Scritto e diretto da Michele Bia e recitato da Franco Ferrante, lo spettacolo teatrale è una specie di ballata su un racconto fatto da un ragazzo di Modugno alla stessa compagnia.
La storia, di una persona dabbene del Sud, apparentemente a suo agio nei passaggi effimeri da un lavoro semplice all'altro, espone una figura umana molto diffusa nel nostro tempo, portatrice di un appello inaggirabile (colto, come è stato rilevato, già da Marx): a rovesciare l'ordine d'importanza tradizionale tra tempo disponibile e tempo del lavoro, e, quindi, a considerare ormai il tempo disponibile come misura di ricchezza rispetto a quello del lavoro.
Muccia è in questo senso "angelo ferito" che salva: rilancia la relazione di cura come inevitabile rispetto a quella di scambio.