombra
di qualche interesse
che non fosse quello
di tutti i cittadini.
”
di Francesca Di Ciaula
____________________
=DISCUSSIONI=
=TAMARO, IL GRANDE NEMICO
E' IL NIENTE. O LO E'
PIUTTOSTO IL NICHILISMO?=
”
L'angoscia e il disagio
non sono soltanto
sentimenti dei giovani,
sono invece
di noi tutti
in quanto mortali
destinati a finire,
al niente
”
di Mino Magrone
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Sudcritica Modugno
=GUASTO A PASSAGGIO A LIVELLO MODUGNO. IL SINDACO, SITUAZIONE ASSURDA CHE SI RIPETE= 5 aprile 2014 - Dice Nicola Magrone: "Prendero' le opportune iniziative per l'attuazione puntuale di intese precise sui compiti i di Fal e Rete Ferroviaria Italiana. Quello che serve e' scongiurare ulteriori situazioni di grave pericolo".[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]=DISCUSSIONI=
=“La grande bellezza”?=
”
Finché continua
l’umana avventura
in questa valle,
ci sarà scienza, arte,
religione
e l’apocalisse del pensiero
lasciamola ai meno dotati.
Non ci riguarda.
”
di Pippo De Liso
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=DISCUSSIONI=
=JOBS ACT, LAVORO
SENZA DIRITTI
E SENZA DIFESE=
”
l’Europa solidifica
interessi preminenti
anche sottraendo
ai Paesi
a sovranità nazionale
le tradizioni politiche
e i documenti storici d’identità.
L’Italia è in prima fila con la cessione
della Costituzione e la fiammata
di follia collettiva del cambiamento
a tutti i costi, soprattutto in peggio
”
di Pippo De Liso
_______________
[ Leggi tutto]
=DISCUSSIONI=
=Per far ripartire l'Italia
non serve stravolgere
la Costituzione=
”
Proposta, da parte di un attivista
di Italia Giusta, di una piccola
guida pratica, aperta a suggerimenti,
per orientarsi tra i temi
di stretta attualità politica
”
di Nicola Sacco
_______________
[ Leggi tutto]
Sudcritica Modugno
=RACCOLTA DIFFERENZIATA A MODUGNO, SUDCRITICA INTERVISTA L'ASSESSORE = 17 marzo 2014 - Puoi seguire l'intervista anche alla pagina di Sudcritica Modugno.Tra breve, finalmente, anche a Modugno (e per l'intero Aro del quale Modugno è capofila) ci sarà un bando di gara per una vera raccolta differenziata. Con l'aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini dovrà portare al traguardo 'rifiuti zero'. L'assessore comunale Tina Luciano spiega a Sudcritica come accadrà.Riprese e post produzione di Alberto Covella
Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it
=DISCUSSIONI=
L’arroganza
della Rai
”
In nessun altro
Paese europeo
si assiste al pagamento
di un canone obbligatorio
a fronte di una pubblicità
invadente e accentratrice
”
di Pippo De Liso
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=DISCUSSIONI=
Il documento
alternativo
"Il sindacato
è un'altra cosa"
per il XVII Congresso
della Cgil
di Pippo De Liso
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=DISCUSSIONI=
Una sinistra
nata piccolo-borghese
di Franco Schettini
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“a mio avviso il nostro “marxismo” altro non è stato che riformismo piccolo borghese, nemmeno socialdemocratico”
Il 15 giugno del 1975 Pasolini scriveva, dopo le effimere vittorie delle sinistre, che “l’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione”.
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Contro la violenza sulle donne
MAGRONE, PALMINA E LE SUE PAROLE HANNO CAMBIATO LA MIA VITACasacalenda, 16 novembre 2013 - intervista di Maurizio Cavaliere. Magrone ricorda il giorno in cui palmina martinelli gli parlò in punto di morte, rivelandogli i nomi dei suoi aguzzini. La 14enne di fasano morì data alle fiamme nel novembre 1981, si era rifiutata di prostituirsi.
DON TONINO BELLO - LA COSCIENZA E IL POTERE
IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZADon Tonino Bello ricordato dal sindaco di Modugno, Nicola Magrone, a Mola di Bari, il 16 ottobre 2013, con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e don Gianni De Robertis.La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione. Secondo il sindaco di Modugno, oggi la costituzione non deve essere modificata.
cronache dall'interno
=IL SINDACO DI MODUGNO NICOLA MAGRONE E LA SUA GIUNTA INCONTRANO I CITTADINI=26 settembre 2013 - Filmato integrale dell'incontroPer la prima volta nella vita amministrativa di Modugno, l’amministrazione parla con i cittadini in un incontro pubblico.
Riprese e post produzione di Alberto Covella
Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it