= IL SINDACO PDUDC CHE SI CREDE BERLUSCONI = Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 07 Luglio 2011 22:14

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Quello che la città sa [foto sudcritica]

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PREMESSA  Il pensiero nuovo democratico-populista-berlusconiano.

Italia giusta secondo la Costituzione ha partecipato, in una piccola coalizione di liste, alle elezioni amministrative di Maggio a Modugno (Bari), ottenendo, con il suo candidato sindaco, il 12% dei voti e però nemmeno un consigliere comunale [un tizio, buttato in una lista di centrosinistra, ha ottenuto una settantina di voti ed è stato subito nominato assessore - così, per rendere l’idea; per renderla meglio, va notato che il “prescelto” è un impiegato civile della questura che è stato chiamato ad occuparsi dell’ambiente in un paese che sull’ambiente, sulla sua distruzione, ha creato fortune economiche e disperazione sociale]; il candidato sindaco vincitore al ballottaggio ha ottenuto intorno al 30% dei voti degli aventi diritto; dunque, egli ha la fiducia di meno di un terzo dell’elettorato (così, tanto per rendere l’idea; e, per renderla meglio, va notato che il sindaco eletto si è spinto ripetutamente a definire e a far definire dai suoi cronisti la sua elezione un “plebiscito”). In definitiva, il consiglio comunale vede 18 consiglieri di maggioranza (invece di 14) e 6 consiglieri di minoranza (invece di 10); i 6 di minoranza sono in attesa di entrare anche loro nella maggioranza, esattamente come hanno fatto nei dieci anni passati che hanno visto un’infinità di giunte sostenute da consigli senza opposizione.

Perché tutto questo è accaduto è stato chiarito e denunciato ripetutamente da Italia giusta e dalla sua coalizione (come questa rivista ha ampiamente documentato); qui, parliamo d’altro e precisamente della pretesa del sindaco eletto di mettere a tacere alcune vicende giudiziarie che lo riguardano e che non gli hanno impedito la candidatura e l’elezione; e soprattutto, della “teoria berlusconiana” - della quale il sindaco eletto si va facendo sostenitore e divulgatore - secondo la quale quello che conta non è la “situazione giudiziaria” del candidato o dell’amministratore o dell’uomo di governo bensì il consenso popolare che essi hanno.

Di questo insospettato tratto peronista [oggi diremmo pressappoco: democratico-cristiano/totalitario-populistico-berlusconiano] intendiamo qui occuparci brevemente perché il fenomeno tocca - come si sa amplissimamente - il problema discusso fino all’isteria dei rapporti tra giustizia e politica. Il nuovo sindaco [si fa per dire, trattandosi di persona che sta in consiglio da oltre dieci anni e con ruoli di governo e più propriamente politici di capogruppo del PD a sostegno di giunte fondate su PD e su UDC] pretende insomma che si riconosca il primato del consenso elettorale sulle pretese della giustizia: se sei eletto, comunque, la giustizia deve fermarsi; lo vuole il paese e nessuno ci metta il becco, giustizia compresa che, anzi, deve dare una mano a far lavorare tranquillamente l’eletto o l’amministratore o l’uomo di governo.

1. I giustizialisti in aspettativa e al governo.

 

Il pensiero del sindaco di Modugno - e prima del candidato sindaco, e prima del candidato alla candidatura in occasione di primarie da avanspettacolo - avrebbe dovuto incontrare l’opposizione ferma e insuperabile dei partiti che più di ogni altro hanno combattuto e dicono di combattere  le pretese di impunità proprie di Berlusconi: Questi partiti, invece, hanno sposato in pieno le tesi del neo berlusconiano sindaco di Modugno, si sono stretti attorno a lui portandolo di peso sulla sedia di sindaco con una manciata di voti, quelli regalati compresi, e facendosi trascinare da lui sullo sgabello di assessore.

Tra quei partiti si è distinto silenziosamente (nessun suo candidato ha detto una parola nel corso della campagna elettorale) ma fruttuosamente quello di Di Pietro. Esattamente il partito e il capo partito che hanno brandito la pretesa “democratica e morale” di sapere prima del voto se si va a votare una persona per bene o no [ad ogni recita di questo proclama, da Annozero a Ballarò, applausi scroscianti]. Si sa, una cosa è dirle le cose, altra farle.

Sta di fatto che la parola d’ordine è stata rinnegata pervicacemente a Modugno e che, anzi, essa è stata sepolta, scrupolosamente nascosta, sotto montagne di retorica spinta fino all’identificazione della prescrizione dei reati con un’assoluzione di merito. Tutti ricordano le requisitorie televisive di Marco Travaglio ogniqualvolta Berlusconi elencava ed elenca le “dichiarazioni di non doversi procedere per prescrizione dei reati attribuitigli o contestatigli”; nossignore, ha ammonito e ammonisce Travaglio, la prescrizione non significa innocenza, anzi significa che il giudice non ritiene che ci siano le condizioni per assolvere e che tuttavia non può andare oltre perché il reato è prescritto; e d’altra parte - ha spiegato e spiega Travaglio da pulpiti vistosissimi - se l’interessato pretende di essere giudicato, prescrizione o no, è libero di chiedere al giudice di essere giudicato; punto. Se non lo fa, si tenga il peso non solo morale di una decisione che non lo assolve e si tolga ugualmente dai piedi nell’agone politico.

Si capisce che questo rigoroso pensiero è stato strenuamente sostenuto e brandito quando il malcapitato stava e sta “dall’altra parte”; a Modugno (Bari), il fortunato malcapitato stava e sta dalla loro parte e dunque quel che si disse e che si dice  non vale più, quel che vale è il numero di voti raccolti, quel che conta è l’autonomia della politica dalla giustizia, il popolo elegge ed assolve, il giudice se ne stia alla larga.

 

Non è finita. A Modugno (Bari) ci si è spinti ancora oltre. Il sindaco eletto ed i suoi portavoce dei quali abbondantemente si avvale hanno precisato ripetutamente che la candidatura e la legittimità dell’elezione sta nel fatto che il sindaco era, ed è, sì, imputato ma che i reati “stanno per prescriversi”. Dunque, anche solo la previsione della prescrizione libererebbe il candidato e il sindaco dal dovere di attendere il giudizio; che m’importa più, insomma; imputato o no, tra poco (prima delle elezioni di maggio si diceva: il mese prossimo) il processo si concluderà ed io non sarò condannato. Tanto mi basta - argomentano - per restare dove sto, candidato prima e sindaco dopo. Il paese ha capito, non c’è nemmeno bisogno che gli spieghi che cosa ho fatto per essere mandato davanti ad un tribunale; non sarò condannato, tanto basta; quel che ho fatto ho fatto, andiamo avanti. Italia dei valori, Sel, Pdudc? D’accordo, andiamo avanti. E sono lì, ad amministrare il paese forti del 30% dei consensi del corpo elettorale. Di Pietro, Vendola, Bersani? Inseguono Berlusconi che si ostina a “non difendersi nel processo ma dal processo”,come amano sintetizzare.

 

2. Il processo? “La città sa tutto”.

 

A questo punto, bisogna necessariamente  dar conto degli accadimenti.

 

E’ accaduto, dunque, che pochi giorni prima delle elezioni di maggio scorso, un importante quotidiano locale, con evidenza straordinaria, informava che il sindaco di Modugno (quello “uscente”), un assessore, due consiglieri comunali ed altri soggetti erano indagati per gravi reati. Non solo: era imputato in un processo dinanzi al Tribunale di Bari il candidato sindaco del centro sinistra (come si è detto: poi eletto); campagna elettorale in corso, il paese istericamente alla ricerca di notizie e in attesa di sviluppi.

Il candidato sindaco (poi eletto): nessun problema, sono fatti vecchi che stanno per prescriversi. Il segretario provinciale del Pd consiglia al candidato sindaco di rinunciare alla prescrizione. Il candidato sindaco tace, forte della voce di un esangue segretario locale che garantisce per lui.

Il candidato sindaco del Pd, imputato in attesa di prescrizione, vince dunque le elezioni al ballottaggio (suo vice, il candidato sindaco dell’Udc che si è presi i seggi in consiglio spettanti alla minoranza).

4 luglio 2011: il nuovo consiglio comunale si insedia.

Notizie di stampa aggiornano le notizie sul processo al candidato sindaco/sindaco del Pdudc. Dicono:

il processo a carico, tra gli altri (alcuni dei quali arrestati), del sindaco Pdudc è ancora in corso;

il reato contestato è quello falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici;

il fatto riguarda lavori edili dell'Istituto Case popolari di Bari del quale era ed è dipendente il sindaco eletto di Modugno; egli era direttore dei lavori in alcuni cantieri dell’Istituto autonomo case popolari; per un cantiere relativo alla ristrutturazione di case popolari a Sannicandro (Bari), egli aveva liquidato, ceertificandolo nello stato di avanzamento dei lavori, somme non dovute all’impresa per lavori non eseguiti;

Il 2 febbraio 2007 il gip aveva rinviato a giudizio 12 persone tra cui il neo sindaco di Modugno, che fu imputato "per i reati di cui agli articoli 81, 479 in relazione all'articolo 476 codice penale perché in esecuzione di un medesimo disegno criminoso nella sua qualità di pubblico ufficiale attestava falsamente gli stati di avanzamento lavori 1 e 2 dell'appalto affidato all'impresa Multimedia costruzioni".;

contrariamente a quanto dichiarato dallo stesso candidato sindaco che, in sede di primarie e in campagna elettorale, la annunciava per maggio/giugno, la prescrizione non arriverà prima del prossimo anno (il 2012) il processo segna il passo, pare per difficoltà nella determinazione dei termini di prescrizione, che evidentemente comporta un lavoro gravosissimo;

nel frattempo, in attesa che il processo, segnando il passo, si faccia raggiungere dall’attesa prescrizione (che estingue i reati e non certo i fatti, quelli cioè che al cittadino debbono interessare), il candidato ha vinto le primarie del suo partito, ha vinto le elezioni e si è insediato al comune. In attesa, naturalmente, che la prescrizione raggiunga il processo, cosa per la quale bisognerà attendere il 2012.

Pronta la risposta del sindaco eletto, attraverso un quotidiano locale: un vero e proprio proclama di stampo berlusconiano; come si può vedere:

E’ una questione di cui la città è ampiamente a conoscenza già da tempo; prima della mia candidatura alle primarie, io stesso avevo fatto presente la questione, precisando e spiegando con dovizia di particolari i fatti, anche avvalendomi del tam tam di Facebook” [proprio così: l’imputato garantisce lui, il rinvio a giudizio chiesto dal pubblico ministero e disposto dal giudice per le indagini preliminari, lo stesso processo in corso dinanzi al Tribunale non contano nulla al cospetto delle rassicurazioni dell’imputato];

Avrei già potuto fare richiesta di prescrizione ma non è stata avanzata, rivendico il diritto di fare comunque le mie valutazioni nell’ottica del bene della collettività di Modugnese” [quasi un vanto e un orgoglio; come se la prescrizione andasse “richiesta”; semmai, andava rifiutata per ottenere una sentenza di merito e dunque, nell’ottica dell’imputato, di assoluzione; il sindaco non fa nulla; attende il decorso del tempo e la prescrizione, prima o poi, arriverà];

 

E’ una questione che dura da otto anni e non vedo l’ora che si chiuda, anche dal punto di vista formale, considerando anche il fatto di aver dato tutti i chiarimenti del caso anche nel merito” [“anche dal punto di vista formale”; cioè? Si deve intendere che “dal punto di vista sostanziale” tutto è chiarito. Parola del sindaco e dell’imputato. Fa tutto lui; di che cosa si va occupando il tribunale che continua a fissare nuove udienze “in attesa della prescrizione? ” - se ne parla, secondo le ultime indicazioni del difensore - il 2012. Domanda: se tutto è chiarito, perché il tribunale non lo assolve ora e non lo ha assolto finora rassicurando tutti che il fatto contestato al sindaco non c’è? Che bisogno c’è di attendere che il tempo del processo raggiunga quello della prescrizione?]  

 

L’inchiesta non era partita nei miei confronti, mi sono trovato coinvolto per caso” [si tratta di una formula inedita; “coinvolto per caso” significa che quel che conta è essere coinvolto per primo in indagini e che chi viene alla luce dopo, “coinvolto dopo”, non c’entra nulla. Il limite della dicibilità è superato abbondantemente];

La questione è stata oggetto di discussione della campagna elettorale vera e propria” [discussione tra chi, con chi, dove? E che significa? forse che essendosene discusso in un comizio (ma nemmeno questo è accaduto), il tribunale non ha nient’altro da dire?]   

 

“l’elettorato ha compreso bene i termini della questione premiandomi anche per la trasparenza mostrata nell’affrontare anche questa problematica” [tradotto: il 30% dell’elettorato mi ha capito ed anzi ha apprezzato la mia decisione di assolvermi da me];

Resta l’amarezza per il fatto che la divulgazione di fatti che non costituiscono più notizia in quest’ultimo periodo, avviene puntualmente alla vigilia delle primarie, alla vigilia della competizione elettorale e adesso del primo consiglio comunale. Mi chiedo a chi giova tutto questo?” [dove, la pretesa è che del suo processo non si parli più soprattutto ora che l’imputato è diventato sindaco; soprattutto ora, andrebbe precisato, che la vicenda giudiziaria assume rilevanza pubblica per eccellenza trattandosi di reato contestato ad un pubblico ufficiale che, ciononostante, è diventato sindaco. Insomma, sembra di capire, ottenuta la manciata di voti necessaria all’elezione, nessuno si occupi più della vicenda; ha deciso il popolo: l’imputato è innocente].

Fissati questi paletti etico-politico-giudiziari (rispondo a quelli che mi hanno eletto, ho spiegato tutto a tutti anche tramite Facebook, ho chiarito tutto al giudice che tuttavia mi ha mandato a giudizio, non ero io l’obiettivo delle indagini, “passavo di lì e mi hanno coinvolto per caso”, attendo che il processo segni il passo e si faccia raggiungere dalla prescrizione dei reati), la vicenda dovrebbe ritenersi conclusa, secondo il sindaco ed i suoi cronisti.

 

3. E’ scomparso il fatto. Ma “la città sa tutto”

 

la_citt_sa_tutto  Non c’è altro da dire e da capire. Non c’è più il fatto. Il processo vada avanti come può e quanto può; “la città sa tutto”; prima o poi i reati verranno dichiarati prescritti; dunque, sono innocente.

 

Quando i reati saranno dichiarati prescritti, non s’azzardino i Di Pietro, i Vendola, i Bersani, i Travaglio e i Casini ad insistere per sapere se il sindaco eletto è innocente o no, innocente nel senso proprio di non aver commesso i fatti per i quali il tribunale si va industriando per capire: innocente, ha deciso il popolo a minoranza. Tanto basterà anche a loro per farsene una ragione e per continuare ad occuparsi di Berlusconi che non “si difende nel processo ma dal processo” e che viene assolto, lui almeno a maggioranza, dal popolo sovrano. Si tengano pure lui.

 

Finisce qui il racconto; sullo sfondo, i segnali sinistri della terza Repubblica. Da Modugno (Bari); dove si dà il caso, appunto: “per caso”, che anche - raccontano i giornali -  il sindaco uscente ed uscito è sottoposto ad indagini; non solo lui, va precisato: lo sono anche un assessore uscito e subito rientrato in consiglio e due consiglieri, loro pure usciti e rientrati. Non è né uscitorientrato anche solo un consigliere di opposizione; tremila elettori non ce l’hanno fatta a mandarlo lì dentro . La nuova scuola di pensiero dice: che male c’è? “La città sa tutto”. Qual è la città? Modugno, Bari. [i.g.]

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 12 Gennaio 2012 12:44
 
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